Bergamo 11 giugno 2016
Convegno nazionale PO e amici
CAMBIA LA FIGURA DELLA CHIESA?

Interventi (3)


 

Una Chiesa esce non per portare la gente dentro la Chiesa stessa, ma per un annuncio che cambia la stessa Chiesa proprio nell’incontro con il diverso; assumendo il linguaggio dell’altro, la situazione di vita, spogliandosi delle proprie categorie storiche clericali, assumendo il simbolico comprensibile all’altro mentre resta fedele al sogno di Dio in Gesù ed al suo Vangelo. Il primo annuncio resta lo stile di vita evangelico seguito dal servizio nell’incontro con i poveri.

Cosa si è modificato e cambiato nel mio esser P.O.?

Il conflitto maggiore non è stato l’affrontare le difficoltà esterne compreso il dissenso della mia Chiesa, ma il dover cambiare la mia storia e cultura. Avevo interiorizzato un ruolo di gestore del sacro, di capo e maestro nelle relazioni in cui io ero colui de donava qualcosa, che organizzava gruppi e percorsi … Ho passato due anni infernali interrogandomi sulla mia identità. 23 anni di formazione e di stato clericale avevano lasciato il segno. Ho dovuto spogliarmi del mio passato per nascere di nuovo, era la mia kenosis per entrare nel mondo del popolo di Dio, non mio. Nudo davanti a me stesso come uomo, davanti a Dio nella sua immagine di Gesù e del suo Vangelo, nudo davanti alla vita di uomini e donne inseriti in una storia fatta di economia, politica, sindacato, relazioni umane: di conflitto, affettive, religiose cercando di non scantinare in nuovi ruoli dove fare di nuovo il capo. Essere povero tra i poveri della terra.

Sono debitore al mondo delle femministe che all’università tengono ogni anno il seminario di Diotima. Mi è stata presentata una differenza scompaginante il mio sentire maschile nei contenuti e nella metodologia vitale: il partire dal sé. Mi ha fatto riappropriare seriamente quello che io sono, con tutte le potenzialità e limiti, nella positività del percepire la vita. L’educazione ricevuta era impostata sul negativo formato dalla repressione di pulsioni, sentimenti, percezione della corporeità, con la paura alimentata da norme, trasgressioni, inferni a fronte di un dio spione e giudice severo. Sono arrivato a percepirmi come essere umano, maschio, chiamato a far spazio all’altra metà dell’umanità attraverso la relazione, la tenerezza, l’amore, ma anche le qualità mascoline senza imposizioni, sapendo ritirarsi, aspettare, ed accogliere il diverso con meraviglia.

Ancora: l’accostamento all’oriente con la sua filosofia e prassi mi ha fatto prendere coscienza di essere una creatura di questo mondo che non si è fatta da sola. Provengo da una lunga serie di relazioni dell’universo, del pianeta terra, della storia di antenati, fino ad arrivare alla storia recente della mia famiglia fatta di contadini ed operai. Sono un piccolo anello della catena della vita capace di dare un piccolo contributo gratuito a questa umanità ed a questo pianeta a partire dal mio stile di vita rispettoso a fronte della cultura che riduce il pianeta ad una miniera ed una discarica. Sono parte anche di una comunità di credenti in Gesù di Nazaret e nel suo Dio; la sua memoria è giunta fino a noi e spero possa continuare tra l’umanità come fraternità, gioia e speranza del suo Regno. Però mi sono staccato dal mio essere “Sacerdote”; mi sento un presbitero dal passo leggero.

La mediazione maturata nella tradizione cattolica non è un servizio, ma un potere verticale che impedisce al soffio dello Spirito di percepire il volto di Dio nella umanità di Gesù.” Il velo del tempio si squarciò da cima a fondo”, secondo i sinottici. Ma subito (a cominciare dei primi credenti) ne abbiamo sentito la mancanza: eravamo diventati orfani e lo abbiamo ricucito presentando Gesù nella triade: Sacro – Sacrificio -Sacerdozio proprio delle religioni.

Il cristianesimo è la Via non una cosa sacra. La filosofia scolastica, con l’ossessione dell’essere : la res, ha cosificato sia la lettura della Parola e sia il simbolico dei segni sacramentali quasi non avessero in sé l’energia dello Spirito. Siamo così ricaduti nel ritualismo e devozionismo del tempio che è un farmaco che addormenta la gente semplice.

L’intuizione iniziale della scelta dei poveri è diventata molto più problematica oggi. Agli inizi dell’avventura avevamo identificato i poveri con la classe operaia che poteva essere anche un motore di cambiamento per la dignità e la giustizia per tutto il popolo. Con la globalizzazione della tecnologia e la mondializzazione dei mercati si è messo in crisi la centralità del lavoro e della sicurezza del presente, ma soprattutto, del futuro delle persone. Il sistema economico attuale crea il divario tra pochissimi ricchi e la massa degli scartati che è causa di migrazioni e conflitti armati.

In più la situazione di sfruttamento delle risorse della terra supera di molto la riproduzione dell’equilibrio ambientale; per cui andiamo verso l’esaurimento della capacità della terra di ospitare la vita.

Percepisco un senso di impotenza di fronte a questi problemi enormi. Mi impegno per creare coscienza, cultura e scelte consequenziali personali e politiche, assieme a vari movimenti nazionali ed internazionali. E’ un compito immane a cui non possiamo sottrarci, sperando di essere ancora in tempo. Il tempo si è fatto veramente breve!

Luigi Forigo


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