Convegno di Bergamo / 2 giugno 2018
MEMORIE PER UN FUTURO
Interventi e risonanze (6)


 

Da 6 anni seguo un maestro zen che una volta al mese viene all’associazione Raphael a guidare una seshin durante la quale ci sono momenti di incontro individuale in cui mi chiede di rispondere ad un Koan (una domanda rompicapo). L’ultimo diceva: l’imperatore chiese al maestro Bodhidarma: chi sei? E lui rispose: non lo so. La raccomandazione è quella di rispondere non con la testa ma con la pancia.

Sono venuto all’incontro come in pellegrinaggio verso il passato con Lida e Bernardo anche per rispondere al koan.
Un amico, Roberto Filippini, il giorno della sua ordinazione episcopale disse che “noi siamo le persone che abbiamo incontrato”.
La nostra è una identità plurale. Siamo fatti come un mosaico di interazioni e relazioni.

Domenica scorsa era la festa della Trinità definita da don Tonino Bello come Convivialità delle differenze.
È come se l’ego vada in frantumi e sugli innumerevoli pezzettini si rispecchia la molteplicità del tutto.
Questo processo di frantumazione ha avuto un passaggio decisivo quando è iniziata l’esperienza di preteoperaio come alleggerimento del ruolo istituzionale e gerarchico per discendere a fare la vita degli ultimi o dei penultimi.

A distanza ormai di quasi 50 anni mi rendo conto che non è facile e automatico liberarsi dal clericalismo, soprattutto nelle sue forme più sottili.
Per esempio la vita di coppia iniziata 42 anni fa è stato un bel banco di prova, soprattutto grazie alla costanza, tenacia, concretezza e linearità di Lida. Essere nella dimensione del due ci ha messo nella condizione di far crescere la diversità e la creatività cercando di non imporre modelli. Questa è stata la nostra intenzione accogliendo i nostri tre figli naturali e gli altri che abbiamo preso in affidamento. Ma chiacchierando ora con loro, adulti e adulte, ci rendiamo conto insieme che di errori e forzature ce ne sono stati in abbondanza.

Ma, avendo figli e figlie anche loro, ci si accorge che il gioco della convivenza e della trasmissione dei messaggi vitali non è una passeggiata. E così il viaggio di discesa verso il basso continua…. Perdere autorità per far crescere la comunità nel rispetto delle diversità…con i familiari, i congiunti (nuora e generi) i nipoti gli amici e le amiche con cui abbiamo progetti in comune….politici, sociali, ecclesiali, scientifici, spirituali….ludici. Per esempio raccontare la condivisione della vita con Bernardo richiederebbe tempo e potrebbe farlo lui se ne ha voglia.

Tra le altre cose, stiamo vivendo ora una stagione interessante e allegra come nonno e nonna. Dentro questa nuova esperienza ci verrebbe la voglia di vedere Dio come un nonno che dona la sua presenza con gratuità e leggerezza.
Si ritorna bambini con tutti i vantaggi dal gioco alla tenerezza, dall’improvvisazione all’abbandono, dalle birichinate all’innocenza, dalla curiosità perenne alla fervida fantasia che non si arrende mai…nemmeno davanti alla morte e alla sconfitta…come nelle favole classiche o come davanti alla tomba vuota dell’amato che risuscita sempre. Tutti i giorni.

Mario Facchini


 

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