Appuntamenti
CONVEGNO DI BERGAMO
27 aprile 2013
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INCONTRO NAZIONALE DEI PRETIOPERAI E AMICI
25-27 aprile 2013
Come già sperimentato negli scorsi anni, cogliamo l’occasione dell’incontro nazionale dei pretioperai – al quale partecipano anche nostri amici storici – per organizzare un convegno aperto a tutti.
L’intera giornata del 27 aprile sarà dedicata al tema del Convegno:
Parola incatenata
Parola liberata
La Parola ci libera
IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO DEL 27 APRILE
Ore 9.15: Apertura del convegno e introduzione, con Angelo Reginato
Ore 9.50: “Il primato della Parola in tempi difficili”, con il teologo Piero Stefani
Ore 11.10: Interventi e contributi
Ore 12.30: Pranzo
Ore 15: “La parola nel deserto del neoliberismo”, con la teologa Antonietta Potente
Ore 16: Interventi, contributi e chiusura dei lavori
IL PROGRAMMA DEL 25 / 26 APRILE
I pretioperai e gli amici si incontreranno al “Paradiso” a partire dal pomeriggio alle ore 17 del giovedì 25 aprile sino al pomeriggio del 27.
Giovedì 25 aprile
dalle 17,30 alle 19,30: incontro tra noi in assemblea con scambio di informazioni e narrazioni su quanto stiamo vivendo a livello personale e nella relazione con gli altri.
Alle ore 20: cena condivisa. Ciascuno di noi porti qualche specialità dei prodotti del territorio di residenza per la cena comune.
Nel dopo cena continua la dimensione conviviale, salvo qualche sorpresa bergamasca.
Venerdì 26 aprile
La giornata è totalmente dedicata a riflettere e condividere pensieri ed esperienze sul tema generale sopra indicato. Già nell’ultimo numero 99-100 della nostra rivista sono presenti numerose testimonianze sulla Parola sperimentata nella propria storia personale e nei rapporti comunitari e anche riflessioni di approfondimento.
È importante che ciascuno di noi si prepari all’incontro per poter condividere le cose migliori sulla propria esperienza vissuta in compagnia della Parola. Meglio se si arriverà con un testo scritto da distribuire.
IL TEMA
La scelta del tema generale è parte di un programma triennale (2013-2015) che si ispira a tre Costituzioni del Concilio Vaticano II: Dei Verbum; Lumen Gentium; Gaudium et Spes.
Siamo partiti dalla Dei Verbum per sottolineare il primato dell’ascolto della Parola di Dio. Il Concilio ci ha restituito la Bibbia come riferimento essenziale per la nostra fede e per la crescita della nostra comprensione del senso che ci viene donato mediante la comunicazione da parte di Dio.
Possiamo interrogarci sulla nostra “recezione”, cioè come noi abbiamo accolto la sottolineatura posta dalla Dei Verbum sulla “comunicazione” che viene operata da Dio stesso. Mentre in precedenti documenti veniva messa in luce la Rivelazione come istruzione da parte di Dio e quindi la necessaria sottomissione a Lui, la Dei Verbum assume un modello di comunicazione: “la comunicazione tra Dio e gli uomini, come pure tra la Chiesa e la società, sono concepite sotto forma di dialogo e l’obbedienza è concepita come capacità di ascolto” (Théobald).
Basti citare un brano del n.2 della Costituzione:
“Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38) per invitarli e ammetterli alla comunione con sé” (Dei Verbum, n.2).
Pensiamo che non sia difficile collegare le nostre scelte di vita, l’accostamento e l’immersione nella condizione umana del lavoro con questo modo di intendere la Rivelazione di Dio.
La nostra storia crediamo che si ponga sul piano della recezione di questa impostazione della linea conciliare. Un terreno fertile da cui possono emergere riflessioni ed esperienze nelle quali la Parola si è fatta carne anche attraverso la nostra povertà. Si è mostrata amica e vicina a quelli che abbiamo incontrato nella vita, anche nelle situazioni più strane.
Sarebbe molto bello se riuscissimo nell’amicizia a comunicare tra noi questi tesori.