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Note sull’incontro dei PO Europei
Pentecoste 1990 – Basilea
Il tema dell’incontro: «1992. Precarietà e nuove solidarietà».
Le delegazioni presenti: Italiana, Spagnola, Portoghese, Francese, Belga, Svizzera, Tedesca.
La delegazione italiana era composta da: Carlo Carlevaris, Renzo Fanfani, Toni Melloni, Mario Pasquale.
Il nostro intervento si è articolato su 3 linee:
1. Una messa a punto sul Mercato Comune Europeo, tenendo conto delle osservazioni e delle critiche fatte da Daniele Checchi (vedi articolo sul n° 13 della rivista Pretioperai).
2. Alcune indicazioni sulla solidarietà suggerite da un articolo di Roberto Fiorini, pubblicato a Mantova.
3. Il resoconto dell’incontro a Seul su «Pace, Giustizia e salvaguardia del Creato».
Aspetti positivi:
– Progressiva convergenza dei giudizi che le diverse delegazioni hanno dato sul «Grande Mercato» e sulle sue conseguenze.
– Altrettanto importante è la conoscenza dei “nuovi” volti dell’oppressione che si verificano nei vari paesi europei.
– La “comunicazione” sulle fasce popolari impoverite è di grande importanza. Permette di aver sempre chiaro chi sono i vinti e chi i vincitori; di individuare meglio le “menzogne” con cui vengono mascherate queste “precarietà”.
– Importante è l’aiuto che i compagni che vivono in paesi del Terzo Mondo danno per capire più a fondo queste contraddizioni.
– Importante la relazione dei PO tedeschi sull’unificazione della Germania (il pericolo più grosso: la colonizzazione della DDR e l’azzeramento di 40 anni della sua storia, nel bene e nel male).
– Questi incontri migliorano la possibilità di capirci e di conoscerci. Un passo in avanti per diventare un “collettivo”.
Aspetti negativi:
– L’approfondimento è ancora limitato.
– La riflessione sul ruolo che la chiesa cattolica sta giocando in tutto questo è ancora insufficiente.
Questi incontri sono importanti. Occorre sostenerli e farli conoscere il più possibile all’interno dei collettivi nazionali.
RENZO FANFANI
P.S.
– Il prossimo incontro si terrà in Francia, in coincidenza con il Convegno dei PO francesi.
– Abbiamo ricevuto l’invito ufficiale a partecipare come Preti Operai all’incontro europeo sulla Pastorale del Lavoro, dal 17 al 21 aprile a Roma. È stato eletto come delegato Maurice, del Belgio.
L’intervento dei PO portoghesi all’incontro di Basilea
Alcune caratteristiche del mondo operaio portoghese in questi ultimi anni:
1. La differenza fra i salari più alti e quello minimo si è allargata enormemente. I tecnici qualificati guadagnano dieci volte di più degli operai non qualificati, che sono rimasti al salario minimo, o addirittura al di sotto di quello.
2. È diffuso il lavoro clandestino dei bambini. L’industria delle calzature e quella tessile (soprattutto le confezioni) utilizzano ogni tipo di lavoro possibile. Si lavora in casa, vecchi e bambini compresi, e si è pagati un tanto al pezzo. La televisione ha dato notizia di un industriale che ha comprato un’auto del costo di 2.000.000 di F.F. Lo stesso industriale utilizza il lavoro minorile. Bambini di11-12 anni che lavorano 60 ore la settimana e guadagnano 400 F.F. al mese.
3. C’è la proposta di una nuova legge sul lavoro, che darebbe ai padroni maggiore libertà di licenziamento, una maggiore mobilità del personale ed una maggiore flessibilità nell’orario. Le conseguenze sulla vita familiare, personale, sociale, associativa, sindacale e di fede sono immaginabili.
4. Robotizzazione degli operai: i ritmi di lavoro che le nuove imprese impongono fanno diventare i “tempi moderni” di Charlot un paradiso. Si può dire tutto, usare qualsiasi tono, offendere… basta che si produca quello che è stato fissato. C’è solamente il tempo di pisciare… tutto il resto ognuno lo deve fare a casa sua.
5. Gli investimenti di capitali stranieri giustificano tutto. Il governo garantisce il reddito e la sicurezza di questi capitali con priorità.
6. Arrivare primi a vincere la battaglia della produzione è diventato un valore assoluto. La persona umana non è che un piccolo pezzo di questo ingranaggio.
7. L’altro non è più un compagno. Fino dall’infanzia l’altro diventa il nemico che bisogna battere, sia a scuola che sul lavoro. È la “cultura del nemico” che genera avversari invece che “compagni di strada”.
8. Questa “condizione operaia” di precarietà, di mancanza di sicurezza, genera ansia e paura del futuro. La paura di non riuscire a farcela, di non sapersi adattare, di essere eliminato, di non poter pagare la casa che si è comprata.
9. Si sta formando una società piena di tensioni e di conflitti nascosti. Né il calcio, né la religione saranno sufficienti ad attenuarli. È necessario far nascere, da questo calderone in trasformazione, dei nuovi valori. Prima che scoppi. Delle soluzioni umane, delle vie d’uscita, che difendano l’uomo umiliato, disprezzato dai grandi poteri.
10. Nella Chiesa c’è qualche segnale positivo. La Commissione Diocesana di Pastorale del Lavoro a Porto comincia a dare qualche frutto dopo anni di lavoro difficile. Uno dei vescovi ausiliari partecipa alle riunioni della Commissione. I PMO (preti nel mondo operaio) si riuniscono ogni mese per ricercare strade di evangelizzazione del mondo operaio. L’accoglienza del nostro ministero di preti operai da parte dell’arcivescovo è concretamente migliorata. Uno dei vescovi ausiliari è venuto a trovarci ed ha mangiato con noi. La cosa fa sorridere, ma era impensabile solo due anni fa!
11. La CGT e la UGT, di fronte all’attacco del grande padronato, cercano di unire i loro sforzi nella lotta che è ormai intesa come un compito comune. Un obbiettivo è la settimana di 40 ore (adesso è di 45 ore; il governo si è impegnato a portarla a 44 dall’anno prossimo).
12. Il denaro del PEDIP è orientato a sostegno degli investimenti stranieri. Le cooperative sono state un insuccesso. Una delle ragioni principali e stata quella di considerarle dal punto di vista fiscale come imprese capitaliste.
13. Un’Europa dei lavoratori deve consolidare la forza degli emarginati. Credo che questo sia il senso della “solidarietà”.
GASPAR MANUEL MOREIRA
prete operaio / Rio Tinto – Portogallo
La delegazione spagnola
ha risposto così al questionario del 3° Incontro dei PO europei
VEDERE:
Aumento della precarietà sul lavoro e dell’emarginazione (a causa delle prospettive economiche e dell’aumento della divisione della classe operaia). Nella Penisola Iberica questo comporterà una maggiore povertà, dato il suo ingresso come “cenerentola”.
Il più colpito sarà il 3° Mondo: la carriera economica sfrenata aumenta la distanza tra 1° e 3° Mondo, impoverendo quest’ultimo.
L’impulso del denaro e del benessere hanno accentuato l’individualismo; la solidarietà sta diminuendo.
• Il benessere economico non è vissuto in modo armonico ma patologico: «non è mai stato destinato tanto denaro ai poveri e mai è stata data una percentuale tanto bassa».
• La disoccupazione si mantiene altissima (parallelamente alla supertecnicizzazione).
* La “mania tecnica” si trasforma in strumento per schiacciare gli inferiori (coloro che ‘non
sanno’): la scienza dell’odio.
* Droga ed alcoolismo sono frutti di questo sistema senza valori.
* I nuovi metodi di produzione portano ad una crescita, in parte parassita, dei settori secondario e terziario, con il conseguente aumento delle scartoffie e della burocrazia.
* È più facile avere un’automobile, elettrodomestici, ecc. Ma è difficile trovare casa. Questo fatto colpisce soprattutto i giovani.
* I pesanti orari di lavoro provocano gravi problemi alla vita familiare, alla alimentazione (hamburger, panini) e all’educazione (squilibri tra due generazioni che hanno avuto possibilità così diverse).
* Si affermerà l’Europa degli Stati (non delle Nazioni). Stati pseudodemocratici, guardiani dell’ordine borghese, polizia che reprime le minoranze nazionali o etniche.
CREDERE:
* Si sono accentuati alcuni segni di solidarietà con il 3° e 4° Mondo: gruppi come Mani Unite, Intermon, esperienze di cooperativismo con i disoccupati e gli emarginati, diverse collette nelle parrocchie, ecc. Tra gli stessi sindacati c’è preoccupazione nei confronti di questi mondi.
* Alcuni di noi hanno cominciato a condividere la vita dei collettivi più oppressi ed emarginati.
* Sta aumentando la coscienza nei confronti dell’unità (europea) e dei problemi mondiali. Ciò può portare ai sindacati un’altra strategia di lotta (sebbene non si vedano ancora dei mezzi pratici per affrontare questi problemi all’interno del mondo operaio).
* Talvolta la paura di agitazioni sociali incontrollabili frena l’impulso del capitalismo selvaggio.
* Ci sono famiglie povere che accolgono e aiutano i figli delle altre famiglie.
* Tra gli emarginati che lavorano in una cooperativa sta nascendo un sentimento di solidarietà (mescolato ad altre cose) per il fatto di condividere le stesse sofferenze e lo stesso destino.
* Nei quartieri nasce solidarietà in difesa di rivendicazioni (anche se talvolta queste rivendicazioni sono individualistiche).
* Dato che la vita stessa richiede molti sforzi (i figli, il lavoro, ecc.) si manifestano atteggiamenti di accettazione e perdono vicendevoli senza troppe esigenze. È il passo dello Spirito che ci insegna a sperare e a perdonare, dando alla vita il valore di “luogo santo”?
ATTUARE:
* Innanzitutto bisogna stare in questo mondo operaio ed emarginato, condividendo allegrie, speranze e sofferenze, e portando amicizia.
* Nella lotta sociale: stare vicini ai collettivi alternativi (ecologisti, femministe, ecc.) e agli emarginati.
* Nella lotta interecclesiale: contrapporsi al nuovo clericalismo reazionario e contemporaneamente condividere il cammino dei collettivi operai (JOC, ACO, HOAC, CCPP…).
* Nella pastorale parrocchiale: creare spazi per i più poveri e gli emarginati. Fare in modo che la Comunità sia cosciente ed impegnata per il 3° e il 4° mondo.
* Da parte della Chiesa: un maggior apporto di persone che educhino alla povertà e al servizio (e non ad una “professione” di livello medio o universitario).
* Come PO: per la Chiesa siamo invito – e seccatura – alla necessità di essere radicalmente e seriamente nella vita e tra i poveri per essere segno reale di Gesù Cristo.