nel decimo anniversario della nostra rivista
1. Immigrante
Lottando a denti stretti
per l’umiliante paga di un giorno
mi guadagno il pane sudando dolore e sangue
in questa terra di sconosciuti!
Vivo incatenato
a un correre impazzito
di treni, metrò, autobus,
di gente, stipendi o sindacati,
ladri padroni e scrocconi.
Per questo mondo di… merda,
estraneo al mio modo di vivere
ho lasciato la mia casetta e la mia terra.
Ho perso la libertà…
Ho perso casa e pace insieme.
Ho lasciato la mia gente e ho conosciuto l’inganno
di un vivere sporco in strade asfaltate.
Ho perso i miei figli, mia moglie, me stesso!
Perdo la mia vita quotidianamente.
Rinchiuso giorno e notte
festivi e feriali, tra le sbarre
di fabbriche malsane
creo ricchezze che io non vedrò mai.
Mi guadagno il pane sudando dolore e sangue!
2. Colpo di stato
Incubo
di un popolo che sognava libertà
il risveglio.
La radio prostituisce la sua funzione:
assenza di folklore e di chitarra;
musica estranea
di popoli dominatori;
come tela di fondo
alle leggi di terrore
sinfonie… macabre!
Lento e rossiccio Paranà,
prepara le tue viscere di piraña
per divorare i morti!
I bianchi cigni dei tuoi laghi,
verde Palermo,
si convertono in civette di malaugurio
di un tragico destino!
Un avvenire interrotto
da vile tradimento
cospirato durante gli anni
Vanno i militari come padroni
nella strada ammutolita
a reprimere!
Vanno i gorilla su carriarmati neri
come alberi senza foglie,
con rami di… bazooka,
itakas e cannoni
a reprimere!
Si sente inconfondibile
il crepitare della mitraglia
su… chiunque
e sui suoi “complici”:
la madre, la moglie e i suoi figli,
gli amici e i parenti.
Lampeggia sinistra
la stella militare
e illumina a giorno
la strada senza uscita
della repressione.
Picchia, picchia ancora una volta la dittatura.
L’antipopolo avanza contro il popolo,
distrugge focolari,silenzi e speranze.
È il terrore!
(Buenos Aires, 24 marzo 1976)
Raffaele Boi
frammenti di vita raccontati dai PO