Bergamo 24 – 26 aprile 2008
CARICO LEGGERO E PESANTI FARDELLI:
L’EVANGELO IN ITALIA

 
È il quarto anno consecutivo che ci ritroviamo a Bergamo per il nostro incontro nazionale assieme agli amici che ci accompagnano.
Conviene ricordare i temi sui quali ultimamente ci siamo intrattenuti:
2005: “Reinventare la vita: tra discontinuità e continuità”
2006: “A 40 anni dal Concilio: dov’è la chiesa dei poveri?”
2007: “Operare giustizia in un mondo in giusto”
Un filo lega queste soste di riflessione alle quali abbiamo dato vita insieme. Possiamo così riassumere i passaggi:

– La quasi totalità di noi è arrivata alla pensione, ma la vita procede: nella discontinuità della condizione rimane intatta l’adesione alla scelta di campo operata tanti anni fa e con questa la responsabilità di vivere e testimoniare il Vangelo riscoperto nei lunghi anni di lavoro.
– Siamo poi andati al momento fondante la svolta della nostra vita. La chiesa dei poveri e chiesa povera è la profezia echeggiata su impulso di Giovanni XXIII. A questa abbiamo tentato di dar corpo condividendo il lavoro e le lotte per un minimo di dignità, diventando compagni di strada di moltissime persone che abbiamo incrociato dentro l’organizzazione produttiva o dei servizi. Il lavoro ci ha consentito la gratuità del ministero, in continuità con la tradizione paolina.
– A fronte del silenzio nella società e nella chiesa stessa sui temi della giustizia tra gli uomini, in Italia e nei rapporti internazionali, e del dominio di poteri che generano morte, abbiamo sottolineato l’intima connessione tra giustizia e vangelo, nonché l’impossibilità di parlare di amore se non includendo la dimensione della giustizia nella concretezza storica.

Dopo questo itinerario si propone di rivolgere l’attenzione in particolare alla situazione italiana in rapporto all’evangelo, il lieto annunzio. Da qui la formulazione del titolo:
“Carico leggero, pesanti fardelli: l’Evangelo in Italia”
Per una sua prima esplicitazione si riporta qualche considerazione che può servire ad introdurre il tema e successivamente una serie di domande che suggeriscono possibili filoni di riflessione:
 

1. Discernimento sul presente:

 

– puntando lo sguardo sulla situazione italiana non vogliamo dimenticare l’orizzonte globale della questione (messa a punto nei convegni immediatamente precedenti: interrogarci sul significato attuale della fede, intesa come operare la giustizia, a partire dagli oppressi…); piuttosto proviamo a compiere un’operazione di discernimento sul presente che ci è dato di vivere…
– Come descrivere, nel presente, la situazione del “Vangelo in Italia”? Esistono categorie sintetiche, utili per un’intelligenza del nostro tempo, al tempo stesso evocative e in grado di andare oltre lo slogan, di rendere ragione di alcuni aspetti problematici che sono sotto gli occhi di tutti? (ad es.: ritorno al regime di cristianità, tradimento del Concilio, derive moralistiche ed autoritarie, spiritualizzazione e politicizzazione, dal dialogo all’anatema, tentazioni idolatriche…)
– La “retorica dei valori” sta di fatto-sostituendo il riferimento al Vangelo. Una retorica che ha una propria sintassi: quella della legge naturale; che ha un proprio genere letterario: apodittico, indiscutibile, universale; che ha un proprio contesto: la crisi delle ideologie, il bisogno di sicurezze a fronte del generale spaesamento; che ha già una sua “storia degli effetti”: l’utilizzo politico che ne viene fatto; su cui è necessaria un’operazione critica: i costi (“a scapito del Vangelo…”) ecc. ecc.
– Quale “lievito” per la “pasta” del presente? Quale la denuncia (in negativo) e l’annuncio (in positivo) dei PO?

 

2. Cammini di liberazione per una leggerezza dell’Evangelo

 

+ percorsi personali:

– la vita di lavoro ci ha aiutato a riscoprire il vangelo; attualmente qual è la sostanza evangelica determinante per la nostra vita?
– nelle comunità dove annunciamo la parola e celebriamo l’Eucarestia trova spazio il Vangelo nella sua semplicità e leggerezza? Quali ostacoli incontriamo?

+ in rapporto all’ambiente culturale, sociale e politico

– in quali punti percepiamo la contraddizione tra la parola del vangelo e i modelli di vita dominanti?
– dinanzi al processo di omologazione culturale, come percorrere sentieri di comunicazione della “differenza” che emerge dal vangelo?
– giustizia e vangelo: come li colleghiamo?
– quali percorsi compiamo per vivere con altri la resistenza e la speranza?

+ in rapporto alla chiesa

– dinanzi al processo di restaurazione in atto nella chiesa sulla base dei valori (legge naturale ecc.) da tradurre in termini legislativi, che cosa ci dice il richiamo alla “leggerezza del vangelo?
– come vivi il tuo essere diventato “diverso” nel rapporto con la tua chiesa locale? Quale pensi di poter dare in ordine alla testimonianza di una ministerialità gratuita?

 

NB: in questo numero sono utili alla riflessione i contributi di Luigi Sonnenfeld e di Mauro Castagnaro. Si può leggere con profitto il testo di Bellet, La quarta ipotesi, editrice Servitium, segnalato da Luigi nel suo scritto.


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