Frammenti di vita (4)
Lo scorso autunno presso l’ eremo di Argon, sulle alture bergamasche, si è tenuto uno dei consueti incontri del gruppo di Preti Operai lombardi, che nella sua agenda annoverava un ospite di riguardo: Riccardo Petrella.
Motivo della gradita visita del dottor Petrella all’ eremo di Argon, è stato quello di raccontare e raccontarsi al fine di individuare il profilo tematico del prossimo convegno dei PO che, come tutti gli anni si svolgerà i primi giorni di giugno 2019.
Intendimento del gruppo infatti, è quello di creare un “continuum” di contenuti, teso ad approfondire le tematiche fondanti che si pongono dinnanzi alle coscienze in questo momento storico. La consapevolezza, quindi, dell’inquietante direzione che il cammino di noi uomini/donne sta prendendo, non potrebbe non essere oggetto di considerazione da parte del gruppo dei PO, sentinella di una società accartocciata su sé stessa e ormai pressoché incapace di sussulti e slanci di ribellione rispetto ad un sistema che la vuole e la forgia a modi “ameba globale”.
Se il grido d’ allarme della sentinella vuole essere il contributo che ognuno di loro può e vuole dare, è inevitabile il dover posare lo sguardo disincantato e lucido sulla realtà che ci circonda.
Ecco quindi che il dottor Petrella si inserisce perfettamente in un disegno volto a fornire informazioni che diventino il motore delle coscienze.
Per la lunga esperienza maturata in ambito internazionale nell’ esercizio della sua professione, Riccardo Petrella è la persona giusta per contribuire a fare luce anche negli anfratti meno conosciuti del Sistema di cui tutti facciamo parte.
I temi proposti da Petrella per una riflessione sono legati a problematiche alle quali la società si è oramai assuefatta, non percependole più come problemi, ma come inesorabili modalità di vita nei cui confronti nulla è dato di fare nel tentativo di modificare qualcosa.
Facciamo un esempio. Consideriamo l’ argomento dei paradisi fiscali con la loro iniquità economica di fondo. Noi tutti abbiamo ormai metabolizzato, e quindi implicitamente giustificato, il fatto che i paradisi fiscali, per quanto iniqui, siano comunque legali e quindi giusti, giustificabili. Perché? Perché ci è stato fatto credere che tutto ciò che è legale è anche giusto e questo paralizza ogni nostro eventuale sano sussulto di ribellione.
E ancora. Com’ è possibile accogliere e tollerare come fosse cosa normale il fatto che il Presidente di Amazon guadagni 34 miliardi di dollari l’ anno? Guadagni cioè una cifra che una persona con una retribuzione mensile di 1000 euro, guadagnerebbe in 1000 anni di lavoro. Perché questo ci lascia indifferenti?
Come possiamo pensare che faccia parte della società contemporanea, accettandolo quasi come l’ inevitabile pedaggio del presunto progresso nel quale viviamo, il fatto che ogni anno muoiano 2 milioni di bambini per la mancanza di acqua?
Come possiamo accettare che il 20 % della popolazione mondiale consumi l’80% delle risorse del pianeta, che è la casa di tutti coloro che il pianeta lo abitano?
Non è un caso infatti che l’ uomo non sia considerato un abitante della terra, bensì uno straniero in terra. La sua persona infatti, acquisisce o perde diritti in funzione dei confini entro o al di fuori dei quali esso si muove. Il cittadino nazionale è sostanzialmente un oggetto patrimoniale dello stato a cui appartiene, lo stato nazionale è proprietario delle cittadinanze.
E ancora. L’ accenno tutt’ altro che scontato in merito al possesso da parte delle case farmaceutiche di brevetti (31.000 ad oggi) sul vivente/sulle molecole: le case farmaceutiche sono proprietarie della vita.
Com’ è possibile che tutto questo non susciti in noi la voglia, la necessità, il dovere morale di sottrarci a questo sistema?
Ecco quindi l’ accenno di Petrella alla forma pensiero voluta dal sistema, che è quella del concetto di ineluttabilità, di naturalità della guerra, di naturalità della disuguaglianza e dell’ iniquità.
Di nuovo quindi l’ invito a riflettere sul fatto che non è affatto scontato che ciò che è legale e comunemente accettato, sia anche giusto.
Petrella incita a partire dal locale, avendo però ben chiaro in mente che l’ obiettivo è il mondiale. Guai a pensare di non poter incidere sul mondiale perché così pensando si fa il gioco del Sistema.
Petrella conclude la chiacchierata con i PO con un duplice sguardo alle cose. Da un lato l’ amarezza nel constatare che “la vita è stata mercificata, tutto è diventato merce e che questa modalità ha ucciso ogni afflato spirituale dell’ uomo”. Dall’ altro lato il necessario impulso in tempi come quelli che stiamo attraversando, ad ergersi con risolutezza e coraggio nella consapevolezza che “La sacralità della vita vincerà se si lotta sul piano delle idee”.
E’ sul piano delle idee infatti che l’ impegno dei PO si fonda, nel tentativo di portare avanti la loro missione divulgativa nell’ ottica di un’ auspicata crescita delle coscienze che si fonda sull’ informazione, sulla vigilanza, sui modesti atti quotidiani che ci consentono di passare dall’ idea di un futuro migliore, alla realtà materiale di esso.
Ecco quindi l’ impegno dei PO a cercare quell’ equilibrio ideale tra il ruolo istituzionale di preti appunto, e quello pragmatico di persone calate, senza sconti, nel tessuto sociale che li accoglie.
Per questo loro duplice ruolo che è ciò che inconfondibilmente li connota, il gruppo dei PO individua una preziosa opportunità nel riscoprire e riproporre i Testi Sapienziali come faro che rischiara anima, cuore e mente dell’ uomo contemporaneo. Un ponte tra la deriva di smarrimento dei tempi attuali ed il saldo e sicuro approdo celato e radicato dietro all’ apparente sgretolarsi di una realtà che appare sempre più critica e difficile da affrontare.
In tempi come quelli attuali è a tutti gli effetti una sfida ed un compito quanto mai arduo ma imprescindibile, il tentativo, attraverso la lettura dei Testi Sapienziali, di rintracciare il supporto necessario a fronteggiare le criticità dei nostri giorni e l’impellenza di un cambio, o meglio di un’ evoluzione, delle coscienze.
Attingere alla sapienza millenaria della nostra cultura, che trova la sua origine nella dimensione di una saggezza profonda ed ancestrale, ci può aiutare a vedere le cose, o meglio, a percepirle intuitivamente, con lo sguardo di Dio.
I Testi Sapienziali ci ri-portano in contatto con le radici della nostra essenza di esseri umani provvisti di quell’ afflato spirituale, che Petrella opportunamente ricordava.
Flavia Laurenti