Comunità di Banchette


 

DGiovanni

 

Un piccolo profilo

Prendo lo spunto da una vecchia foto che lo ritrae in una tipica posizione di riposo. Lo si vede seduto, accucciato ai piedi di un tronco d’albero, in mezzo ad un bosco. Lo sguardo tipico dell’osservatore, curioso dei dintorni, amante del silenzio e della natura. È proprio lui nella sua semplicità che sprizza dalla posizione fisica alquanto instabile, ma ferma: la schiena adagiata sul tacco di un piede, in attesa…, sembra, di qualcuno. Quel “qualcuno” gli è accanto, nella mente forse, nel cuore.
Sembra in preghiera… Lo sguardo sull’infinito… Silenziose immagini, quasi sequenze di un filmato, lo tengono assorto in visione di qualcosa…
Don Giovanni, osservatore attento, voce tagliente. Risposte brevi, sicure, a volte senza appello. Determinato, volitivo.
In parrocchia, con noi, era “primus inter pares”. Fungeva da parroco, con le relative responsabilità, condivise da tutti ma ricadenti ‘giuridicamente’ sulla sua persona. Animo schietto. Sbrigativo, in apparenza burbero, ma cordiale. Un amico, con tutti.
Una cura e affetto particolare per i “suoi” parrocchiani. Con loro è rimasto, dopo morte, nel piccolo cimitero di Banchette. Un segno ha lasciato. Una linea direttiva che ancor oggi è visibile sui volti, percepibile negli animi, nelle parole di coloro che l’hanno conosciuto. Una ricchezza, un patrimonio che, in qualche modo, si tramanda nel tempo.
Grazie, Giovanni.

Don Nino Nigra


 

Il suo testamento spirituale

Oggi, 6 aprile 1979, mi sono sentito un improvviso male al cuore. Sarà nulla o potrà essere qualcosa di serio? Non lo so, non oso nemmeno dirlo o pensare di andare subito dal medico. Comunque, per ogni evenienza, stendo queste righe veloci.
Dico solo grazie a Dio e alle persone che ne furono i canali suoi, per tutto ciò che mi ha dato. È stato veramente grande, buono, onnipotente Padre, fratello, amico: è il medesimo della Bibbia. Io ho agito come il suo popolo, e lui ha agito da Dio.
Grazie eterno a Lui, con il suo segno grande , Maria, sua e mia madre. Dico un grazie grande alla storia ultima della mia vita. Alla Comunità di cui ho fatto parte. Dovrei scrivere tanto per ciascuno dei componenti, ma adesso non ho tempo. Lo dirò, se potrò.
Grazie al Vescovo. Credo nella Chiesa per queste persone che ne sono segno luminoso e semplice. Grazie a Luciano di cui dovrei dire le cose più belle. Grazie anche della fortuna che mi hanno dato le attuali persone che vivono con noi in casa. A tutte e a ciascuna persona.
Grazie anche per la presenza di Francesco. È la mia preoccupazione ed è il mezzo con cui il Signore mi aiuta ad essere cristiano in concreto…
Chiedo perdono e scusa a chi ha sofferto per causa mia. Chiedo solo che sia data riconoscenza alla gente di Banchette, alle famiglie che girano nella comunità. Sono state la gioia della mia vita e il mio sacerdozio incarnato.
Devo chiudere. Arrivederci.

Don Giovanni Togliatti

 


Share This