Il Vangelo nel tempo / la Parola nelle biografie
L’inizio del mio cammino di ‘discepolo della Parola’ risale, se ben ricordo, a un mese circa dalla scelta di condividere la condizione operaia di fabbrica.
L’impatto con le condizioni di quel lavoro manuale mi stava sconvolgendo.
Ripensavo spesso al mio ministero svolto nei miei precedenti 9 anni, all’immagine di Dio che avevo trasmesso con la mia predicazione, fino a quel pomeriggio, quando tutto in me sembrò crollare :
di tutto il cammino precedente si salvò solo la figura di Gesù di Nazareth, anche se dai contorni un po’ sfuocati.
E’ iniziato così una nuova tappa della mia vita, dove la Parola ha cominciato ad essere veramente la fonte della mia formazione sia umana , sia religiosa/sacerdotale.
Nei miei 9 anni di seminario più che sulla Scrittura, che ci veniva fatta accostare solo in termini di puro studio esegetico (una delle tante materie) o attraverso la meditazione mattutina del padre spirituale, la mia spiritualità si era formata attraverso letture della vita di santi o di fondatori di ordini monastici. Non si era stimolati ad accostarci individualmente alla lettura e soprattutto all’ascolto della Parola.
Ricordo però l’impatto che hanno avuto su di me le letture riguardante la nascita di alcuni ordini monastici : la scoperta del lavoro manuale, che era soprattutto quello contadino, come segno di povertà evangelica.
Ora che il lavoro manuale lo stavo esercitando, scoprivo anche un popolo di uomini e di donne che quel lavoro da anni lo vivevano, ma in un clima di sfruttamento e di oppressione; loro che di quel lavoro facevano lo strumento per il loro sostentamento.
Ma quale Dio poteva benedire le condizioni in cui erano costretti a procurarsi il pane quotidiano ?
Per la prima volta la Parola ha incominciato così a parlare alla mia vita di uomo che svolgeva un certo tipo di lavoro manuale in determinate condizioni, prima che a quella di sacerdote.
Col passar del tempo, dato l’impatto rigeneratore che stava avendo su di me l’ascolto personale della Parola, nasce in me il desiderio che questa opportunità potesse essere data anche a quei proletari del quartiere, in cui vivevo ormai da alcuni anni, proletari che soprattutto avevano contribuito a far sorgere la Comunità cristiana.
Anno 1978 nasce così il primo gruppo di uomini e di donne che decidono di mettersi in ascolto in prima persona della Parola.
Ricordo l’impatto che quella esperienza ha avuto su di me, prima ancora che su di loro :
la Parola guardata/ascoltata/annunciata con il cuore e la mente di quegli uomini e di quelle donne emanava una Luce che mai mi sarei aspettato.
E così scoprivo da quale condizione di vita dovevo guardare/ascoltare la Parola se volevo che questa diventasse sempre più sale e lievito per il mio ministero sacerdotale.
Col tempo i gruppi di ascolto della Parola aumentarono. Ricordo quella sera quando il card. Martini, appena arrivato a Milano, chiese al parroco la possibilità di partecipare, in incognito, a uno di questi gruppi. Al termine dell’incontro, i due gruppi serali si incontrarono e Martini si presentò. Ci stimolò a continuare.
I gruppi aumentarono tanto che qualche laico incominciò ad animarli : piccoli gruppi per dare a tutti la possibilità di esprimersi sulla Parola letta/ascoltata. Le riflessioni poi venivano ritrascritte in schede che venivano consegnate ai partecipanti perché continuassero da soli a casa il loro cammino.
Purtroppo, con l’andata in Africa del parroco, l’iniziativa non fu più stimolata: rimase solo un gruppo, animato da me, che si riuniva, di volta in volta, in case differenti.
Col tempo questo gruppo si è molto assottigliato: attualmente continua in modo autonomo.
Questo tipo di servizio l’ ho continuato a svolgere anche quando nel 1993 sono stato costretto a lasciare quella Comunità per trasferire il mio ministero ad un’altra, servizio che ho interrotto
nel 2010 quando, dopo la missione popolare, sono nati i cosiddetti centri di ascolto della Parola, animati da laici con una piccola differenza, a mio parere.
Infatti mentre nella mia prima esperienza la Parola diventava sempre più criterio per le scelte che come Comunità eravamo chiamati a fare per il cammino di tutto il quartiere e di conseguenza il bisogno che si sentiva di mettersi personalmente in ascolto della Parola era forte, nella seconda
l’ascolto della Parola era una cosa tra le cose, perché poi criterio per ‘gli avvisi’ che vengono dati è altro e di conseguenza il bisogno di mettersi in ascolto della Parola è molto ristretto.
Felice chi ragiona con la sua testa per andare a fondo delle cose…
La sapienza non si rivela a tutti, ma se ti metterai sul suo cammino
e la cercherai, essa si lascerà trovare…
Allora troverai riposo in lei ed essa diventerà la tua felicità…sarà
il tuo più bel vestito…perché amare la sapienza è amare la vita…
Chi sarà docile verso di lei…potrà affrontare la vita con fiducia.
(dal libro del Siracide)