Lucerna 2011
Incontro europeo Pretioperai


Gli italiani stanno passando gli anni più bui della loro democrazia e non si vedono segni di cambiamento, solo alcuni belati.
La classe politica è attaccata al potere per difendere i propri privilegi, e non s’accorge della crisi enorme della società.
Essa non ha più nessun pudore. Ha occupato tutti gli spazi e dove non era possibile ha comprato: parlamentari, politici, giudici. Tutti attaccati al premier per difenderlo fino in fondo perché sanno che se cade, tutto verrà spazzato via e quindi bisogna fare più leggi possibili per complicare le cose. Non solo per l’oggi ma anche per il domani. La legge elettorale ha permesso che un 41% abbia una maggioranza la parlamento del 55%. Con questa legge i cittadini non possono scegliere i propri rappresentanti perché proposti dai partiti . I programmi televisivi sono in mano alla maggioranza, o meglio al premier e non c’è possibilità di confronto. Sta avvenendo come nella fine dell’impero romano. La moralità non è ritenuta un valore e la menzogna è la regola dell’agire.
Quali soluzioni? Gli italiani sono stanchi di questa politica ma non hanno voglia di impegnarsi, fin quando saranno con l’acqua alla gola. Ci stanno gruppi che reagiscono, ma il tipo di lotta non incide molto. Non basta una semplice manifestazione di protesta. In questi ultimi anni molte persone hanno aderito, ma sono sempre minoritarie. Il benessere ha assopito le coscienze. Un tempo la protesta dei sindacati portava in piazza milioni di persone e faceva cadere un governo, ora non più: ogni protesta è ignorata, le priorità del governo sono altre, nella difesa del premier dai suoi processi e nell’accontentare il partito secessionista della Lega Nord. Il metodo democratico non aveva previsto queste situazione ed ha bisogno di essere aggiornato con strumenti adatti a questo tempo.
La chiesa tace, perché ha le mani legate: riceve finanziamenti per le scuole private, l’esenzione delle tasse per qualsiasi attività legate alle parrocchie e diocesi.
Negli scandali che hanno coinvolto il premier non ha avuto la forza di gridare in modo chiaro per difendere i propri interessi , perdendo la stima di molti.
Come si è arrivati a questo degrado? E’ un processo lungo 20 anni.
Si spiega attraverso un aneddoto: C’è una pentola piena d’acqua in cui nuota una rana. Un piccolo fuoco è acceso sotto la pentola e l’acqua si riscalda molto lentamente e la rana non s’accorge di nulla. L’acqua piano piano diventa tiepida e la rana, trovando ciò piuttosto gradevole, continua a nuotare. La temperatura dell’acqua continua a salire, ora l’acqua è calda e la rana si sente in difficoltà, ma non si spaventa. Ora l’acqua è veramente calda e la rana comincia a trovare ciò sgradevole, ma è molto indebolita, allora sopporta e non fa nulla. La temperatura continua a salire, fino a quando la rana finisce per cuocere e muore. Se la stessa rana fosse stata buttata direttamente nell’acqua a 50 gradi, con un colpo di zampe sarebbe immediatamente saltata fuori dalla pentola.
Ciò dimostra che, quando un cambiamento negativo avviene in modo lento, sfugge alla coscienza e non suscita nella maggior parte dei casi alcuna reazione, opposizione e rivolta. Ci siamo abituati piano piano ad una quantità di cose che venti o trent’anni fa ci avrebbero fatto inorridire e che ora lasciano completamente indifferenti le persone.
In questi ultimi mesi i gesti che hanno fatto discutere e che hanno aperto le coscienze sono state le proteste degli immigrati a Brescia che sono saliti su una gru e sono rimasti per una settimana intera : due pachistani, un indiano, un egiziano, un marocchino, un senegalese. Tutte persone che lavorano in nero e chiedono giustizia. Così anche a Milano su una torre, per ottenere un permesso di soggiorno e il diritto di lavorare e vivere in pace e dignità. Questi gesti estremi sono stati come il grido che è stato ascoltato, un grido di speranza. Sta fiorendo una generazione meticcia di lavoratori che ci insegnerà parole che abbiamo dimenticato, parole semplici come pane e lavoro, dignità e rispetto, solidarietà e lotta per il diritto di vivere e far vivere i propri cari
Si rivolgono direttamente al Presidente della Repubblica , sfidano la mafia che ha ormai la sua sede più importante in Lombardia, il razzismo leghista e il ministro dell’interno.
Quest’ultimo si accanisce contro di loro con metodi cileni: le violente cariche della polizia contro il presidio di chi sostiene i giovani che stanno sulla gru, il divieto di assembramento, la caccia all’uomo per il centro di Brescia, alcuni feriti. Una durezza contro questi perché osano ribellarsi e insegnano ad altri a ribellarsi. Ecco allora che uno dei modi attuali di far politica è quello del grido immediato, lo stesso che ha fatto scatenare la rivoluzione in Tunisia con il sacrificio di Narouddine.
Riferimenti biblici sul grido sono molti: Il grido di Abele: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra”. Il grido di Israele, un popolo oppresso. Il grido del profeta Geremia ((8,18 ): Da un capo all’altro del paese sento le grida del mio popolo”. Questo grido qualche volta è accompagnato da gesti simbolici: “Per questo io Michea, gemerò e farò lamenti. Come segno di dolore camminerò scalzo e nudo, urlerò come uno sciacallo, mi lamenterò come uno struzzo. Le ferite di Samaria sono mortali, anche Giuda ne è colpito” (Mi 1,8-9).
Oggi la simbologia e i gesti hanno una grande importanza: gente che si incatena, gente che digiuna, giovani che salgono sulla gru per diversi giorni, giovani che si ribellano alla mafia protestando con la scritta: “Uccideteci tutti”. Cooperative di giovani che coltivano i terreni sequestrati alla mafia con grande rischio.
Una protesta accompagnata da gesti riesce a smuovere le coscienze e a rimanere impressa nella memoria.
Un altro gesto politico forte è stata la reazione delle donne alla condotta del presidente del consiglio: un milione di donne in piazza per difendere la loro dignità.
Lo stesso si dica della raccolta delle firme per il referendum contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua. Quasi due milioni di firme, e questo prima della tragedia giapponese. Si andrà al referendum il 12 e 13 giugno. Ma chi governa ha trovato il modo di non far raggiungere il quorum del 51%, spostando la data quindici giorni dopo le elezioni amministrative, dopo la fine delle scuole quando molti saranno in vacanza. Se si raggiungerà il quorum significa che qualcosa si sta muovendo.
I preti operai italiani stanno invecchiando, pochi sono quelli che lavorano: i due più giovani lavorano in cooperative agricole e nella nettezza urbana. I pensionati cercano di essere presenti nell’emarginazione e nei quartieri con un lavoro di coscientizzazione e qualcuno ha ancora dei problemi con i vescovi. E’ un lavoro sotterraneo, che non si vede, ma che è costante, è la storia del seme che lavoro sotto terra. Come collettivo nazionale abbiamo un incontro annuo aperto a tutti, a Bergamo il 2 – 4 giugno dove verranno discussi due temi sulla chiesa e sul lavoro: : La pietra in cammino: chiesa in viaggio col mondo. Cristianesimo senza cristianità: illusione o esodo da un mito spiritualmente esausto?
L’altro tema è :”Nella crisi, ripensare il lavoro”
Un momento forte e con molta partecipazione non solo di amici ma anche di persone interessate alle tematiche.


 

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