CIVILTÀ TECNOLOGICA, SFRUTTAMENTO, EMARGINAZIONE
“La fede interroga i progetti”

Convegno nazionale PO 1986

3) Prima relazione


 

PREMESSA

1. Analfabeti dell’Informatica, ma…
ancora dentro, ancora voglia di scavare la realtà, di osare ANALISI, per incidere.
2. Dallo smarrimento della sconfitta (i 35 giorni FIAT)
(il convegno sulla militanza era segnato da questo smarrimento) all’autocritica: non abbiamo capito in tempo quali trasformazioni ci preparavano, in fabbrica ci aggrappavamo al controllo del taylorismo mentre loro ci preparavano  l’automazione; difendevamo il passato quando bisognava trattare il futuro.
Voglia ritrovata di fare i conti col nuovo (coscienza delle trasformazioni in atto).


I. LE TRASFORMAZIONI IN ATTO

Il futuro è già cominciato. E noi, dentro (?).
Trasformazioni epocali, non aggiustamenti, condizioneranno per generazioni:
– il Taylorismo ha condizionato mezzo secolo di produzione e di società (migrazioni, megacittà, ecc.)
– Anni 50: la ricostruzione del dopoguerra nel modello americano ha condizionato e condiziona la vita italiana nella linea consumista.
– La terza rivoluzione industriale è più rapida e più totalizzante delle precedenti: condizionerà la vita dei singoli, la vita collettiva e la società.

I.a. Alcuni settori strategici

La Telematica:

– la società che sta nascendo è basata sulla capacità di enorme scambio di informazioni in tempo reale. La telematica produce questa possibilità
– la battaglia tra colossi a livello mondiale è prima di tutto in questo campo
– gli investimenti più pesanti sono in questo campo.

L’automazione di fabbrica e di ufficio

– dall’industriale al post industriale: riduzione del settore industriale-manifatturiero, ma capacità produttiva enormemente più alta (come mai prima…).

Biotecnologie

– l’informatica applicata alla biologia, alla genetica, all’agricoltura, alla medicina…
– produzione di cibi, farmaci, specie vegetali nuove e più diffuse.

L’energia

resta più che mai il settore fondante anche con le nuove tecnologie:
– dal carbone
– al petrolio… al nucleare… al solare
– nucleare sì… nucleare no
– nuova coscienza non più consumistica: l’energia e l’ambiente, un bene da salvare e da usare razionalmente contro la rapina disumanizzante
– nuova coscienza: un bivio storico: per la prima volta nella storia in gioco può esserci, col nucleare, la sopravvivenza stessa della specie. Tragico scarto tra problemi planetari e coscienza tribale: centrale un salto culturale.

I.b. Una finestra su due settori: Telematica – Automazione di fabbrica

Italia / i poli territoriali:

– Milano: il terziario avanzato
– Torino: l’automazione di fabbrica e di ufficio
– Roma: per la prima volta nella storia italiana Roma e Lazio assumono un ruolo primario produttivo (Selenia… e contorno)

I poli industriali:

– Fiat-Comau (Digital)
– Olivetti (Att)
– Pubblico Stet (Ibm)

Telematica

* perché strategico?
locomotiva a vapore > strade ferrate
automobile > rete strade e autostrade
informatica > rete telematica
“Le autostrade dei dati”: chi le produce controlla uno dei nodi dell’infor­matica (reti di trasmissione, grandi centrali di commutazione, reti spa­ziali, centraline private di ufficio PXB).

** mercato mondiale (24 Ore – 9/11/84 – Figura N. 1):

MERCATO MONDIALE TELECOMUNICAZIONI
(fonte Italtel)

– una questione tra USA e Giappone?
– l’Europa (e l’Italia) hanno possibilità di ruolo?
– 100.000 miliardi di investimenti in 10 anni (Italia).

Automazione di fabbrica

– Robots installati al 1984 nel mondo e in Europa (Figura N. 2 – Il Mondo, 14/1/85):
una tendenza dirompente: raddoppiati in un anno; previsti 300 mila robots nel 2000 !

Figura 2 – ROBOTS INSTALLATI AL 1984

Nel 1985 ne sono stati installati altri 30 mila!

– Mercato mondiale ‘83/’90: (Figura N. 3 – Il Sole 24 Ore, 25/9/84)
– Mercato italiano ‘75/’83 (Figura N. 4): dalla totale dipendenza alla esportazione
– Produttori italiani: 4 produttori nel 1974; 18 produttori nel 78-79
– Flessibilità e Produttività (Figura N. 5)

Alcuni dati esemplificativi

 

I.c. Intanto lo sfruttamento si inasprisce: i costi umani e sociali

– Disoccupazione generica / disoccupazione giovanile / espulsione dalle fabbriche: facce diverse dello stesso problema
– Divaricazioni crescenti

tra ricchezza e povertà
tra garantiti ed esposti
tra emergenti ed emarginati

Rapporto nuove tecnologie ed occupazione:

– Alcuni dati (Figura N. 6)

– Calo nell’industria ‘80/’83: — 364.000
– Calo settore auto ‘80/’83: — 35.000 (—16%)
(gli investimenti in nuove tecnologie nello stesso periodo: + 100%)
– previsioni MIT: entro il 1990: espulsione del 21% / entro il 2000: un altro 21% a livello mondiale

– Mutamenti professionalità operaia con nuove tecnologie: Caso Fiat e Caso Alfa (Figura N 7)
– Il Robot mangia posti per poi moltiplicarli? (distruzione creatrice). Serrato dibattito:

USA: + 14 milioni
Giappone: + 3 milioni
Europa: — 2 milioni
Una prima fase dirompente… una seconda fase di recupero???

– Osservatorio Reseau: USA ’82/’95:

+ 25 milioni (75% nuovi servizi / 25% manifatturiero):
crescita più accelerata delle figure ad alta tecnologia
crescita in valori assoluti delle figure non qualificate

– Una simulazione di recupero:

Prima fase —342.000  /  Recupero + 81.000
Al di là delle discussioni accademiche, nessuno nasconde che il primo impatto nell’occupazione è deterrente!
Il Caso Fiat: Espulsione  —► Produttività  —► Unilateralità
Uso politico dell’innesto di nuove tecnologie: attacco al movimento operaio sul fronte occupazione.

 


II. VERSO QUALE SOCIETÀ? LE SFIDE DA LANCIARE

II.a. Nuove tecnologie e democrazia

Il nodo della società informatica è la capacità di enorme scambio di informazione in tempo reale
– più c’è accesso all’informazione
– più ci sarebbe possibilità di partecipazione attiva
– più diventa possibile un alto grado di democrazia.
La linea di tendenza non sembra andare in quella direzione:
– accentrazione delle informazioni
– democrazia sempre più formale, più sofisticatamente guidata al consenso senza partecipazione.
Le mille parole che secondo Don Milani esprimevano il segno-causa di subalternità tra l’operaio e il suo padrone, diventano Megak Bit di scarto, milioni di informazioni, a segnare una subalternità schiacciante di fronte ad un potere enormemente consolidato.
Sorgono già le teorizzazioni sulla società informatica talmente complessa che per essere gestita dìventa “necessario andare al di là del consenso”. Si teorizza che le linee di governo non dovranno nascere dal dibattito democratico tra idee ed obiettivi diversi, ma bisognerà farle scegliere dal computer che darà una “semantica sociale” per una “governabilità sistemica”.
Sintomi attuali di tale linea di tendenza:
• Enorme accentrazione dei Mass-Media.
In USA c’è una battaglia tra ciclopi in questo campo. Ma anche in Italia non si scherza:
– Agnelli-Stampa, Corriere della Sera, Rizzoli, Mondadori e…
– il fenomeno Berlusconi come costruzione di una rete televisiva privata di portata europea.
• Neo Analfabetismo: una piccolissima parte ha accesso ai linguaggi del computer e dunque alle banche dati nascenti, e dunque alle informazioni. Io lo giudico un sintomo allarmante. Eppure non se ne discute, non se ne parla.
– nella scuola: piccole sperimentazioni isolate (l’URSS, per recuperare il gap tecnologico, ha deciso un enorme investimento: entro il ‘90 tutte le classi medie devono essere computerizzate)
– per gli adulti non si pone neppure il problema di arrivare ad una appropriazione collettiva dei nuovi linguaggi (analfabeti in balia dei games). Una reale sfida da lanciare nei prossimi anni sarà quella di battere la concentrazione dei centri di informazione, di allargare l’accesso alle informazioni, di rendere possibile una più avanzata democrazia.

II.b. Nuove tecnologie e governo delle ricchezze prodotte

Un altro dei dati indiscutibile delle trasformazioni in atto è che i processi produttivi, con le nuove tecnologie, raggiungono una produttività accelerata come mai prima e dunque una capacità elevatissima di produzione di beni e di ricchezza.
Come conseguenza diretta si può dire che la società che sta emergendo sarà una società in grado di rispondere finalmente a bisogni restati sempre senza risposte adeguate.
“Lavorare meno, lavorare tutti”; “una più alta qualità della vita”.
Si sono sempre negate risposte a queste richieste, qualificandole utopiche, fughe in avanti: e lo erano, perché esprimevano esigenze di umanizzazione, ma senza una base materiale sufficiente di supporto.
Ora si comincia a vedere che la produttività attuale e futura (futuro prossimo) rendono possibile una base materiale di ricchezze sufficienti a supportare quelle esigenze umane, sempre scartate come utopiche.
Ma in che direzione si governerebbero tali risorse?
• Grandi accumulazioni in poche mani, dunque colossali poteri, dunque potentissimi condizionamenti
• Neo consumismo, spingere la gente ad una nuova sagra del fasullo e dell’indotto. Nuove alienazioni per un obiettivo antico: le masse inermi.
• Governo delle risorse prodotte: nella dinamica di dare risposta alle esigenze obiettive della gente, criticamente selezionate, redistribuendo verso esigenze nuove, frenando quelle indotte.
Su questo terreno la sfida è decisiva: non si tratta di spulciare uno scarto nelle aliquole! Si tratta del governo delle risorse prodotte e dunque dei tipo di società che si vuole costruire.

II.c. Nuove tecnologie e rapporto Nord-Sud

Produzione Industriale
L’unica arma del Sud per richiamare investimenti era (in parte è) la massa di manodopera praticamente a costo poco superiore allo zero.
Comincia ad essere vero che anche quest’arma ritorna in occidente: al Nord si può cominciare a produrre senza braccia, comincia ad essere vero che è più produttivo automatizzare in occidente che produrre con migliaia di braccia a poche rupie al giorno al Sud.
Cominciano a ritornare dal Sud al Nord produzioni che si erano spostate al Sud (tessile). La rapina cresce con mezzi più potenti. Il rapporto Brandt è sempre più acutamente attuale.
Agricoltura e prodotti base, strategici
Comincia ad essere vero che è possibile intensificare la produzione agricola in modo da rispondere alle esigenze di tutti.
Comincia ad essere vero che è possibile dominare atmosfera e territorio per rendere produttive zone finora praticamente a produzione zero.
… Ma è anche vero che le chiavi tecnologiche di queste possibilità sono più che mai in mano al Nord e detenute da una cultura violenta di ricatto e di rapina che non si pone il problema delle esigenze umane cui dare risposta, proiettata ad un unico obiettivo: come far fruttare il potere tecnologico che detiene…


III. CONCLUSIONI

III.a. Le nuove tecnologie diventano dunque un potentissimo strumento di potere e di sfruttamento.
Da come si gestiscono oggi le trasformazioni in atto si hanno i sintomi certi di quale società avremo domani.
Enormi possibilità nuove, ma l’uso che se ne fa è in direzione vecchia.
Sintomi gravi di vecchia società, di vecchia cultura:
– enorme accentrazione delle informazioni
– democrazia come consenso passivo di masse inerti
– grandi accumulazioni di capitali
– crescita di nuove fasce di povertà
– neo consumismo come segno di sviluppo e di civiltà avanzata
– rapina e sfruttamento delle materie prime del Sud, nessuna risposta ai bisogni primari di masse enormi
– militarizzazione dello spazio e del pianeta
– rapina sempre più vorace delle risorse del pianeta e distruzione dei beni ecologici.
Sintomi di una società che porta il segno della mancata umanizzazione

III.b. Atteggiamento catastrofista? Demonizzazione delle trasformazioni? Non è la mia conclusione.
– Fare politica oggi è credere ancora nella ragione che può scegliere obiettivi umani, credere ancora possibile mettere insieme forze che contrappongano un più avanzato concetto di uomo e di società
– Ognuno ha il suo ruolo. Il nostro, credo, è quello di contribuire con altri a tenere alto il livello di coscienza: “Ti ho posto come sentinella per il mio popolo “.
Contribuire a far percepire la portata delle trasformazioni in atto, aprire gli occhi sulle decisioni di pochi che coinvolgono il destino di tutti. Se cresce la coscienza cresce la partecipazione, saremmo insieme capaci di determinare strade umane.
Diversamente decideranno pochi per il loro profitto e potere e la società di domani sarà ancora meno umana.
Il nodo del problema è quello di sempre: chi ha accesso al potere e chi ne resta subaltemo. La novita sta nel fatto che gli strumenti sono enormemente più potenti e raffinati. Proprio per questo il livello di coscienza deve essere altissimo, perche la posta della sfida è altissima.

Silvio Caretto


Share This