“A 40 anni dal Concilio: dov’è la Chiesa dei poveri?”
I ricchi della Chiesa, riferendosi a Matteo, hanno detto: “Noi siamo poveri di spirito”, mettendo Matteo in contrasto con Luca. Alcuni studiosi e riviste stanno lavorando molto su questo tema e sembra che “Beati i poveri in spirito“ debba essere tradotto: “Beati i malati di mente“. Questo cambierebbe radicalmente il tutto perché non c’è una contrapposizione tra due modi di vedere o tra due visioni diverse, ma la radicalità dell’uno rispetto all’altro.
Mentre Luca parla dei poveri di qualsiasi genere, Matteo va a cercare i più poveri dei poveri, coloro che non hanno neppure lo strumento dell’intelligenza per poter orientare l’esistenza; essi sarebbero i più poveri di tutti. Sarebbe bene rifletterci sopra.
L’altra frase evangelica che proporrei è “se non diventerete piccoli non entrerete nel Regno“. Non si parla solo di un aspetto spirituale, ma anche fisico.Nella intelligenza di Gesù la nutrizione reciproca è in questo senso, l’imboccare l’altro. Ciascuno di noi non ha nessun diritto di rendersi più ricco e più sicuro. Il compito è quello di rendere più ricco l’altro. Nessuno allora dovrebbe darsi da mangiare come facciamo noi col cucchiaio, forchetta e coltello, ma ciascuno ha l’impegno di dar da mangiare all’altro. Ciascuno di noi deve avere l’umiltà di essere imboccato ed avere la forza di imboccare. Il che vuol dire che per imboccare l’altro tu devi essere in assoluta relazione positiva con l’altro.
Tant’è vero che se la mamma non è in un rapporto vero col bambino egli rifiuta il cibo. Per cui quando i primi cristiani mettevano i beni in comune non è perché erano più bravi, ma perché avevano capito che non potevano essere cristiani se non mettevano i beni in comune.
Allora anche da un punto di vista economico e imprenditoriale è estremamente importante questo.
Ora l’imprenditore chi è? È colui che sa organizzare l’economia per il profitto degli altri e il profitto di tutti. Questo è il vero imprenditore evangelico e noi abbiamo bisogno di imprenditori evangelici. Dietro tutta questa struttura il lavoro umano non può essere pagato e questa è la grande trovata di Francesco. Se io devo essere imboccato da un altro non posso lavorare e farmi pagare come merce. Ecco perché Francesco ristabilisce l’elemosina. Tu vai a fare un servizio e l’altro non ti può imboccare, non ti può dare le forze perché si possa rendere il servizio più servizio, allora chiedo l’elemosina, ma per poterti sempre mettere a servizio.
È chiaro allora che l’“ecclesia” è quella che si muove in questa direzione. (Non dico “Chiesa“, c’è una differenza tra i due termini che dobbiamo incominciare ad usare in maniera diversa a seconda dei contesti), La “Chiesa” è colei che eventualmente dovrebbe aiutare l’organizzazione perché questa “ecclesia“ se non lo fa è atea, in quanto non fa crescere l’evangelo dentro la realtà dei fedeli.