Sguardi e voci dalla stiva (1)


 

 

PREMESSA

Questa riflessione è formulata mentre lo sviluppo della tanto temuta ed annunciata ‘seconda ondata’ della pandemia sembra, ogni giorno più rapidamente, creare situazioni di allarme e di sovraccarico delle capacità (o più a fondo volontà- intelligenza) di intervento da parte del governo e/o delle altre autorità competenti, protezione civile, regioni. Per definizione dunque i commenti che si propongono non pretendono di ‘tirare le somme’ di qualcosa che è ancora, e tanto confusamente, in atto: non solo in Italia.
Con un’altra premessa: la pandemia è classificata come un evento ‘sanitario’ (non per nulla è stata la Organizzazione della Sanità (OMS) a dichiarare ufficialmente che il contagio originato in Cina si era fatto globale, e coinvolgeva perciò le responsabilità dirette di tutti i Paesi): di fatto, per la sua estensione e le sue implicazioni, mai come in questo caso la ‘sanità’, in tutti i suoi aspetti, non è altro che un ‘indicatore’ di intrecci di cause e di effetti che toccano la vita di una società: i suoi valori, i suoi modelli di sviluppo, i suoi poteri, la sua storia,…: il ‘dito’ della sanità diventa comprensibile se obbliga veramente a guardare la ‘Luna’.
La conseguenza di questa premessa è molto semplice ed importante (ed è bene sottolinearla, anche per tener conto di una mia possibile parzialità di medico e ricercatore, oltre che di cittadino interessato e coinvolto nel campo dei diritti umani e dei popoli): un commento che pretendesse di essere onnicomprensivo su una vicenda tanto grave ed in corso sarebbe per definizione inattendibile e arrogante: quanto viene proposto è un percorso che esplora la complessità (e la inevitabile ambivalenza e parzialità) dei fatti, per identificarne fili conduttori con cui confrontarsi: non da lettori o spettatori, più o meno curiosi o coinvolti, ma come cittadini che stanno vivendo (volenti o meno) una esperienza ‘storica’, nel senso più forte del termine: come e più di una guerra dichiarata e combattuta tra eserciti, la pandemia è stata, e sarà, tempo e strumento che mette ancor più allo scoperto: da una parte i conflitti di fondo che la globalizzazione ha introdotto con sempre maggior violenza nella storia nostra, soprattutto negli ultimi 30 anni; dall’altra parte le opportunità, le prospettive, i rischi, le scelte che si presentano per un ‘dopo’, che è già presente e nel quale sarebbe imprescindibile che le ‘nuove generazioni’ non entrassero con troppi ‘debiti da pagare ed handicap da riabilitare’ (non solo ne’ prevalentemente economici, ma culturali e di civiltà).
La premessa può sembrare lunga, ma era indispensabile per meglio comprendere la decisione di raggruppare i commenti attorno ad alcune parole-chiave, che dovrebbero facilitare la visibilità di un percorso da condividere, ma soprattutto tale da stimolare uno sguardo autonomo e di futuro.
La Tabella in fondo riassume gli elementi conoscitivi essenziali che devono essere tenuti presenti, dal punto di vista sanitario, come quadro di riferimento per comprendere meglio il perché della scelta delle parole chiave e dei relativi commenti.

PANDEMIA – PANDEMIE

La prima ed imprescindibile constatazione da cui partire, e da cui dipende la articolazione e la comprensione di tutto il resto è molto semplice: la pandemia Covid 2019 è il ‘dito’ sanitario che indica la ‘luna’ globale di tutti i virus-contagi-patologie che ‘normalmente’ accompagnano la storia che viviamo, e che permanentemente assegnano minoranze/popolazioni/maggioranze a non avere ‘respiro sufficiente’ per vivere. I nomi di queste pandemie sono molto noti, dichiarati non di competenza sanitaria, incurabili, travestiti con definizioni che ne mascherano gli ‘effetti reali’ chiamandoli ‘effetti indesiderati’: pandemia delle disuguaglianze crescenti che sono il prodotto previsto e pianificato dei modelli economici di sviluppo, con effetti a cascata, tra regioni del mondo e all’interno dei singoli paesi; sotto nutrizione fino al ‘trattamento inumano e degradante’ (è la definizione di ‘tortura’ nel diritto internazionale) della fame; inaccessibilità ai beni comuni dell’acqua, delle condizioni igieniche minime, della educazione, dei farmaci salvavita; condizioni di lavoro schiavo; traffico di esseri umani;…
L’elenco può continuare. Queste pandemie, permangono, anche se non sono così presenti nella cronaca, non sono state ‘sostituite’ dal Covid-19. I loro numeri di ‘morti’ non sono certo meno impressionanti. Mentre la pandemia che stiamo vivendo iniziava, alla fine del 2019, un articolo scientifico su una delle riviste più prestigiose, con la firma di centinaia di ricercatori, documentava che nei primi 17 anni del nostro secolo le pandemie sopra ricordate avevano prodotto 123 milioni di ‘morti sostanzialmente evitabili solo nell’età pediatrica’.

ECCESSO

È stata (e continua ad essere) una delle parole più utilizzate nella cronaca corrente e nei rapporti ufficiali per quantificare l’impatto del Covid19 in termini di mortalità: rispetto ad un periodo di pari durata di uno o più anni precedenti, il numero di morti ‘in più’ qualificato come un ‘eccesso’. Misura di gravità. Protagonista dei bollettini della protezione civile, delle autorità sanitarie. Sera dopo sera. Forse riprenderanno anche per la seconda ‘ondata’: perché l’eccesso prende la forma e la suggestione di un’onda: qualcosa che c’è, ma passa: quasi a suggerire anche: non si può evitare, non cerchiamo troppo, né poco, cause o responsabilità. Come per tutti i disastri. I terremoti. E poi basta confrontarci con gli altri paesi. In fondo è come in guerra. Se ne può discutere, in tutti i talk-show. Per giustificare o terrorizzare.
L’eccesso è come un vizio. Si può correggere. Bisogna impegnarsi….
In una società che bombarda di dati, numeri, stime, previsioni relative alle borse, alle ricchezze, a non importa che cosa, l’unica cosa che fa da comune denominatore, e da nebbia – per i morti delle RSA, delle terapie intensive, per le loro storie che faticano anche a trovare strade legali di affermazione – è questo termine neutro: che evita giustificazioni, spiegazioni, scuse. Certo, non sarebbe altrettanto neutro sentire dire, e prendere misure conseguenti: “questo eccesso è dovuto all’effetto combinato di un virus su cui riconosciamo un’ignoranza non innocente, aggravata da una incompetenza ed inefficienza che erano evitabili, peggiorate da una non volontà-capacità di comunicazione…”.
Come per la ricchezza dell’1% degli abitanti del pianeta, l’eccesso mira a suggerire un destino, e a rendere normale pensare che le persone che ne sono vittime sono cittadini senza diritto di ascolto, di parola, di attenzione.

AUTORITÀ – AUTOREVOLEZZA

L’impotenza-ignoranza ‘pandemica’ sul Covid19 ha attivato tante commissioni ‘scientifiche’ che hanno avuto (e sembra che siano intenzionate ad avere…) come criterio fondamentale di giudizio e di comportamento che la ‘scienza’ per definizione deve essere calata dall’alto, deve darsi regole segrete di non-trasparenza, favorire una cultura della competitività…: e soprattutto non riconoscere mai in modo esplicito, semplice di ‘non sapere’. Con un gioco fin troppo scoperto di scambio e connivenza di ruoli con le autorità che nominano/utilizzano gli esperti di turno. Il fenomeno non è stato certo solo italiano. La pandemia-dito di un virus che gli scienziati conoscono fino all’ultimo dettaglio per quanto riguarda la sua struttura, salvo ignorarne sostanzialmente il modo di funzionare, e perciò di controllarlo) ha messo in evidenza la luna globale di un mondo che prende decisioni che hanno legalmente forza di autorità, senza avere l’autorevolezza di giustificare e rendere trasparenti i limiti strutturali delle conoscenze che si hanno. Per prendere un caso macroscopico (fuori dal campo sanitario): quale è l’autorevolezza con la quale si sono decisi gli stanziamenti economici, complessivi o diversi, di fronte ad una ignoranza totale dei danni e dei programmi necessari? E quale è il rapporto tra i costi economici e quelli umani, quando è iper noto che le variabili ‘umane’ non entrano se non come elemento secondario negli algoritmi che fondano le decisioni degli economisti/banchieri? I dati ufficiali delle agenzie delle Nazioni Unite documentano in modo ‘autorevole‘ (con dati reali e ben pubblicizzati) che mentre mascherine e tamponi sembrano ancora, dopo tanti mesi affidati al caso (o agli interessi dei privati) , il mercato di tutti i materiali per l’agire in sicurezza è oggi uno dei più fiorenti e competitivi : confermando la pandemia della disuguaglianza , perché l’accessibilità a quei beni è sostanzialmente limitata ai paesi ‘ricchi’. La disponibilità di strumenti diagnostico terapeutici e di dispositivi di protezione è stata stimata 100 volte inferiore nei paesi poveri.

CITTADINANZA – TRASPARENZA – DEMOCRAZIA

È documentato che in tutte le emergenze ed i disastri vale la regola ben quantificata dal Titanic: l’eccesso dei morti riflette strettamente le divisioni di classe. I dati disponibili per i paesi europei (pochi), o negli Stati Uniti (molti e dettagliati), o in Brasile, India lo confermano. Non è certo una sorpresa. Il Covid-19 ha come effetto principale quello di rendere più visibile la realtà dell’impatto delle condizioni sfavorevoli sulla fruibilità dei diritti fondamentali, di cui la salute ed il diritto alla vita sono indicatori sensibili, anche in un paese come l’Italia che ha una tradizione di welfare che si è tradotta in un SSN. Il Covid-19 ha rivelato in modo macroscopico quanto da anni si denunciava come un degrado progressivo, in termini di bilanci assegnati alla sanità, alla educazione, alla lotta alla povertà e alla marginalità. Il ‘dopo’ che verrà sarà strettamente dipendente non dal numero più o meno sufficiente di posti letto (questo è uno degli indicatori, non è la misura di un ‘cambio’ strutturale) , ma da politiche capaci di ridare priorità ai diritti costituzionali attribuiti ai bisogni concreti, e non solo affermati, in tutti i campi nei quali si è imposta la logica della disuguaglianza: il lavoro, il destino dei giovani, la scuola, una partecipazione reale ai processi decisionali sull’ambiente. Le vittime ‘in eccesso’ avranno giustizia (al di là degli improbabili processi ai ‘responsabili’, se le vittime quotidiane e permanenti delle disuguaglianze troveranno il loro riconoscimento come soggetti inviolabili dei loro diritti fondamentali.
Non è facile riconoscere segni concreti di questa conversione di mentalità e progettualità di civiltà che occupa tante dichiarazioni di politici, e tanto meno imprenditori.

PROGETTO

La logica dominante delle strategie messe in atto per contrastare il Covid-19 è stata e continua ad essere quella della protezione civile e della sicurezza. Tutte le misure di protezione sono più che legittime e devono essere osservate. Il peso ‘storico’ della pandemia (vedi sopra) può rivelarsi una opportunità se corrisponde ad un progetto chiaro e condiviso. L’assenza di una strategia progettuale è invece la costante più evidente anche della gestione della ‘ondata’ che stiamo vivendo. Non sappiamo quanto durerà la componente strettamente sanitaria della pandemia. Come ricordato nella Tabella, affidarsi al vaccino è una ipotesi tutta da verificare. Molto più critica – senza ‘vaccini politici o sociali’ oggi discernibili- è la disponibilità di un progetto, necessariamente di lunga durata, dato il degrado politico e di cultura-prassi di partecipazione degli ultimi lunghi anni.

MIGRANTI

In Italia, come in Europa, la migrazione continua ad essere il vero test della volontà di ridare ad una cittadinanza sostanziale di tutti gli umani il ruolo di protagonista per una civiltà degna di questo nome.
Il ‘genocidio del popolo dei migranti’ è diventato ancor più invisibile nella cronaca degli ‘eccessi di morti per Covid-19’. Si sa da sempre che, nei singoli paesi e negli scenari internazionali, i diritti fondamentali sono indivisibili ed inclusivi. Non si possono promuovere ed applicare escludendo minoranze o diversità.
La pandemia sanitaria avrà un impatto ‘storico’ se diventa progetto di ricerca che tocca tutti gli umani. Senza distinzioni.

LAUDATO SI’ – FRATELLI TUTTI

Concludere con un rimando ai due documenti di Francesco non è un rito. I contenuti sono noti. La loro carica di utopia anche. Non ci sono novità ‘tecniche’ in questi testi. Il loro contributo più di fondo è il chiamare per nome i problemi, le cause, i protagonisti propositivi che ritornano ad essere i movimenti: non l’uno o l’altro: tutti i movimenti che si intravedono, nella loro diversità e complementarietà dietro le tante citazioni che ne fa Francesco, con i loro volti, le loro storie, la loro resistenza-resilienza. Tutti quelli che prendono sul serio la necessità di condividere un progetto: coscienti di essere oggi in un tempo che avendo come progetto quello di essere ‘post-umano’ non prevede un ruolo per i diritti degli umani: per un mondo globale che lungo i decenni che hanno segnato il passaggio tra i millenni ha dato potere e cittadinanza senza confini e senza limiti alle merci, non può esserci risposta che non abbia la pretesa ed il progetto radicale di riportare gli umani , tutti, ad essere i soggetti dei loro diritti, della loro storia, della loro dignità.

Gianni Tognoni


 

TABELLA PER UNO SGUARDO RIASSUNTIVO
SUGLI ASPETTI SANITARI DELLA PANDEMIA

  1. Nonostante la enorme concentrazione di risorse e linee di ricerca, con le tecnologie più avanzate, ed in tutto il mondo, le conoscenze messe a disposizione dalla/nella ‘comunità scientifica’ (si contano in decine di migliaia gli articoli pubblicati in meno di un anno…) sono a tuttora precarie rispetto alle domande più critiche: modalità precise e prevedibili di contagiosità; cause della fortissima variabilità dei tempi e dei modi di trasformazione del contagio dalle fasi di assenza/lievità dei sintomi alle fasi di terapia intensiva; suscettibilità minima/nulla dell’età pediatrica a contagi con caratteri clinici di gravità; probabilità di ricorrenza delle espressioni cliniche del contagio.
  2. Non ci sono a tutt’oggi ‘cure’ risolutive per nessuna delle fasi del contagio: i farmaci ed i presidi usati nelle terapie intensive appartengono a categorie terapeutiche note da sempre, e di cui si sono meglio indirizzati i criteri di uso.
  3. Tanti sono i farmaci o le strategie mediche che sono stati proposti per controllare o per ritardare o per prevenire l’evoluzione del contagio: per nessuna di queste proposte esisti o dati affidabili di efficacia che ne permettano/richiedano l’uso.
  4. Tra i tanti vaccini che si dicono in fase di sviluppo (molte decine…), i primi dichiarati disponibili per fine 2020/inizio 2021 potranno essere somministrati in modo molto ristretto a categorie più a rischio (come il personale sanitario…) non prima della primavera 2021.
  5. I tempi previsti per fare di vaccini ‘efficaci e sicuri’ una risposta estesa, o addirittura generalizzata, alla pandemia sono dell’ordine di ‘pochi’, ma reali, anni.
  6. Il capitolo dei costi e dell’accessibilità a questi vaccini (così come agli anticorpi che potrebbero affiancarli/sostituirli) corrisponde ad una fase particolarmente critica ed esemplare della ‘guerra’, economico- giuridica sulla qualificazione di beni/risorse salva vita come ‘beni comuni’ (= accessibili a tutti a costi ‘non di mercato’ sostenuti dallo stato) o come ‘prodotti proprietari’, e come tali oggetto di trattative ad hoc. L’esito di questa vera e propria guerra globale, con ovvi interessi economici (stimati in ‘trilioni’ di dollari o euro) dipenderà da chi sarà/nno i vincitori della corsa industriale e commerciale in cui il mix pubblico/privato è sempre più stretto.
  7. Le misure di distanziamento (fisico, spaziale : non sociale!) sono le uniche da osservare seriamente e responsabilmente: sperando che l’informazione su tutto ciò che mira a ‘contenere’ il virus sia comunicato e monitorato come un esercizio di democrazia e partecipazione, e non con le strategie confuse e confondenti (troppo frequenti ed abusate) che mascherano carenze politiche e decisionali, mancanza di buon senso, cultura di paura e di falsa sicurezza (il ricorso al ‘coprifuoco notturno’ è il segno riassuntivo perfetto della irresponsabile confusione tra i piani e gli obiettivi; così come la ‘mano dura ed immotivata su pezzi della cultura…).


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