Ricordiamo Gino Piccio / 4
Ci ho passato due settimane nella sua “tenuta” in campagna, dove svolgeva corsi di gruppo davvero stuzzicanti, anche a livello di comunicativa, abbinando i momenti di studio a quelli di lavoro manuale. Zanzare a parte (la sera sotto il pergolato Gino passava con vangate di zolfo per allontanarle) mi sono molto divertito ed anche appassionato a confrontarmi con una banda di giovinotti/e che potevano essere miei figli.
E lui aveva una parola per tutti, senza essere assillante. E molta vita vissuta.
Raccontava di quando, novello prete, era andato tra le mondine a fare gruppi di iniziativa popolare; e loro, quasi tutte comuniste, lo prendevano in giro (“Che ci fai tu qui?”). Ma diceva che aveva imparato più da loro che dalla teologia.
Aveva la sua “cattedrale” di latta con qualche panca o tronco d’albero a mo’ di seggiola, e lì ogni mattina chi voleva “si rivolgeva al Padre”, come diceva lui (non “pregare”, ma “rivolgersi”…ah la terminologia!).
Tutto ciò dopo aver fatto una sana ginnastica appena alzati; con questo vegliardo ottantenne che a forza di braccia si rizzava su una sedia a capo all’ingiù, standoci qualche secondo in posizione da atleta olimpico (“serve a far circolare meglio il sangue al cervello” diceva). Abbiamo provato anche noi: io sono rovinato a terra, ma anche i più giovani non han fatto migliori figure…
Lui faceva spesa, ma si cucinava a turno ed a turno si lavavano i piatti. Appena arrivati alla sua tenuta (un cascinale rimasto più o meno come un tempo, con una cucina vecchia maniera ed un telefono al muro), ha abbinato un maschio ed una femmina, tirando a sorte i nomi. Il maschio doveva disfare la valigia od i sacchi della femmina e farle la branda, sistemando tutto il vestiario in ordine. E viceversa.
A me è toccata una giovincella che anticipatamente se la rideva, pregustando il mio imbarazzo nel farle il letto, tirare fuori la biancheria, ecc ecc. Mai fatto con mia moglie. E poi con questa non avevo confidenza ovvio… Lei invece, tranquillissima e un po’ spavalda, mi ha fatto tutto in un baleno e senza il minimo imbarazzo. Ho (ri)scoperto l’intimità femminile ed il loro mondo che noi maschi non siamo in grado di apprezzare, spesso per distrazione o per presunta “superiorità” (siamo quelli che “dovrebbero” fare le cose sempre più importanti, ma non è vero).
Grazie Gino per questo.
La sera, dopo cena, ci si divideva ancora in gruppi e letteralmente si giocava coi sentimenti e col cervello, dando più libero sfogo alla fantasia ed alla creatività. Mi sono sentito ringiovanito quando me ne sono tornato a casa.
Ho anche assaggiato volentieri, tra una cantata e l’altra, ma con toni bassi perchè lui andava a dormire presto, la grappa col peperoncino, che consigliava a chi non fosse una “signorina” …Roba da toglierti il sonno.
Buon viaggio Gino, e che la terra ti sia lieve.
GRAZIANO GIUSTI