Renato in fabbrica


 

CHE DIRE DI RENATO?

E bene che dire di Renato? Solo cose belle perché Renato era una persona sincera, allegra e di buon cuore.
Lui oltre ad essere un prete, era un grande lavoratore e sindacalista. Con lui ho combattuto tante battaglie sul lavoro e insieme abbiamo ottenuto tante conquiste, perché eravamo un gruppo unito, combattente e vincente.
Abbiamo trascorso tanti anni insieme, abbiamo affrontato momenti belli e brutti, Renato per me è stato un grande amico anzi posso dire un fratello. Infatti era presente anche il giorno del mio matrimonio, siamo stati sempre uniti.
Anche se negli ultimi anni ci siamo visti poco, ogni tanto ci sentivamo per telefono per raccontarci le novità, i nostri problemi.
La sua scomparsa mi dà una grande tristezza, sarai sempre nel mio cuore.
Ciao Renato.

Gennaro Sangineto
operaio e delegato alla Wierer

con Gennaro Sangineto


 

DALLA CHIESA ALLA FABBRICA

Erano gli anni 70 – anni di crescita e di sviluppo economico certo – ma anche anni di scarsa valorizzazione del lavoro e delle persone, anni di conflitti e rivendicazioni. Immigrati che arrivavano o venivano addirittura reclutati dalla Calabria, dalla Puglia, dal Veneto: prevalentemente uomini – poche le donne – reclutati per lo sviluppo di aziende piemontesi.
La RAVIT, stabilimento in Quassolo di Ivrea, produzione di fitofarmaci per l’agricoltura: insetticidi – diserbanti – anticrittogamici (tutti prodotti chimici che ora sappiamo potenzialmente pericolosi). Impiegava manodopera stagionale a bassa scolarizzazione nei reparti produttivi.
Fu una novità quindi, un prete in fabbrica, inizialmente accolto con rispetto, ma anche con diffidenza, scoprendosi poi mano a mano solidali, dividendo lavoro, sudore, pasti in mensa e compagni di lotta a difesa del salario, della salute e della dignità.
I turni erano molto faticosi, nel caldo, nel freddo, in ambienti e processi produttivi pesanti e nocivi per le materie prime impiegate e scarse misure di prevenzione (guanti / tuta / filtri a museruola e occhiali per i diserbanti liquidi e pesticidi). Le misure di prevenzione negli impianti scarse o non sufficientemente conosciute dagli operai, che spesso erano cosparsi di polveri o liquidi.

Adele
operaia/impiegata alla RAVIT di Quassolo

 

Raduno di compagni di lavoro della Ravit / 2009


 

UOMO SOLIDALE

Prima di sapere che don Renato era un prete, l’ho apprezzato come persona per la serietà, disponibilità e la pacatezza nell’esporre le sue ragioni nella difesa dei diritti dei compagni di lavoro e dello stare insieme.
Più avanti nella conoscenza della sua missione religiosa l’ho apprezzato ancora di più nel suo essere uomo solidale ai problemi sociali senza imporre il suo Credo.
La conoscenza, l’amicizia e la stima dono rimaste intatte nel tempo.

Giuseppe
responsabile di reparto alla RAVIT
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