Londra, 17-19 maggio 2013
INCONTRO EUROPEO DEI PRETI OPERAI

E’ un appuntamento costante in questi ultimi 20 anni, dove ci si confronta sui problemi del lavoro e soprattutto dell’umanità, partendo dal punto di vista di chi sta dentro le storie e le situazioni della vita. Diremmo nel nostro linguaggio: lo sguardo dalla stiva.
L’altro sguardo è quello del credente, lo sguardo di chi nel Vangelo cerca di trovare un messaggio di speranza significativo per il nostro tempo, per le nostre vite che ci hanno portato a “varcare la soglia, a saltare il muro”, come direbbe Sirio Politi.
Volti vecchi, antichi, che da anni costantemente si ritrovano come in un rito, sempre più invecchiati e qualcuno acciaccato, ma con gli occhi che brillano, contenti di ritrovarsi ed anche con lo sguardo  di chi vuole scrutare il nuovo che sta emergendo, uscendo dalle solite lamentele nel constatare solo quello che non va. Mi viene in mente il brano biblico  dove si parla del vecchio che sogna ancora.
C’erano anche volti giovani e il loro linguaggio ci ha aiutato a guardare questo nostro tempo con altri occhi, con gli occhi di chi vive su di sé la precarietà.
Il tema: CRESCITA – AUSTERITA’.

1. Crescita per gli uni. Per chi? Austerità per gli altri. Per chi?
2. Per una nuova ripartizione delle ricchezze.
Quali lotte e quali realizzazioni vediamo .
Come possiamo partecipare con la nostra spiritualità di Preti operai.
Quali sono  i criteri di benessere?
3. La nostra speranza: Gesù promette la “ vita in abbondanza “ ( Gv 10,10). Che significa abbondanza per tutti?

La crescita  non è che un concetto economico-finanziario, una questione di PIL, di riduzione del deficit, che si sposa bene con la precarietà galoppante e con i bassi salari.(Francia) In questa filosofia l’uomo non è più al centro e la nostra maniera di essere “umani “ è a rischio. Al primo posto l’individualismo, il potere e l’interesse (Belgio). I governi impongono l’austerità per salvare la crescita, ma questo approccio è ambiguo, parlando di crisi, dicendo che siamo tutti responsabili.   E’ una menzogna, più che di  crisi  si tratta di una truffa. (Catalogna). Anche i governi sono sotto il ricatto e imposizioni da parte di organizzazioni internazionali, come il club Bilderberg e la Trilaterale che spesse volte hanno i loro rappresentanti dentro i governi per poter manovrare meglio, togliendo  di anno in anno tutte le sicurezze sociali. Governi spesse volte marionette mentre i parlamenti sono ridotti all’impotenza.
Il capitalismo non può esistere senza crescita”, “ Un benessere basato sulla crescita è assurdo a lungo andare” ( Thomas Schmidt).Crescita per chi possiede e la distanza tra ricchi e poveri si allarga, non solo tra paesi del Sud del mondo ma anche nei nostri paesi.(Germania).  Questo è un problema comune, e se in qualche paese diminuiscono i disoccupati,come in Germania, la situazione non cambia, perché i salari sono sotto la soglia di povertà e non sono sufficientiper mantenere  la famiglia mentre le imprese impongono un salario che garantisce  loro il massimo profitto.Si utilizzano risorse finanziarie destinate alla sanità, alla formazione e al settore sociale per salvare le banche, si dona ai ricchi a discapito dei poveri. “Questa situazione nasce anche dalla corruzione dilagante e i cittadini esprimono indignazione contro la politici ed economisti che hanno prodotto la crisi, contro gli speculatori finanziari o banchieri, manager dei soldi pubblici, o  imprese che non pagano le imposte e sprecano denaro pubblico” (Spagna). Tutti parlano di una nuova spinta a crescere, ma occorre ripensare  e mettere in discussione il tipo di economia e società che in questi cinquant’anni abbiamo costruito. Se non cambia il paradigma della crescita e il nostro stile di vita, non è possibile che tutti abbiano di che vivere dignitosamente.
Lavoro per tutti, ma su che basi? Produrre sì, ma che cosa? Per ’”usa e getta”? Le risorse della terra  non sono solo per noi, ma anche per le generazioni future, e queste non sono illimitate. (Italia). Ripartizione delle ricchezze, ma su che basi? Che significa dare il necessario a tutti? Noi stiamo producendo più del necessario e ci sono troppi sprechi. In Italia un milione e mezzo di tonnellate di cibo sprecato ogni anno.
Come lottare?  “Innanzitutto esigere il ritorno del furto, in nome di tutti quelli  che sono stati  spogliati, in nome degli studenti che studiano in scuole che sono diventate baracche, in nome di coloro che hanno perso le loro case “ . Una frase di Romero esprime bene il clima di proteste in Spagna: “In nome di Dio e di questo popolo che soffre i cui lamenti giungono fino al cielo sempre più tumultuosi, io vi prego, vi comando: mettete fine alla corruzione e all’impunità”.
Lotte dentro un nuovo quadro di sviluppo, dentro una rivoluzione culturale, dove l’economia è rimessa al suo posto, come semplice intermediaria della vita umana e non come fine ultimo (Italia). Significative le lotte in Germania, soprattutto a Francoforte attraverso il movimento “Blockupy”. Wuch che ha partecipato ha detto che quell’esperienza è stata come “ essere in un  grande villaggio con gli studenti, disoccupati, zingari, gente lenta, anarchici, curiosi, gente variegata. Sotto le grandi Torri della Banca Centrale europea, dellaDeutscheBank e del Commerzbank, hanno fatto la cucina, si sono organizzati con dei blocchi, accolto visitatori, realizzato le loro assemblee. Uno stile di vita molto aperto. Questo campo è stato un punto di cristallizzazione per le contestazioni contro il potere delle banche e delle grandi imprese. La polizia ha poi evacuato quel campo e vietato tutte le contestazioni nella città. Un sistema si deve proteggere così davanti ai cittadini” (Germania)
Lottare per un benessere. Ma che significa benessere? Innanzitutto difendere i diritti dell’uomo nella nostra società, il valore della protezione sociale, diritto al lavoro, al tempo libero, alla salute, alla casa, all’educazione. ( Catalogna). I belgi parlano di criteri del benessere:  avere degli amici, essere radicati sul territorio, avere delle occupazioni sensate. Più solidarietà, più  cultura del “noi” e non una cultura del “mio”. Un modello di sviluppo economico, sociale, ecologico, che deve rispondere ai bisogni elementari di tutti: casa, lavoro, cura di sé, l’educazione.
Si parla di una nuova teologia della liberazione., che “ coltiva e celebra una conversione verso una vita più semplice, presente nelle lotte contro la ricchezza di pochi. Vivere con meno, e lavorare di meno, per avere più tempo per sé e per la comunità in cui si vive” (Germania).
Le giornate dell’incontro sono state  ricche di visite ad una Londra insolita, non quella dei monumenti, ma quella della finanza , dei luoghi del potere e dei luoghi  dello sfruttamento. Lo scorso anno si sono tenute le olimpiadi. Abbiamo visto il luogo: non c’è quasi più nulla, tutto è in trasformazione, tutto è stato distrutto, per ricostruire e sfruttare di nuovo . Il capitale e le banche amano distruggere per riedificare in nome del profitto. Con questa scusa anche i quartieri più poveri attorno al sito verranno distrutti e tutti saranno costretti a traslocare, perché lì  ci saranno alberghi di prima categoria, centri commerciali. Cose già viste!
Un’altra visita sulla Torre della finanza, dove operano le grandi imprese, le multinazionali.
Poche ore dopo ho scritto questi versi:

31° piano: un grande spazio vuoto
che attende di essere riempito
dagli uomini ricchi e potenti.
La finanza non ama il vuoto.

Lassù si può vedere tutta la città,
ma la città dei poteri
dei grandi palazzi, delle banche,
delle multinazionali,
di chi domina l’economia.

Da lassù non si possono vedere uomini e donne:
sono solo delle formiche
che non possono gridare
e se gridano il loro grido è debole,
che in alto non può arrivare.

Là sulla torre hanno degli occhi che non vedono,
orecchie che non ascoltano.
Sono freddi come le colonne metalliche
che sostengono la torre,
come le vetrate e i marmi scuri dell’entrata,
gli stessi marmi dei templi romani.

E’ un luogo senza cuore, senza umanità.
Anche i portieri sembrano di metallo.
Nelle vie accanto volti pieni di tristezza, senza gioia
dove si passeggia in silenzio, senza parlare.
Solo i gabbiani sono liberi di volare
tra un palazzo e l’altro.

Un bambino parla a un piccione,
e lo sfida facendo delle linguacce,
ma il piccione lo rincorre:
è l’unica voce che si può sentire,
segno di speranza di un mondo
capace ancora di armonia.

 

Mario Signorelli

 

Il prossimo anno 2014 appuntamento a Torino, 6 – 9 giugno, presso la certosa di Avigliana.

 


 

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