“PRETIOPERAI QUALCHE ANNO DOPO”
Convegno nazionale 1989

Interventi personali (10)


 

Mi giro indietro ogni tanto e cerco di pensare a quello che sono stato in questi 20 anni, alla strada che ho percorso.
Visto che ho camminato tanto, mi guardo indietro anche per rendermi conto dove sono arrivato, dove sono.
Vent’anni passano come un rullo compressore, pesano come un macigno; sono una vita, lasciano segni, cicatrici, i colpi di scalpello sono tanti.
Alla fine mi trovo dove forse prima non immaginavo.
Pensavo di evangelizzare e sono andato soprattutto ad ascoltare.
Avevo in tasca Gesù Cristo, ma per strada ne ho trovato un altro.
Volevo costruire una chiesa, ma ho visto che c’era già.
Avevo un bagaglio e mi sono accorto di averlo perso per strada.
Se mi guardo allo specchio mi accorgo di non essere più quello di una volta: vent’anni di vita sono una doccia che spazza via tante cose, non solo lo sporco. Sono più povero, non sono più uno del tempio e il guaio è che non lo sarò mai più. I sentieri percorsi mi hanno portato lontano, da dove è difficile tornare.
Vent’anni vissuti intensamente in fabbrica, in casa (40 metri quadri) con stranieri, drogati, sbandati, giovani, vecchi, fuggiaschi di ogni parte del mondo: ridendo, lavando, piangendo, fra notti insonne e gioie profonde, mi hanno fatto dimenticare di essere un prete.
E penso anche che, se sono riusciti a portarmi via tutto, ne devo ringraziare Dio, perchè sono riusciti dove non sono arrivato io con tante meditazioni.
Mi sono accorto di essere diventato un povero diavolo quando mi sono trovato davanti alla polizia in questura, in un Commissariato.
Non mi rispettavano; mi hanno riso in faccia quando mi sono presentato come prete… Mi hanno chiesto se conoscevo qualcuno che garantisse per me. Allora ho fatto l’elenco dei miei amici: non è bastato.
Per poco non mi arrestano, perchè avevo troppi amici che loro conoscevano bene per averli ‘blindati’ più d’una volta.
Eppure sono contento di aver percorso una strada che mi ha portato lontano, tanto lontano da non poter tornare indietro.
Ringrazio Dio di aver imparato a pregarlo con poche parole, che mi ha insegnato a guardare ai poveri senza arrossire e lo prego che, quando mi chiamerà, io sia come quando sono uscito dal ventre di mia madre.

Oliviero Ferrari


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