La Redazione

Roberto Sardelli

Durante la nottata in cui un grande temporale che sembrava sollevare nel cielo le baracche come la santa casa di Loreto, un fulmine si abbatté sull’Acquedotto tanto forte da far tremare tutto il borghetto. Il fulmine provocò un’invisibile lesione alla sommità dell’Acquedotto e da qui fuoriusciva di tanto in tanto una goccia d’acqua che incanalandosi attraverso il tetto della baracca di Antonia le portava l’acqua in casa. Gli altri abitanti delle baracche si armarono quindi di uno scalpello pneumatico e forarono la cima dell’Acquedotto, vi introdussero un piccolo tubo di gomma e l’acqua arrivò così in tutte le baracche.
(Roberto se n’è andato il 18 febbraio 2019)

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Piero Montecucco

Da circa un anno e mezzo lavoro in una piccola fonderia di ottone. Quindici operai, tre padroni, padre e due figli. Si producono parti di impianti idraulici e sanitari, parti di macchine enologiche e da caffé. La domanda di queste produzioni è in continuo aumento, ma il numero degli operai è sempre lo stesso.
Le condizioni di lavoro sono assai disagiate, specialmente per chi lavora ai forni: fatica, calore, gas, rumore rendono il lavoro molto duro.
(Piero se n’è andato il 10 giugno 2021)

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Mario Colnaghi

“Il problema vero è che la chiesa si riconcili con la classe operaia e allora si riconcilierà anche con i preti operai… i vescovi devono restituire la parola al popolo di Dio”.
(Mario se n’è andato il 30 marzo 2006)

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Giovanni Carpenè

Un trascinatore, una persona che ha sempre sentito fortemente i voti presi in gioventù. Fu un grande sostenitore delle “150 ore”, che consentirono a molti operai di ottenere il diploma della scuola dell’obbligo. A contatto con i carcerati, fu promotore delle prime iniziative per far lavorare anche i detenuti.
(Giovanni se n’è andato il 21 giugno 2018)

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