Il Vangelo nel tempo (1)
“Proprio in quei giorni, da Nazaret, un villaggio della Galilea, venne anche Gesù e si fece battezzare da Giovanni nel fiume“. (Mc 1,9)
Sono passati circa 3 mesi da quando Giovanni Battista ha dato inizio alla sua missione, a svolgere il suo ruolo di ‘apripista del Messia’: sollecitare menti e cuori a disporsi ad accogliere l’inviato di Dio Padre che stava per manifestarsi in pubblico.
A tutti coloro che andavano da lui, desiderosi di dare una svolta alla loro vita, come segno esteriore di questa volontà di cambiamento, li invitava ad entrare nel fiume Giordano per farsi battezzare. Quella mattina di Gennaio dell’anno 28, in attesa di compiere quel gesto penitenziale, c’è un uomo di circa 30 anni (cfr Lc 3,23 ), un falegname ( lett. un carpentiere ) di Nazaret : è Gesù.
Attratto dal richiamo del Battista, ha lasciato da qualche giorno la casa della madre; ha percorso a piedi i circa 140/150 km che separavano Nazaret dal luogo dove il Battista battezzava ed ora è lì, in fila come molti altri, in attesa di ricevere quel gesto esteriore che il Battista proponeva. L’evangelista Matteo è il solo a riportare la reazione del Battista appena gli compare davanti:
“Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni a me ?“
“Lascia fare per ora – gli replica Gesù – è bene che noi facciamo fino in fondo la volontà di Dio”. (Mt 3,14-15)
Aveva ricevuto dal Padre il mandato di condividere la condizione umana e a questa volontà vuole esserle fedele ‘senza se e senza ma’. Tutto ciò che caratterizza la nostra condizione umana, lo doveva essere anche per lui, perché, solo vivendola pienamente, poteva, a ragione, diventare modello per noi poveri esseri umani. Da qui la sua preferenza a presentarsi più come Figlio dell’uomo che come Figlio di Dio. Mi sono sempre chiesto il perché di questa sua preferenza. Questo particolare, a mio parere, non è stato sottolineato molto.
Le numerose generazioni di Maestri della legge (oggi preferiscono chiamarsi con altri nomi) che hanno animato il cammino storico della Chiesa, pur non negandolo (non potevano farlo, pena il negare la centralità del messaggio evangelico sintetizzato molto bene dall’evangelista Giovanni nel suo ‘prologo poetico’ (come lo definiva il card. Martini), però si sono mostrati molto restii a sottolinearlo. Motivo?
Secondo alcuni commentatori era perché avevano l’idea fissa che a più umanità dovesse corrispondere meno divinità. E pertanto chi cercava di far emergere questo aspetto nel cammino del popolo di Dio veniva guardato con diffidenza, con sospetto.
Anche ai giorni nostri nella predicazione questo aspetto sembra far fatica ad emergere.
Proviamo ad affrontare questa questione a partire da una domanda:
‘Cosa ha fatto Dio Padre per la salvezza del mondo?’
Nessuno degli attuali Maestri della legge avrebbe difficoltà a rispondere:
‘Ha voluto che suo Figlio si umanizzasse in un modesto galileo che si chiamava Gesù di Nazaret’.
L’apostolo Paolo lo ha sottolineato in maniera molto forte nella sua lettera ai cristiani della Comunità di Filippi. Parlando di Gesù di Nazaret afferma:
“Egli era come Dio, ma non conservò gelosamente il suo essere uguale a Dio. Rinunciò a tutto: diventò come un servo (lett. come uno schiavo), fu uomo tra gli uomini e visse conosciuto come uno di loro. Abbassò se stesso, fu obbediente (a questa scelta ?) fino alla morte, alla morte in croce” ( Fil 2,6-7 ).
Se questa è la strada che Dio Padre ha Voluto che fosse la strada del Figlio, perché non dovrebbe essere anche la strada della Chiesa, strada che dovrebbe scegliere ‘senza se e senza ma’ ?
Se Dio si è abbassato, umanizzato a tal punto per la salvezza di questo nostro povero mondo, perché l’istituzione religiosa, la gerarchia sacerdotale, è così molto restia a umanizzarsi, quindi a spogliarsi dei suoi gradi, dei suoi privilegi, specialmente in un momento della storia quando, sempre più si avverte che, più che le parole, i proclami, le prediche, contano le scelte di vita, i comportamenti coerenti con i valori evangelici ?
Perché si è così restii a scegliere questa strada? Forse perché affermare che la Chiesa deve diventare più umana, è un rubarle, ridurle la sua identità? O non è un chiarirla meglio?