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Dal Coordinamento Nazionale PO
Al Coordinamento Nazionale del 21-22 Ottobre a Bologna erano presenti tutti i delegati regionali, più la segreteria – mancava Luigi Sonnefeld, ancora in Etiopia. La maggior parte del tempo dell’incontro è stato dedicato alle realizzazioni delle regioni, ai chiarimenti su queste relazioni, allo spazio per vedere le convergenze che emergevano.
Pensiamo che, per il momento, questa ricerca di convergenza sia prioritaria e che valga la pena che il coordinamento vi dedichi attenzione e forze.
I temi per i gruppi trasversali, alcuni dei quali già individuati nel precedente coordinamento, possono essere indicati in un secondo tempo. Quattro coordinamenti regionali – Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio – sono già in movimento e stanno mettendo a punto metodi e contenuti per il loro lavoro.
La segreteria è impegnata ad attivare Toscana, Marche ed i “dispersi” del Sud e delle Isole, e del Trentino Alto Adige per rimettere in circolo forze e teste preziose.
1) lI filo di Arianna delle convergenze si può riassumere con la parola “Evangelizzazione”, intesa non come termine dato per scontato ma come orizzonte di riferimento. Dentro questo orizzonte emergono alcuni modi sui quali si può organizzare il nostro pensare ed il nostro confrontare.
a) La mediazione – In che rapporto sta l’immediatezza del divino (come diritto negato ai “poveri”) e la mediazione che avviene quando dici, racconti, questo evento. È il modo presentato dai delegati del Veneto.
b) L’Evangelizzazione di una società secolarizzata, che usa Dio per cose sue (Dio, oggi, è molto utile alla repubblica). Quali sono le mediazioni “perverse” e come discernere all’interno della dialettica chìesa – mondo quelle più fedeli? È la ricerca dei PO del Piemonte.
c) Come è possibile dire Dio oggi e come il nostro vissuto di PO ci permette di nominarlo. Quale mediazione mettiamo in atto? Siamo capaci di “esporci” a Dio e non di “esporlo”? Quale spiritualità ‘emerge”. È la riflessione iniziata dai PO Lombardi.
d) Come essere PO dentro il popolo, nel rapporto tra Evangelizzazione e incarnazione? Quali modelli o mediazioni dobbiamo eliminare perché il popolo sia protagonista e non oggetto della evangelizzazione? È il tema dei PO del Lazio.
Il modo di pensare singolo e di gruppo sarà indubbiamente stimolato da questo lavoro; ma sarà soprattutto il confronto che rilancerà in avanti la nostra ricerca. Importante aver chiaro che ciascun approfondimento non potrà essere che parziale, anche perché il contenuto che viene dato ad alcune parole e la loro risonanza in noi è diversa.
Da questo terreno nasceranno spunti per i gruppi trasversali. È scontata la libertà di ricerca dei gruppi regionali, ma pensiamo che questo orizzonte comune di riferimento possa essere accettato da tutti.
N.B. La ricerca su questi temi è impegnativa. Richiede tempo e metodi seri. Non è possibile in incontri di qualche ora. L’esperienza dei PO lombardi consiglia che gli incontri regionali siano programmati con un tempo utile più lungo.
Come segreteria proponiamo che il tempo che usa il Coordinamento Nazionale, da desinare o desinare, con la notte in mezzo e con scadenza programmato, sia usato anche nei lavori dei Coordinamenti Regionali.
2) Quest’anno entrerà in funzione il nuovo sistema di finanziamento del Clero. Pensiamo che sia importante chiarirsi le idee su questo punto. Proponiamo “Professionalizzazione del Prete e sostentamento del Clero” come tema di un gruppo trasversale. Il Veneto invierà ad ogni coordinamento regionale una riflessione fatta all’incontro di Verona del 17.1.87, come base di partenza del lavoro di gruppo.
Speriamo di essere stati “fedeli” nelle sintesi.
I delegati regionali riempiranno le mancanze. A tutti buon lavoro
La Segreteria
P.S.: Si prega di inviare alla segreteria date e l’ordine del giorno degli incontri regionali.
Dal 6 Giugno al 25 Novembre si sono tenuti:
2 incontri del Coordinamento Nazionale,
2 incontri di redazione della rivista,
4 incontri del Coordinamento del Veneto,
3 incontri del Coordinamento Piemonte,
2 incontri del Coordinamento Lombardia,
3 incontri del Coordinamento Lazio.
A 6 di questi ha partecipato un membro della segreteria.
Dai PO di Roma
In questi ultimi incontri il gruppo di Roma ha tentato di abbozzare una traccia che servirà come ricerca e approfondimento in questi mesi.
Visti i cambiamenti in atto vogliamo ritornare alle radici delle nostre scelte, un risalire la corrente per andare alle fonti originarie che risultano nella loro purezza e limpidezza perché passate attraverso il setaccio della storia e della vita vissuta. L’operaio-prete opera su una piattaforma più larga su cui poggia non solo la sua dimensione ministeriale, ma quella di credente e come tale è chiamato, più che a “esporre Dio”, a “esporsi a Dio”. La sua dimensione di fede è vissuta soprattutto al di fuori del ministero.
Il fatto stesso di lavorare e “non pesare sulle comunità” lo rende atto a dimensioni e ambiti più piccoli dove il contatto con le persone rientra nella normalità, contro scelte efficientistiche e manageriali. Gli dà inoltre la possibilità del confronto continuo abituandolo giorno per giorno alla collaborazione e quindi a un ridimensionamento del ruolo ministeriale, con una visione di chiesa più articolata, dove i diversi carismi hanno la loro importanza e pari dignità.
La traccia che vogliamo seguire nasce da questo titolo:
OPERAI E SERVI
DEL POPOLO DI DIO IN CAMMINO
IN RELAZIONE ALLA EVANGELIZZAZIONE – INCARNAZIONE
Vuol essere una ricerca, partendo dalla testimonianza personale, sul significato profondo del Regno di Dio, per poter scoprire la essenzialità del nostro essere credenti e del nostro ministero. Questo ci porterà ad un approfondimento delle “mediazioni” e delle “strumentalizzazioni” di Dio nella società, perché il nostro parlare e testimoniare Dio sia il più autentico possibile.
Il lavoro si articola in tre momenti:
1) RISONANZA
Nel Vangelo Cristo usa spesso i termini di “Operai e servi” soprattutto nelle parabole del Regno.
Essere operai e servi significa porci in una condizione di dipendenza e di povertà, dove non si possono fare grossi progetti ma vivere nella quotidianità, e dove non ci si sente “padroni” di realtà, persone o gruppi, ma si sta dentro. “L’esserci dentro” dà una dimensione diversa dallo “stare al di fuori o al di sopra delle parti”, perché ci costringe a schierarci e lasciarci coinvolgere.
Le domande a cui pensiamo di rispondere sono: stare con chi? essere dentro quali realtà? quali le nuove classi sfruttate e le nuove categorie di poveri, dove lo sfruttamento sembra meno vistoso ma è più sottile e perverso? In queste condizioni che cosa suscitano in noi parole come Regno di Dio, incarnazione, evangelizzazione?
2) CONSONANZA
delle mie scelte con la Parola di Dio.
È un approfondimento biblico e teologico sul significato del Regno e dell’annuncio del Vangelo, è un “esporre” la mia vita alla parola di Dio.
3) PROGETTUALITÀ
Quali conseguenze trarre? Essendo la società in continuo movimento, pure il prete-operaio non deve essere nella staticità perché la realtà su cui poggia la sua vita assume dimensioni sempre nuove, per non sparire con la situazione storica che l’ha generato ma esprimere una capacità di rigenerazione.