Frammenti di vita raccontati dai PO
nel decimo anniversario della nostra rivista


 

1. Immigrante

 
Lottando a denti stretti
per l’umiliante paga di un giorno
mi guadagno il pane sudando dolore e sangue
in questa terra di sconosciuti!
Vivo incatenato
a un correre impazzito
di treni, metrò, autobus,
di gente, stipendi o sindacati,
ladri padroni e scrocconi.
Per questo mondo di… merda,
estraneo al mio modo di vivere
ho lasciato la mia casetta e la mia terra.
Ho perso la libertà…
Ho perso casa e pace insieme.
Ho lasciato la mia gente e ho conosciuto l’inganno
di un vivere sporco in strade asfaltate.
Ho perso i miei figli, mia moglie, me stesso!
Perdo la mia vita quotidianamente.
Rinchiuso giorno e notte
festivi e feriali, tra le sbarre
di fabbriche malsane
creo ricchezze che io non vedrò mai.
Mi guadagno il pane sudando dolore e sangue!

(Buenos Aires, 24 ottobre 1975)


 

2. Colpo di stato

 

Incubo
di un popolo che sognava libertà
il risveglio.
La radio prostituisce la sua funzione:
assenza di folklore e di chitarra;
musica estranea
di popoli dominatori;
come tela di fondo
alle leggi di terrore
sinfonie… macabre!
Lento e rossiccio Paranà,
prepara le tue viscere di piraña
per divorare i morti!
I bianchi cigni dei tuoi laghi,
verde Palermo,
si convertono in civette di malaugurio
di un tragico destino!
Un avvenire interrotto
da vile tradimento
cospirato durante gli anni

di falsa libertà.
Vanno i militari come padroni
nella strada ammutolita
a reprimere!
Vanno i gorilla su carriarmati neri
come alberi senza foglie,
con rami di… bazooka,
itakas e cannoni
a reprimere!
Si sente inconfondibile
il crepitare della mitraglia
su… chiunque
e sui suoi “complici”:
la madre, la moglie e i suoi figli,
gli amici e i parenti.
Lampeggia sinistra
la stella militare
e illumina a giorno
la strada senza uscita
della repressione.
Picchia, picchia ancora una volta la dittatura.
L’antipopolo avanza contro il popolo,
distrugge focolari,silenzi e speranze.
È il terrore!

(Buenos Aires, 24 marzo 1976)

Raffaele Boi


 

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