Convegno nazionale / 
Salsomaggiore 1995 

Interventi


 

Mi chiamo Martino Kim. Vengo dalla Corea del Sud (come sapete la Corea del Nord è chiusa per tutti) e precisamente da Seoul. Per la prima volta esco dal mio paese e da due mesi vivo con Renzo a Empoli.
Vi dirò due parole sulla situazione dei giovani operai in Corea.

1. lI numero degli operai
Si dice che siano 10 milioni; quasi tutti lavorano nelle grandi città, specialmente a Seoul.

Circa il 65% di loro lavora in piccole fabbriche: per esempio, una piccola confezione di vestiti, di scarpe, oggetti di plastica, etc.
Per questi lavoratori le condizioni di lavoro sono più difficili che per quelli delle grandi fabbriche.

2. Il salario e l’orario di lavoro
Gli operai hanno un salario mensile che va dalle settecentomila lire ai due milioni quattrocentomila lire massimo. Quando un giovane con diploma di scuola superiore entra in fabbrica, riceve un salario di settecentomila lire; invece il giovane con diploma universitario riceve un salario di quasi un milione seicentomila lire. Perciò molti giovani vogliono frequentare l’università soltanto per entrare in un buon posto di lavoro.

L’orario di lavoro va da un minimo di dieci ore al giorno e di circa sei ore al sabato. C’è un’ora di intervallo per il pranzo.

3. Disoccupazione
Fino ad ora la disoccupazione non è grave, però aumenta gradualmente, specialmente per chi si è diplomato all’università.

Invece per le piccole fabbriche che sono in condizioni difficili, gravi, pericolose e sporche non è facile trovare operai. In questo tipo di fabbriche entrano gli operai stranieri.
Perciò gli operai stranieri lavorano nei posti più brutti e ricevono seicentomila lire di meno degli altri. Vengono dai paesi vicini: Filippine, Nepal, Cina, India etc. (solo Asia).
In molti casi sono fuori dalla legge, e perciò non possono essere protetti dalla legge. Ora gli operai stranieri sono un problema serio per la società coreana.

4. Il tempo libero
Quando i giovani operai hanno finito il lavoro, vanno a bere (birra o liquori forti) oppure vanno in discoteca, perché il loro lavoro è troppo pesante e l’orario troppo lungo.

La vacanza è al massimo di una settimana all’anno. Non ci sono locali adatti per trascorrere il tempo libero. Alcuni operai vanno all’università di notte, o a corsi serali per prepararsi un futuro migliore.

5. I sindacati
In Corea solo nelle grandi fabbriche ci sono i sindacati; e molti operai non conoscono l’importanza del sindacato, anche se piano piano la situazione va migliorando.

Un gruppo di sindacati collegati fra loro appoggiano il governo: “Sindacato Corea”. Un altro gruppo è contro il governo e si chiama “Sindacato Libertà”.
Il governo non riconosce il “Sindacato Libertà” e ostacola tutte le attività, mentre molta gente lo sostiene.

6. La relazione con la Chiesa cattolica
Non è mai facile per me parlare della relazione con la Chiesa cattolica, perciò dico brevemente.

In Corea ci sono molti giovani che vogliono diventare preti. Come mai? Ancora non lo so bene. Io penso che sebbene ci siano molti preti, questi sono lontani dal popolo, dai poveri, dagli operai.
Questo è un problema importante. La domenica vengono molti fedeli in chiesa, ma gli operai e i poveri sono pochi. La Chiesa cattolica è piena di ricchi importanti, ma i poveri e gli operai sono fuori della chiesa.
Credo che anche molti preti vivono meglio della popolazione in genere. Anche ora la gente venera il prete come venera il Signore. Però i poveri e gli operai non conoscono bene il prete, perché i preti non sono vicini a loro.
Per fortuna alcuni preti vogliono vivere poveramente e vanno a incontrare i poveri e gli operai. Questi preti sono quelli che preparano il nostro futuro in mezzo ai poveri. Anch’io spero di essere incluso insieme a loro. Però non è mai facile.

 

Martino Kim


 

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