“Carico leggero e pesanti fardelli: l’Evangelo in Italia”
Incontro nazionale PO 2008 (15)
Riflettendo sulla leggerezza e pesantezza mi vengono in mente questi pensieri. Pesantezza mi evoca l’angoscia, ciò che sa di assenza. Leggerezza può sembrare superficialità: mi ricorda “l’insostenibile leggerezza dell’essere”. Mi domando. È insostenibile la leggerezza? Leggerezza mi evoca anche povertà, il recupero quindi della povertà come beatitudine, che non dovrebbe essere vista come spogliazione ma gioia, quello che è nei nuovi stili di vita che permettono la possibilità di vita sul pianeta. Chiamiamo tutto ciò sobrietà, che si ricollega alla povertà.
Volevo ricordare qui un grande profeta laico, Alexander Langer, che opponeva al motto olimpionico di “più veloci, più forti, più in alto”, l’altro motto: “più lenti, più profondi e più dolci”.
Penso all’ansia del tempo di cui tutti siamo vittime e a cui non ci sottraiamo. Mi pare che questo motto, del recuperare in umanità, possa essere per noi una traccia di stile di vita, di leggerezza.