Il Vangelo nel tempo:
silenzio di Dio (4)


 

Siamo nel primo pomeriggio di Mercoledì della Settimana Santa.
Gesù è in cammino per far ritorno a Betania. Con lui c’è il gruppo dei 12. Ha da poco lasciato il tempio e la città di Gerusalemme.
Annota l’evangelista Marco :

“Mentre Gesù usciva dal tempio uno dei discepoli gli disse: Maestro, guarda come sono grandi queste pietre e come sono magnifiche queste costruzioni!” (Mc 13,1).

Per niente interessato alla cosa, altri sono i suoi pensieri, gli replica:

“Vedi queste grandi costruzioni ? Ebbene, non rimarrà una sola pietra sull’altra : tutto sarà distrutto!” (Mc 13,2).

Fatto che avverrà circa 40 anni dopo per opera delle legioni romane comandate dal generale Tito, figlio dell’allora imperatore Vespasiano. Alla morte del padre verrà designato suo successore sul trono di Roma.

A tale annuncio, in un primo momento, nessuno del gruppo osa fargli domande. Giunti, però, in cima al monte degli ulivi, forse in un momento di sosta per riposare, alcuni del gruppo (Marco annota due coppie di fratelli) si avvicinano a lui e gli chiedono:

“Puoi dirci quando avverranno queste cose ? E quale sarà il segno che tutte queste cose stanno per accadere?” (Mc 13,4 ).

A questa loro richiesta Gesù risponde. Ma non si limita a rispondere a questo loro bisogno di chiarimento. Va oltre. Apre anzitutto una finestra sul loro personale cammino: anni per niente esaltanti dal punto di vista umano, anni di prove, ma anche ricchi di opportunità per dare testimonianza di Lui.

Per farci un’idea un po’ più storica di quanto in quella circostanza ha loro detto, basterebbe leggere i primi 10 capitoli degli Atti degli apostoli dove vengono fotografati i contrasti, le tensioni, i pericoli che di fatto alcuni di loro incontreranno. Alcuni di loro pagheranno perfino con la vita la loro fedeltà e il loro impegno a portare avanti quello che il Maestro aveva iniziato:

“Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura”. (Mc 16,15).

Un’altra finestra Gesù sembra aver aperto in quella circostanza: sulle tragedie che la storia avrebbe consegnato ai discepoli di ogni epoca. Lui ne elenca alcune: guerre, terremoti, carestie…. noi ne potremmo aggiungere altri che l’umanità ha incontrato in duemila anni di storia.
Una è quella che attualmente ci sta facendo incontrare: la pandemia da Covid-19.

Di fronte a queste tragedie quello che Gesù sembra suggerire non è tanto cosa fare perché non succedano più, (lui sembra sottolineare che questo sarà il compito dello Spirito Santo) quanto piuttosto con quale spirito affrontarle, viverle, interpretarle:

“Non lasciatevi prendere dall’angoscia”.
“E’ necessario che questi fatti succedano”.
“Sono come quando incominciano i dolori del parto”.

Quasi a voler sottolineare che è solo il succedere di queste tragedie che viene data all’umanità la possibilità di capire cosa e dove di questo nostro mondo deve essere cambiato se ci sta a cuore costruire un futuro più vivibile, più sereno per tutti, nessuno escluso.

Andiamo ad esempio col pensiero a cosa ci sta dicendo la pandemia da Covid-19.
Prima di questa pandemia il sistema attuale, cioè come attualmente la società, i rapporti tra i popoli come sono organizzati, è stato considerato e viene considerato il miglior sistema possibile, bisognoso solo di piccoli ritocchi, di piccole riforme.

Ora, anche nel cosiddetto mondo ricco, il mondo occidentale che di questo sistema è l’artefice, sempre più uomini e donne avvertono, grazie al Covid-19, l’urgenza di rivoltarlo come un calzino.
Se non lo si cambia, senza se e senza ma, nella sua logica, nelle sue leggi fondanti, nel suo modo di usare le risorse della terra, nel come investire i frutti del lavoro umano, nel come rapportarci tra i vari mondi, un futuro più vivibile, più sereno per tutti, nessuno escluso, sarà solo una pia illusione.

Dopo questa pandemia da Covid-19 molti aspetti di questo sistema (qualcuno, anche se sottovoce, giunge a dire niente) non potranno e non dovranno essere più come prima se ci sta a cuore il futuro della ‘Casa comune’ con tutti i suoi inquilini, nessuno escluso.

Abbiamo una grossa opportunità per far sì che questo nostro mondo diventi un po’ più somigliante al mondo sognato da Dio Padre (= il Regno di Dio): non sprechiamola!

Che lo Spirito di Gesù continui a sollecitare menti e cuori perché vengano fatte scelte politiche coerenti con quello che la pandemia da Covid-19 ci sta dicendo.

Giorgio Bersani


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