Il vangelo nel tempo
Che fatica salire su una montagna!
Ma quando sei arrivato in cima,
che godimento!
Un orizzonte infinito,
le vette di altri monti,
i colli, il fondo valle,
il sentiero che hai percorso,
gli occhi dei compagni di viaggio,
la carezza e la voce del vento…
Ne valeva la pena!
Se, dall’alto di una montagna, mi volto indietro, intravedo il sentiero percorso, e tutto diventa più chiaro e più bello: il fondo valle, la fatica di tenere il passo degli altri, la sete, la vetta che si avvicina, il canto del vento, l’incanto di un orizzonte infinito…
Così anche la vita di ognuno: un cammino in salita.
Allora mi viene una gran voglia di benedirti e ringraziarti e lodarti, o Signore, insieme ai compagni di viaggio. Tu hai fatto ogni cosa con Sapienza e Amore. Anche Tu, un giorno, hai guardato la creazione, uscita dalle Tue mani e hai sorriso. Ed ecco: “era cosa molto buona”.
Tu sei stato il Grande Ingegnere, il Grande Architetto, il Grande Artista. Tu il Grande Artigiano che non fa mai cose in serie. Così non ci saranno mai due nuvole uguali, né due foglie, né due piante, né due animali, né due persone uguali: Tu fai solo pezzi unici, in questa creazione che continua ancora.
Tutto hai creato come un giardino e hai posto noi in questo parcheggio, perché sappiamo godere l’opera delle Tue dita e lodare Te che ne sei l’Autore.
Tu vuoi che noi sappiamo ascoltare il canto delle opere Tue e farci godere della Tua sapienza: Tu che su tutti fai splendere il sole, e scendere la neve come lana e soffiare il vento, e mandare la pioggia, e dar colore e profumo ad un fiore, e tracciare la rotta alle stelle, e far cantare una conchiglia fossile insieme ai grilli e alle rondini. Tu ci inviti a unire la nostra voce a quella di tutto il creato. Vuoi che tutto sia un canto, in un unico coro.
E anche se dopo la pioggia è venuto pure il gelo e la grandine e la bufera e i fulmini e
la sventura e il terremoto e la perdita di alcuni amici, noi non cesseremo di lodarti, o
Signore. Tu prima di noi hai voluto subire anche questo. E avresti potuto evitarlo.
Tu che nell’opera della creazione non hai avuto bisogno di alcuno, hai scelto qualcuno tra noi per ricordare a tutti che Tu sei ancora con noi, che vuoi continuare tra gli uomini di oggi l’opera Tua e vuoi che siamo noi, oggi, a compiere il miracolo di cambiare la società nostra in un “regno di Dio”. Ti ringraziamo della Tua fiducia, Signore. Sei ancora Tu che vuoi trasformare noi in uomini nuovi. Dona forza e coraggio ai profeti di oggi.
Tu hai posto me a fianco di altri uomini perché la mia storia camminasse insieme ad altre storie, perché io avessi la gioia di dare qualcosa ad altri, ma avessi bisogno di tutti, perché non fossi solo, e avessi il piacere di camminare insieme ad altri, per imparare ad ascoltare altre voci e farne tesoro, per apprendere la saggezza di altri e di tenere il medesimo passo. Tu a tutti hai fatto udire la Tua voce e molti Ti hanno ascoltato.
Tu in questo giardino, non per caso, hai posto i piedi prima di noi e hai voluto camminare insieme a noi, e ancora oggi per ogni uomo Tu continui ad essere il compagno di viaggio. Tu vuoi indicare a ciascuno il sentiero e il senso della nostra vita. Anche se noi siamo distratti e sordi per sentire la Tua voce, siamo certi che non ci vuoi dimenticare. Noi speriamo che Tu ci possa capire, Signore.
Tu ci hai insegnato a chiedere al Padre il pane per tutti gli uomini, a pensare al plurale per superare il nostro egoismo. Tu ti sei fatto riconoscere nello spezzare il pane: ci hai lasciato l’ordine di fare altrettanto con i compagni di viaggio e di contagiare il mondo con questo stile. Tu, perché il mondo diventi migliore, vuoi per noi una nuova nascita. Tu, nonostante i nostri dubbi, hai avuto ancora fiducia in noi. La Tua fiducia ci mette coraggio, Signore.
Tu vuoi che noi diventiamo creature nuove. Ci hai messi sull’avviso di non seguire falsi idoli costruiti dalle mani dell’uomo. Tu ci inviti a sognare un mondo diverso dove nessuno sia straniero e tutti si riconoscano fratelli; Tu vuoi insegnarci, oggi, solo ad essere sapienti come ci insegna la Tua Sapienza e quale è il senso della nostra vita. Ci hai avvertiti che un giorno, quando ci chiamerai, non porteremo con noi le valigie. Anche per questo, Ti ringraziamo, Signore.
Tu, in questo mondo del 21° secolo, corri il rischio di essere considerato “antico”. Eppure la Tua Sapienza insiste ancora e ci invita ad essere, oggi, costruttori di un mondo nuovo dove per tutti ci sia un destino diverso. Tu ci inviti a crescere ancora, e a sognare, anche se, per età, siamo considerati “meno giovani”. Tu ci dici che non è vecchio chi ancora ha voglia di sognare e di cantare.
Tu non ci hai fatto ancora conoscere come sarà l’al-di-là. Tu ci fai attendere per farti desiderare ancora di più. Ma ci hai fatto vedere che sai fare cose grandi e belle. Tu sei fedele e noi non saremo delusi. Di Te ci possiamo fidare, Signore.
Tu sii benedetto, Signore!
Dino Fabiani, presbitero da 60 anni