Per una memoria viva (1)
Ti ringraziamo o Gesù, Figlio dell’uomo,
perché ci hai rivelato un Dio dal volto umano,
un padre, che non è più saggio del bambino,
che gioca con le nubi e col vento,
che gioca col sogno e con la fantasia delle sue creature,
che spinge le speranze degli uomini,
fino a farne certezze per cui dare la vita.
Ti chiediamo, o Signore,
che ci siano ancora i boschi e gli alberi,
che ci siano uccelli nell’aria,
che la luna e le stelle siano ancora meraviglie,
che ci sia il fuoco per chi ha freddo e frutti per chi ha fame,
che ci siano sempre innamorati e vagabondi,
il vino e i giochi,
ma soprattutto che non cessi mai nel cuore dell’uomo
la speranza umana,
la solidarietà con gli sfruttati,
la certezza che domani abbatteremo ciò che è vecchio,
per fare la novità del Vangelo.
Per questo mistero di salvezza, Gesù, figlio dell’uomo,
prendici nel tuo amore e nella tua passione per gli ultimi.
Nato povero, hai conosciuto la stanchezza e la fame,
hai condiviso le delusioni e le speranze
della povera gente, del popolo:
il pianto della vedova per l’unico figlio morto,
il tormento del padre che ha il ragazzo epilettico,
l’angoscia della vecchietta spogliata dai medici di tutte le sue sostanze.
Ma soprattutto, o figlio dell’uomo,
per questi ultimi, per questi svantaggiati,
ti sei messo contro la legge,
hai combattuto il potere civile e religioso.
Hai fatto di questi ultimi
la profezia vivente del tuo regno che viene,
che è già in mezzo a noi quando hai detto:
“Ai poveri è annunciata la buona novella”.
Per questa scelta ti sei guadagnato la morte sulla croce.
Hai rivelato ed annunziato un Dio dal volto umano,
un Dio il cui destino è lo stesso di quello dell’uomo,
il cui futuro è lo stesso futuro dei torturati, dei peccatori,
dei maledetti, degli eretici, dei senza Dio.
Ora comprendiamo che tutto questo è la minaccia più radicale
ai nostri compromessi, la distruzione delle nostre sicurezze,
soprattutto l’annuncio di un nuovo potere,
di una nuova speranza.
Per questo la tua cena d’addio, che ci hai comandato di ripetere,
non è stata un rituale sacro,
ma il dono della tua vita, inizio della nuova umanità.
Manda dunque il tuo Spirito, o Padre, su questi nostri doni.
Rendi la nostra vita più simile a quella del Figlio dell’uomo.
Poiché la stessa notte in cui veniva tradito, prese il pane nelle sue mani.
Poi lo spezzò e disse:
Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che è dato per voi.
Fate questo in memoria di me.
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice e disse:
Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue.
Fate questo in memoria di me.
Per la forza di questo pane e di questo vino,
aiutaci, o Padre, a vivere
la nostra condizione di credenti in Gesù e nella sua parola.
Liberaci da ogni fede nella legge, nel tempio, nel sabato
ed aiutaci a credere negli ultimi, nelle lotte degli sfruttati,
dei torturati, della povera gente.
Aiutaci a vivere la speranza umana che Gesù ci ha annunciato,
una speranza viva e profonda
contro ogni disuguaglianza e divisione,
contro ogni piano di restaurazione.
Facci capire e vivere la pericolosità del Vangelo,
facci capire e vivere la storia degli ultimi che è cammino,
l’unico cammino verso la liberazione.
Don Bruno Borghi
Natale 1976