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Al Coordinamento Nazionale del 19-20 maggio a Bologna erano presenti tutti i delegati regionali, meno Mario Spinicci, impossibilitato a venire per motivi di lavoro. Della segreteria era assente Luigi Sonnenfeld, perché all’estero.
L’odg è stato il seguente:
1. Aggiornamento sul lavoro fatto nelle regioni.
2. Verificare e valutare il lavoro fatto in quest’anno dal Coordinamento Nazionale e dalla segreteria. 3. Aggiornamento sul “progetto Salvador”.
4. Resoconto sull’incontro di Seul.
5. Preparazione sull’incontro Europeo dei PO a Basilea dal 2 al 4 giugno su “Precarietà e
nuova cultura della solidarietà”
Sul primo punto:
Dal Veneto:
– Con l’incontro regionale deI 10 febbraio è conclusa una prima fase della riflessione sul tema “evangelizzazione-mediazione”. È stato fatto un documento contenente l’introduzione e le domande emerse.
A partire da questo è stato deciso di riprendere e continuare il lavoro in gruppi locali, attorno ai temi di questo documento e a quelli dei documenti presentati nel dicembre scorso.
Legare questi temi ad uno studio-confronto di alcuni testi (Mancini, Tornino i volti, Ed. Marietti).
Il 2 giugno verrà fatto un incontro regionale sulle idee presenti nel documento e nel libro del Mancini. Confluenza finale di questo lavoro sarà un seminario – confronto in ottobre – novembre probabilmente a Verona.
Sui temi del documento è stata trovata convergenza, con una presenza che si è fatta più interessata, ricreando spazi per un pensare insieme senza “macinare il macinato”.
Dalla Lombardia:
Partendo dall’esperienza di vita e dalle comunicazioni-testimonianze fatte in questi anni abbiamo cercato di cogliere le diverse tipologie, individuare convergenze e divergenze, approfondire e rilanciare in avanti le modalità concrete del nostro essere PO e le realtà in cui le esprimiamo.
Ora 3 gruppi di lavoro ricercano su:
1. Identità personale del PO. Cosa è successo alle nostre persone in questi anni.
2. Quali sono le rappresentazioni di Dio che ci siamo fatte e ci facciamo.
3. Quale idea della politica avevamo, quale abbiamo ora? Quale militanza esprimiamo?
Per l’incontro regionale di luglio dovremmo essere in grado di produrre un documento sul 1° e 2° punto (l’identità e Dio), ed organizzare un supplemento di riflessione sul 3° punto (la politica).
Dal Piemonte:
Abbiamo una certa difficoltà a coagularci sul tema”Evangelizzazione e secolarizzazione”.
Stiamo preparando una nuova griglia” per superare queste difficoltà.
Partendo sempre dalla nostra prassi di vita cerchiamo di interiorizzare di più questo vissuto.
1a convergenza: dare spazio alla comunicazione fra di noi, esponendo gli aspetti della nostra prassi quotidiana, non solo come sostegno reciproco, ma anche come confronto per individuare meglio le contraddizioni in cui stiamo cadendo.
2a convergenza: la comunicazione ed il confronto ci fanno capire meglio i limiti personali. Il nostro pensare non è un “dogma”.
Dal Lazio:
I tre momenti del nostro lavoro (presentati nel n°11 della rivista), Risonanza, Consonanza, Progettualità, su cui ci siamo confrontati in questi mesi, ci hanno permesso di individuare una serie di punti, molti, su cui continuare la ricerca.
Nella prossima riunione del 16 giugno, sceglieremo i più significativi.
Sul secondo punto: Valutazione sul lavoro fatto dal Coordinamento Nazionale
La base di valutazione è stato il testo del Convegno di Salsomaggiore che riportiamo alla fine di questa relazione.
1. Il problema principale è quello di fare del Coordinamento Nazionale non solo una cassa di risonanza e di confronto di ciò che si fa nei coordinamenti regionali, ma un organo capace di cogliere la tematica comune, coordinando l’esistente, e fornendo spunti di riflessione ed indicazioni di percorso, rilanciare il dibattito.
È molto positivo che le regioni abbiano un loro cammino di ricerca, ma il Coordinamento deve avere un suo taglio, uno sguardo prospettico di quello che può essere il cammino futuro.
2. Come essere risonanza “attiva” di ciò che avviene nelle regioni?
3. I coordinamenti regionali che funzionano sono i 4 indicati sopra. Come collegare e sollecitare i dispersi, per non perdere la ricchezza” del loro pensare?
Le decisioni prese:
Sul primo problema: ognuno dei delegati del Coordinamento deve lavorare molto sul materiale già esistente nelle regioni. Nell’incontro di settembre, con l’aiuto di una traccia preparata da Zago e – Berton, dovremmo individuare un “canovaccio” su cui progettare il lavoro futuro.
Sul secondo problema: i delegati regionali si impegnano ad inviare una sintesi scritta del lavoro fatto perché possa essere diffusa.
Sul terzo problema: per la Toscana è stato deciso di far coincidere le riunioni di segreteria con quelle regionali.
Si incarica la segreteria di verificare le possibilità di un incontro dei PO del Centro-Sud.
Da giugno ‘89 a maggio ‘90 si sono fatti:
4 incontri di segreteria, 4 incontri di Coordinamento Nazionale, 3 incontri di Redazione rivista, 6 incontri del Coordinamento Piemonte, 5 del Coordinamento Lombardia, 6 del Coordinamento Veneto, 7 del Coordinamento Lazio.
La Segreteria
RIPORTIAMO QUI IL TESTO APPROVATO
NEL CONVEGNO DI SALSOMAGGIORE
I. LA FINALITÀ
di una organizzazione dei preti operai nazionale è la prima cosa da aver chiaro e da chiarirci e decidere. A che serve?
Perché preti operai italiani debbono/vogliono continuare a organizzarsi / coordinarsi a livello nazionale adesso?
Abbiamo iniziato a pensare:
* che la nostra esperienza di coordinamento a livello regionale ci ha permesso di capire la positività ed i limiti del nostro modo di incontrarci.
** che difficilmente è immaginabile un modo diverso, che non risulti poi solo una facciata o peggio.
Insomma, noi pensiamo che a livello, nazionale i passi da fare siano due:
* Che ogni regione si realizzi un coordinamento fra PO che sostenga i singoli PO nella loro vita, nella loro ricerca; e che faccia emergere il meglio di queste vite e di queste ricerche in un grande pluralismo, rispettante e stimolante.
** Che queste ricerche regionali possano essere coordinate tra loro portando i frutti della ricerca regionale alla conoscenza di tutti.
Che si inizi a ricercare delle convergenze: quali convergenze emergono dalla vita e dalla pratica dei PO in questi anni.
2. LE FORZE
in questa ipotesi sono di due tipi:
a. i pretioperai che tengono fermi i due poli del nome e continuano la ricerca in tal senso;
b. i coordinamenti regionali funzionanti davvero
* con disciplina e rigore
* con un’ipotesi di lavoro non leaderistica ma pluralistica
* con mezzi e strumenti propri
* cercando già a questo livello le convergenze.
È importante capire che i PO e i coordinamenti regionali non sono degli strumenti, bensì sono le forze.
3. GLI STRUMENTI
adeguati all’ipotesi e alle forze possono essere questi tre:
a. Un COORDINAMENTO nazionale che si riunisce ogni tre mesi
con due delegati per ogni regione
che espongono ciò che si sta tentando regionalmente
che ascoltano ciò che tentano gli altri
che riferiscono (per iscritto) ai vari PO della regione
che pensano sui vari cammini
che vedono le convergenze e le divergenze
si chiedono le motivazioni
eccetera.
b. Una SEGRETERIA nazionale
con il compito di portare avanti in modo intelligente il coordinamento nazionale
e di essere sentinella di quanto avviene nei vari Coordinamenti Regionali.
c. La RIVISTA
che è lo strumento in cui in modo ordinato vengono scritte le cose che emergono da questa ricerca, le testimonianze singole, le convergenze regionali, gli interrogativi.
Molto pluralistica, con una commissione di redazione composta dai delegati/rivista eletti di ogni regione.