— rivista n° 24-25 – 1993
Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri

È una delle cose che la Weil operaia ha imparato nei giorni trascorsi in fabbrica.
Aggiunge anche che si può arrivare a «trovare naturale di non contare nulla, il che non significa che non si soffra».
Quando si perviene ad una tale forma di naturalezza può crollare ogni capacità di reazione, ma rimane la sofferenza a testimoniare che quella persona, nonostante l’annientamento e la paralisi cui sono costrette le sue potenzialità, è ancora viva.
Al tempo delle prime grandi ondate di cassa di integrazione, quando più elevata era l’attenzione verso questa anomalia, vi erano operai che lasciavano la casa al mattino e tornavano la sera, all’orario consueto, come se lavorassero…
Abstract editoriale
Editoriale
- L’umanità si divide in due categorie… (ROBERTO FIORINI)
Non dovranno più istruirsi
(Ger. 31)
- La ricerca dei PO veneti (PRETIOPERAI DEL VENETO)
- La Scrittura cresce con chi la legge (ANTONIO UDERZO)
- Passare al bosco, escursione perigliosa… (GIANCARLO RUFFATO)
- La sequela senza sequela (ROBERTO BERTON)
- L’Apocalisse in Simone Weil
- Tra capra e cavoli (GASTONE PETTENON E ANTONIO UDERZO)
- Tavola rotonda tra pretioperai (GIOVANNI BENZONI)
- Conclusione
- Pentecoste 1993 dei PO europei (TONY MELLONI)