“Carico leggero e pesanti fardelli: l’Evangelo in Italia”
Incontro nazionale PO 2008 (8)


 
Prima parlavo di anno sabbatico, ora l’anno è diventato “gli anni sabbatici”. Penso proprio di sì perché non ci sono pianti di gente che dice:”come faremo senza di te”. In Val di Non faccio il parroco “facente funzione”: messa alle dieci la domenica, arrivo con trenino della val di Non da Trento, bevo il caffè al bar di fronte. Lì non ci sono case del popolo: mi mancano molto. Al mercoledì, ma non sempre, faccio un po’ di dottrina a qualche ragazzo e alle mamme, soprattutto a loro, continuando quello che faceva Guerino Zalla, un preteoperaio che è stato parroco lì. Al giovedì vado a mangiare dai bambini dell’asilo parrocchiale, sto un po’ con loro e dico la messa alle 16,00. Questa è la mia vita, interessante per me: è stato come un ricominciare anche se con un po’ di nostalgia e domande come: “ho fatto bene, ho fatto male?”. Direi che Abramo ricomincia, ed è anche divertente e lì pigliano tutto sul serio, anche le battute. I primi mesi che ero là salutavo: Buon giorno a tutti! Incontro due anziane e dico: buon giorno ragazze! E quelle: “reverendo ha bisogno di qualcosa?”. Divertente.
Io sono un po’ uno scriba, che ha copiato a destra e manca: faccio il battesimo come lo faceva Luigi a Viareggio e certe cose che ho inventato io ad Avane. Domenica prossima, siamo vicini al primo maggio, io metto sull’altare per la messa una zappa, la canna di un vetraio, un aggeggio per raccogliere le mele, la pinza del fabbro e il calice, per spiegare che non c’è divisione tra il sacro e il profano. Da un falegname mi son fatto dare una pialla. Tutto questo nella messa in cui ci sono i bambini e faccio un po’ come facevo ad Avane, utilizzando le preghiere di Vannucci. Sembra che funzioni. Con le mamme funziona meglio perché queste avevano dei problemi per quanto riguarda l’immagine di Dio. Per questo ho utilizzato un libro di Cesare, dove si parla dell’immagine di Dio, levando le parti più intellettuali. L’ho dato loro e spiegato. Una mi fa: “Ma queste cose non ce l’ha dette mai nessuno”. Sono state tutte contente.
Faccio tutto questo con piacere e l’altra cosa interessante è lo strudel, che le signore anziane mi portano spesso, veramente piacevole. Tutto questo continuando la linea di Guerrino, in modo che il diritto di successione non sia solo proprio dei neocatecumenali o di quelli di CL. I pretioperai là hanno avuto un diritto di successione. Tutto sommato mi diverto e a volte mi annoio un pochino; però c’è Trento che mi dà delle possibilità. Vado a delle conferenze, ho sentito Guccini e Vecchioni. Un anno questo per mettere un po’ di radici.
Ed ho trovato anche qualche vecchia conoscenza, ad esempio un signore del Marocco che ad Avane veniva a bussare spesso alla porta di casa: “E che ci fai qua?” “A me? E tu che ci fai?”. “Ma io sto cercando lavoro”. “Ma se lo cerchi come facevi ad Avane, non è proprio il caso”. Pensavo inoltre che gli Avanesi fossero tirchi perchè mettevano come offerta, due, tre e qualche volta cinque euro. In Val di Non se mettono un euro è già tanto:
una parrocchia di 400 abitanti con mille euro di debiti.
Una bella cosa è anche il progetto culturale, non quello di Ruini: si fanno delle conferenze. Ho iniziato io con la globalizzazione, dopo tutte le idee che son saltate fuori nei nostri incontri in questi anni. Un incontro sulle truffe delle banche, invitando due giovani esperti del Banco di Romagna, che conoscono bene il problema. Un professore dell’università di Trento ci ha parlato del clima, dei cambiamenti climatici e dell’energia. Poi è venuto Zanotelli per il problema dell’acqua e della monnezza a Napoli.
Poi sul commercio equo e solidale, in zona ci sono diverse persone esperte. Da Bolzano un professore che ha tenuto due lezioni sul Gesù laico e come testimoniare il Vangelo in una società secolarizzata. Due ottime lezioni e questo sapeva fare benissimo il verso di Ratzinger, essendo di lingua tedesca.
Questa è la parte culturale in questo piccolo paese: 40 persone ad ogni incontro su una popolazione di 400. Per ora va abbastanza bene e l’altra cosa è che io non pago le bollette, ci pensa il decano parroco perché io sono solo un “facente funzione”. Non prendo nemmeno nulla, però mi pagano il biglietto del trenino che da Trento porta nella val di Non.
Ora a Mollaro stanno costruendo cinque o sei piccole ditte metalmeccaniche e sta diventando un paese a metà tra il contadino e l’operaio. I preti nella diocesi sono ad esaurimento e se io riesco a non avere problemi di cuore, fra dieci anni sarò… il padrone assoluto di tutta la vallata. Negli anni ’70 c’erano dai 15 ai 20 preti l’anno, ora uno o due. Interessante vedere come se la caveranno.
Ad Avane invece la situazione è questa: Antoine, il prete africano, si è ammalato gravemente ed ha dovuto lasciare. Non essendoci lui attualmente la parrocchia è senza prete. C’è un prete che viene a dire la messa la domenica e un diacono per i funerali. Opera un gruppo, quello del catechismo e formazione giovani che va avanti molto bene, così pure quello della Caritas. Tutti adulti, che sì danno molto da fare, mentre prima ero io che facevo un po’ tutto. Manca naturalmente l’accoglienza in casa e l’impegno nel sociale. Stanno tuttavia inventando un po’ di cose e la parrocchia va avanti e questi due gruppi mantengono il rapporto col territorio. La casa essendo vuota, per ora viene utilizzata per fare lezioni di lingua italiana a nove signore del Marocco.
Questa è Avane e questo è il mio primo anno sabbatico.

Renzo Fanfani


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