Incontro nazionale 2007
OPERARE GIUSTIZIA IN UN MONDO INGIUSTO
Memorie e prospettive

Interventi


 

Non vorrei iniziare facendo una predica. In questi incontri mi trovo bene e mi trovo anche male. Bene perché sono uno smarrito tra gli smarriti. Riusciamo a vedere le ingiustizie e non sappiamo cosa dirci per affrontarle veramente. Ci domandiamo come affrontarle, in che modo?

“Esserci” è una delle prime norme che ci ha permesso di affrontare determinate situazioni. Quarant’anni or sono, quando ho iniziato a lavorare (sono ormai dodici anni che sono in pensione) qualcuno mi diceva: “Ma che ci vai a fare? Tanto non serve a niente…”.
Esserci in mezzo, starci. Siamo entrati nel mondo del lavoro quando si diceva: “Toh, un prete operaio!”. Non so se oggi farebbe ancora notizia un prete giovane che iniziasse a lavorare. Chiamavano queste cose pallini, “lui ha quel pallino”, dicevano, e c’è andato. Il concilio parlava di carismi. Erano quelli periodi di relativa forza della classe operaia. Oggi abbiamo sentito più di una testimonianza sulla debolezza totale di chi lavora.
Solo ieri sera ho sentito un’ultima notizia riguardo il campo degli appalti, nel civile, da parte delle istituzioni pubbliche, maestre nel rubare e nel fare i contratti al ribasso massimo. L’AMIAT di Torino rinnova tutti gli appalti alle cooperative. Non so se è legge oppure prassi consolidata: la cooperativa che vince assume il personale della cooperativa che non vince l’appalto. L’AMIAT, l’azienda raccolta rifiuti, ha liberato le cooperative da questo impegno. Per cui la cooperativa che non ha più l’appalto si ritrova con i lavoratori per strada, perché la cooperativa vincente non ha più nessun obbligo.
L’importante è ridurre i costi, e poi ci si lamenterà delle strade sporche ed altro. Qualche volta anche le nobili cause (abbiamo parlato in questi giorni un po’ di America Latina) portano a conseguenze inimmaginabili. In questi giorni da noi si fa tanto rumore sui nuovi carburanti antinquinamento (bioetanolo ecc). Quand’ero in Nicaragua, il gennaio scorso, grazie a queste propagande e all’acquisto di mais da parte di fabbricanti di bioetanolo, la tortilla di mais, che è il loro pane, è aumentata del 30%.
Noi inquiniamo di meno e loro fanno la fame. Per produrre mais si deforesterà ancora ed avanti di questo passo… Anche le cosiddette nobili cause, manipolate in vista del profitto, portano a queste conseguenze. Siamo tutti impegnati nel disinquinamento, se è possibile, per lo meno a favore dei carburanti meno inquinanti, ma sorgono altre domande.
Allora che fare? L’agire non diventi solo rabbia impotente, così facile in un tempo di individualismo esasperato, dove a destra come a sinistra sembra che i “diritti” individuali siano intoccabili: da Rifondazione ad Alleanza Nazionale. L’individuo è sovrano. Non cadiamo nella trappola del gioco sulle parole: l’uomo non è soltanto un individuo, ma una persona, è relazione sociale, è rapporto. Il Vangelo ci parla di una chiamata alla condivisione, alla comunione di vita; in termini di quotidianità a una solidarietà che pone in primo piano il bene comune: la condizione base per una vera libertà nella solidarietà.
Come portare questo messaggio? Si tratta di reagire all’individualismo senza soffocare la persona, anzi facendo crescere la persona. La nostra è stata anzitutto una presenza “debole”, che sempre ha cercato il superamento dei rapporti di forza per giungere ai rapporti di corresponsabilità, anche nei momenti di lotta più dura. Credo sia importante continuare su questa strada, anche per gli sperabili – ma per ora, con il vento che tira, puramente ipotetici – pretioperai giovani…
Non posso fare a meno di concludere ricordando Paolo: “Dio ha scelto ciò che per il mondo è stoltezza, per confondere i sapienti, ciò che è debole per confondere i forti…”. Non ho mai creduto alla forza liberante del potere, anche se “di sinistra”… Meglio una presenza debole e fedele al Vangelo liberante di Cristo: anche come risposta alla mania di emergenza che si manifesta sempre di più nella nostra Chiesa dove c’è chi rimpiange una “scarsa rilevanza sociale” e continua a cercare ambigue alleanze politiche.

Toni Revelli


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