Pensare Dio nel nuovo disordine mondiale


 

Nel mio cammino per ricostruire la mia “immagine” del Dio di Gesù di Nazaret, immagine che era andata in frantumi con la mia entrata in condizione operaia, mi sono spesso incontrato con l’espressione biblica: “Regno di Dio”.
Questa espressione ricorre 122 volte nei vangeli e 90 volte in bocca di Gesù. Il suo annuncio e l’operare per la sua realizzazione costituisce il centro della sua Missione.
“Poi Giovanni il Battezzatore fu arrestato e messo in prigione. Allora Gesù andò nella regione della Galilea e cominciò a proclamare il Vangelo, il lieto messaggio che viene da Dio.
Egli diceva: – Il tempo della salvezza è venuto.
Dio inaugura il suo Regno.
Cambiate vita e credete in questo lieto messaggio”. (Mc, 14-15)
Andando con il pensiero ai miei anni di seminario mi era stato detto che “Regno di Dio” era la Chiesa Cattolica (Regno di Dio in terra).
Poi è venuto il Vaticano Il che ha rimesso le cose al suo posto: la Chiesa è la Chiesa, il Regno di Dio è il Regno di Dio. La Chiesa è al suo servizio.
A me però era rimasta la domanda: che cosa intende Gesù di Nazaret quando parla del “Regno di Dio”? A cosa si riferisce?
Per gli ascoltatori di Gesù significava ben altra cosa di quella che normalmente gli uomini di Chiesa, specialmente dopo il Concilio Vaticano Il, continuamente dicono, cioè che Regno di Dio è l’altra vita, il cielo, il dopo morte. Per coloro che sentivano Gesù parlare di Regno di Dio, significava la realizzazione di una speranza, cioè che Dio sarebbe intervenuto personalmente a trasformare il vecchio mondo con tutto il suo carico di male, sia fisico che morale, per riportarlo sotto la Signoria di Dio:
“Oggi si è adempiuto questo passo della scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi”. (Lc 4, 18-21)
Se non fosse stato così, come avrebbe potuto Gesù entusiasmare le masse? Per Gesù “Regno di Dio” significa una rivoluzione totale, globale del vecchio mondo, realizzata da Dio e solo da Dio e intende se stesso non solo come annunciatore e profeta di questa novità (vangelo), ma già come un elemento della nuova situazione trasformata.

Egli è l’Uomo nuovo.
Il Regno di Dio,
quindi, non può essere ridotto a questo o a quell’aspetto:
esso include tutto, mondo, uomo, società. È la totalità della realtà che deve ritornare sotto la Signoria di Dio”.
Certamente tocca le persone. Da esse si esige conversione, che è il modificare il modo di pensare e di agire nel senso di Dio.
Questo rovesciamento predicato da Gesù vuoi portare gli uomini a decidersi per questo nuovo ordine che è già in mezzo a noi.
A Lui interessa se l’uomo, per entrare nel nuovo ordine, ha il coraggio di abbandonare famiglia e beni, di rischiare la propria vita, se è pronto a disfarsi di tutto per comprare la perla preziosa…
Non solo le persone, anche il mondo delle persone esige conversione: occorre che cambi anche tutto ciò che ci sta dietro alle persone.
Se il mondo vorrà essere il luogo del Regno di Dio, dovrà subire una ristrutturazione nei suoi stessi fondamenti. Un mondo, così com’è, non può essere il luogo del Regno di Dio.
Per Gesù “Regno di Dio” non è un mondo totalmente altro da questo, ma questo stesso mondo, però totalmente nuovo e rinnovato.

Questo è lo sfondo di fede che mi sta accompagnando da un po’ di tempo:
sono gli occhiali attraverso cui guardo questo nostro mondo per scoprire cos’è che occorre cambiare/trasformare perché diventi “mondo di Dio”, cioè mondo come Lui lo ha sempre sognato, lo sogna.
In questo tentativo di ricostruire per me questo sguardo nuovo mi è stato di aiuto uno scritto del biblista Carlos Mesters.
È una risposta ad un interrogativo che gli era stato fatto, cioè qual era, secondo la sua ricerca, il progetto di Dio espresso nella Bibbia.
“Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in piu
Dio è come un tale che è partito per un viaggio: se n’è andato via ed ha affidato la sua casa ai suoi servitori… A ciascuno ha affidato un incarico… Fate in modo che al suo ritorno non vi trovi addormentati…”
“Ve lo assicuro: chi ha fede in me farà anche lui le opere che faccio io, e ne farà di più grandi, perché io ritorno al Padre”.
“Come tutti gli uomini muoiono per la loro unione con Adamo, coì tutti risusciteranno per la loro unione a Cristo. Prima Cristo, poi, quando Cristo ritornerà, quelli che gli appartengono.
Poi Cristo distruggerà ogni dominio, autorità e potenza e consegnerà il Reqno a Dio Padre, e allora sarà la fine”. (1 Cor 15.22-24).

Giorgio Bersani


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