Il Vangelo nel tempo:
silenzio di Dio (2)
1) Premessa
Le mie più recenti letture teologiche (da “consumatore”, direbbe don Cece, non da teologo…) mi stanno accompagnando a intuire che l’immagine di un Dio personale sia ormai da superare. E mi piace (!) pensare che forse Teilhard cent’anni fa stava già incamminandosi in questa direzione, quando scriveva:
“Il mio interesse e la mia preoccupazione è stabilire e diffondere una nuova religione – possiamo dire “un cristianesimo migliorato” – in cui il Dio personale smetta di essere il grande proprietario neolitico di un tempo, al fine di apparire come l’anima del mondo; il nostro panorama culturale e religioso attuale reclama questa trasformazione.”
Oggi però per questa nostra umanità sarebbe già un grande passo avanti superare l’immagine del vecchio barbuto della Sistina, per arrivare a quella evangelica del padre che aspetta (in silenzio, sì) il ritorno del figlio “prodigo” per riabbracciarlo e fare festa.
Smettiamola almeno di continuare a immaginarcelo come il bel vecchio barbuto di Michelangelo: se no, rischiamo di pensarlo così inorridito per i guai che questa nostra povera umanità gli sta combinando, da ritirarsi nel silenzio, non prima – comunque – di averci distrutto, come ai tempi del diluvio…
2) Un Dio messo a tacere dalla nostra imbecillità superba
Come ai tempi del Titanic, più di un secolo fa. Era la nave inaffondabile, destinata a collegare stabilmente due continenti, quelli del progresso inarrestabile. È bastato un iceberg in una notte di grande festa durante il solenne viaggio di inaugurazione per demolire il sogno di un futuro di festa, esito certo (?) del sogno di uno sviluppo economico illimitato. Era l’aprile del 1912 e già stavano pensando a una bella guerra per regolare i conti tra i diversi capitalismi nazionali: e fu la prima guerra mondiale, appunto.
Così oggi, l’imbecillità superba di questa nuova fase dello sviluppo capitalistico illimitato, distruttivo e suicida; dentro la quale il nostro Nord sempre più longevo tenta la presuntuosa follia di spingere la vita fino ai 120 anni. Così c’è chi ha fatto affari enormi raccogliendo nelle RSA noi vecchi, sempre più numerosi e sempre più vecchi. Mentre i virus corona si stavano facendo largo in questo pianeta sempre più malmesso; fino a questo Covid-19 che ha fatto una prima scrematura (si può dire, vero?) dei vecchi nelle nostre civiltà “evolute”.
E intanto Dio se ne sta in silenzio1… Sì, il silenzio di Dio: Dio è stato messo a tacere. Dalla nostra imbecillità, appunto.
3) Elia, Simone Weil, Alda Merini: il Dio del silenzio.
a) La voce di silenzio sottile del Dio di Elia (circa 870 a.C.)
Mi ha sempre affascinato quel Dio che permette ad Elia di vederlo solo di spalle: Dio non vuole assordarci nel fragore del terremoto o abbagliarci nel fulmine; sceglie di svelarsi nel sussurro del vento: “Dopo la folgore, ci fu il mormorio di un vento leggero.” Meglio ancora, si svela nel silenzio: infatti “il mormorio del vento leggero” è detto in ebraico con tre parole che letteralmente si possono tradurre così: una voce di silenzio sottile.
Sì, è nel silenzio che il profeta riconosce il Dio che gli parla.
b) Di più, il silenzio è la parola che Dio ci rivolge, segreta parola d’amore; così intuisce Simone Weil (1942 circa):
Chi è capace non solo di gridare
ma anche di ascoltare,
intende la risposta.
Questa risposta è il silenzio.
È il silenzio eterno.
Chi è capace non solo di ascoltare,
ma anche di amare,
intende questo silenzio
come la parola di Dio.
Le creature parlano con dei suoni.
La parola di Dio è silenzio.
La segreta parola d’amore di Dio
non può essere altro che silenzio.
c) Di più ancora: il silenzio è Dio; così Alda Merini in una sua straordinariamente semplice preghiera del 2001: sì, il silenzio è Dio; un silenzio che non vuole opprimere… è solo una nuvola di canto:
Gesù,
per coloro che hanno perso la mente
e i princìpi della ragione, (…)
per coloro che non sanno gridare
perché nessuno li ascolta, (…)
apri le grandi porte del Paradiso
e fa’ loro vedere
che la tua mano
era fresca e vellutata,
come qualsiasi fiore,
e che forse loro troppo audaci
non hanno capito che il silenzio era Dio
e si sono sentiti oppressi
da questo silenzio
che era solo una nuvola di canto.
4) Ma come possiamo ascoltare…
Ma come possiamo ascoltare quel silenzio che è Dio, se la nostra umanità lo sta coprendo con il suo urlo?
Mi torna alla mente l’immagine di Edvard Munch (L’urlo / 1910: due anni prima del Titanic!) e mi viene istintivo collegarlo all’urlo delle ambulanze che qualche mese fa facevano la spola dal quartiere all’ospedale.
Passati quei giorni tremendi, mi sembra di riuscire a riconoscere – sotto quell’urlo – una voce di silenzio sottile, che insistente (e però non oppressiva, direbbe Alda Merini) ripete all’umanità vivente sul pianeta (e quindi a ciascuno di noi):
Ecco, tu sei piccola e precaria, sempre e comunque;
piccola, sì, molto, molto meno
di un miliardesimo della vita esistente sul pianeta Terra;
e il pianeta Terra è un miliardesimo dei corpi
che si muovono nella Galassia;
e la nostra Galassia è molto, molto meno
di un miliardesimo delle galassie che si muovono nel cosmo.
Ecco, tu sei piccola piccola…
Luigi Consonni
1 Sotto il titolo “timide riflessioni sull’oggi”, Don Marcello Brunini, parroco del Varignano a Porto Venere (La Spezia), durante la Settimana Santa 2020 si pone la domanda “Ma perché Dio tace?”, sviluppando alcune belle meditazioni attorno al tema del silenzio di Dio.