Ci scrivono
Tra le figure più rappresentative del cattolicesimo italiano del novecento va ricordato Giuseppe Lazzati, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Padre Sorge nell’ultimo numero di “Aggiornamenti sociali” lo definisce un “mediatore culturale” dei valori cristiani e un assertore del “primato della dimensione morale nella costruzione della città dell’uomo”.
Chi fu Giuseppe Lazzati? Nato a Milano, si laurea in lettere presso l’Università Cattolica, di cui sarà rettore dal 1968 al 1983. Animatore dell’Azione Cattolica milanese, fu presidente diocesano dal 1934 al 1945. Di solida formazione democratica, antifascista convinto, nel settembre del ’43 viene deportato nei campi di concentramento, prima in Polonia poi in Germania. Dopo la liberazione del 31 agosto 1945 ritorna a Milano. Nel 1948 è eletto al Parlamento della nuova repubblica. A partire dagli anni cinquanta una grande affinità spirituale e teologica lo lega a Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, che gli affida nel periodo del Concilio la direzione del quotidiano della Curia milanese “L’Italia”. Il giornale diviene ben presto un prezioso osservatorio dei lavori conciliari. È quindi tra i promotori del primo convegno ecclesiale Evangelizzazione e Promozione Umana, che si svolge a Roma nel 1976. Negli ultimi anni della sua vita (si spegnerà nel maggio dell’86) si dedica al movimento politico – sociale da lui creato “Una città dell’Uomo”, partendo dall’assunto che la politica è la forma più alta e nobile dell’agire umano.
Ripartire dalla città e dai suoi bisogni concreti deve costituire secondo Lazzati una esigenza che interroga il credente, ancorandola ad una visione etica della politica ben lontana dal pragmatismo angusto o dall’astrattezza ideologica dei partiti. Da qui il suo concetto di laicità, che deriva da una intrinseca unità tra fede e vita. Per lui l’impegno del cristiano come laico nella società nasce dalla consapevolezza di operare nei vari campi (politico, culturale, professionale) da cittadino come tutti gli altri, aggiungendovi però di suo uno stile peculiare. Il cristiano è infatti chiamato, per vocazione, a servire, ad agire con il sostegno della grazia e delle virtù cristiane, a trasformare il mondo secondo il disegno di Dio e in collaborazione con tutti gli uomini.
Con qualche decennio di anticipo Giuseppe Lazzati seppe delineare all’interno della Chiesa la preminente funzione evangelizzatrice di un laicato adulto, partendo dal presupposto che il laico ha una spiritualità propria che si traduce in coerente spirito di servizio.
Pippo La Barba