In ricordo di don Sirio Politi



Una proposta a tutti i pretioperai italiani

 

Nel maggio scorso a Camaldoli, in occasione del Seminario sulla globalizzazione, Beppe e Luigi hanno comunicato il proposito di ricordare don Sirio, a dieci anni dalla morte, avanzando la proposta di organizzare un incontro dei pretioperai italiani a Viareggio combinato ed integrato con l’iniziativa dei viareggini ed anche con spazi propri di riflessione.
Ai primi di luglio e di ottobre si sono riuniti a Viareggio alcuni “volontari” per dar corpo alle proposte (Luigi, Beppe e Maria Grazia di Viareggio, Giorgio di Milano, Gianni e Roberto di Mantova).
Vi comunichiamo gli orientamenti emersi nei nostri colloqui con la scelta del titolo dell’incontro e le articolazioni tematiche, riservandoci di essere più precisi nella prossima lettera. Nel frattempo ci auguriamo di poter contare su vostri suggerimenti o contributi, nonché su altri volontari che concorrano all’iniziativa.

 

1. Itinerario seguito

 
Abbiamo deciso di riprendere in mano i libri scritti da don Sirio, dividendoci i compiti per la lettura. La finalità di questa rilettura era di prendere ispirazione dalle sue parole per discernere i punti nodali e l’organizzazione dei discorsi utili per un incontro aperto a tutti coloro che nella loro vita hanno scelto di essere PO L’ispirazione non è un amarcord nostalgico ma un pensiero attivo, all’altezza dell’oggi, coerente con lo schierarsi accanto ai più deboli, opzione di fondo che ciascuno di noi ha compiuto scegliendo un giorno l’incarnazione attraverso la via del lavoro manuale.
 

2. Proposta di riflessione

 
Abbiamo scelto come titolo dell’incontro la frase che Sirio ha posto all’inizio del suo primo libro “Una zolla di terra” . Ci sembra che sia adatta a ciascuno di noi, qualunque sia l’attuale campo di lavoro e modalità di impegno:

 

“Chi lotta e soffre su una zolla di terra,
lotta e soffre su tutta la terra”.

 

In essa è presente l’intimo collegamento tra il micro e il macro , cioè tra la quotidianità della vita di ogni singolo e l’insieme e la totalità del cammino dei popoli della terra, legati da un destino comune. La lotta e la sofferenza si interpretano sirianamente e cioè nel senso di lotta come amore e quindi di sofferenza legata inevitabilmente a questa lotta.
Le riflessioni si articoleranno utilizzando quattro momenti di riflessione, ciascuno dei quali gode di una relativa autonomia di elaborazione, pur essendo correlato agli altri. Ognuno di questi argomenti va pensato alla luce del titolo del convegno.

Il primo punto si ispira ad “Uno di loro” il secondo libro di Sirio. È la dimensione esistenziale che attraverso il lavoro come condizione materiale ha assunto un pensiero diverso, un diverso modo di sentire e guardare ai fatti della storia umana, di opzioni e scelte anche costose ed impopolari, di un costume di vita segnato da un tale radicamento… In che cosa la nostra esistenza e il nostro pensare sono diventati diversi?
Come oggi si vive o non si vive questo essere “uno di loro”?
Il secondo lo indichiamo come dimensione spirituale o mistica . Si ispira al primo libro di Sirio: “Una zolla di terra”. Siamo consapevoli della ambivalenza di questi termini che tuttavia in questo contesto riteniamo inutile precisare puntigliosamente. Con essi in approssimazione vogliamo indicare la dimensione della personalissima relazione con il Signore vissuta nella concretezza della vita. È la storia di una compagnia segreta fatta di fedeltà ed infedeltà, di invocazione e di silenzio, di luce e di tenebre, di tentazione, caduta e risurrezione, di attaccamento e spoliazione, di intercessione, delusione e speranza che rinasce, di senso di inutilità accompagnato dalla percezione della necessità di una obbedienza. Sono pallide indicazioni per invitare a sollevare il velo su quella parte segreta e nascosta della fede e della vita che in tutte le vicende è in qualche modo rimasta viva, talvolta come la brace sotto la cenere.
La terza linea di riflessione è la dimensione ecclesiale . Il libro di riferimento è “Antico sogno nuovo” . Nella nostra storia questo è sempre stato un campo di alta tensione , ma comunque proprio su questo fronte anche con posizioni diversissime e conflittuali si è sempre stati… in campo. Ecco, questo è lo spazio per manifestare agli altri in maniera matura come, con chi, dove, con che stile ciascuno gioca in questo campo, seguendo quale intuizione di fondo e quale strategia operativa. Quali le continuità e/o discontinuità sono presenti tra il passato e l’oggi (es. per chi è andato a gestire una parrocchia dopo aver lavorato in fabbrica) o nell’oggi stesso (es. chi continua a lavorare ed assieme gestisce attività pastorali)? Nel suo sogno “antico e nuovo” Sirio racconta di uomini e donne che vivono in comunità pur avendo personalità ed identità marcate e forti. È stato fatto notare una certa analogia con le nostre storie personali di PO Il nostro gruppo è costituito da personalità forti e da qui ne deriva la difficoltà a trovare “luoghi” che consentano lo scambio.
L’ultimo punto è la dimensione politica . Il riferimento a Sirio vede un momento alto nella lotta contro la costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro con la sua condanna a 6 mesi con la condizionale di 5 anni e l’impegno antimilitarista (ad es. la rappresentazione di Le ombre di Hiroshima nelle chiese e nelle piazze). Anche questo è da sempre un argomento infuocato e sarebbe strano immaginare il contrario. In tutti i casi ciascuno di noi, in un modo o nell’altro, si è… sporcato le mani. E ora come ce le sporchiamo (o non ce le sporchiamo affatto)? Quale è l’intuizione politica, l’opzione di fondo che ci guida? Vi è una strategia nel nostro agire politico, o almeno vi è una ipotesi guida? Quale è il campo in cui ci schieriamo esercitando una pratica politica?
 

3. Metodologia

 
Come si è detto, ciascun punto verrà affrontato con autonomia rispetto agli altri, conservando la necessaria distinzione metodologica, senza la preoccupazione di pervenire a mediazioni che combinino col bilancino i vari aspetti in una presunta sintesi unitaria.
Il gruppo promotore chiederà a singoli PO di predisporre una riflessione su una delle linee indicate così che siano garantiti almeno 3-4 interventi preparati. S’intende che dei PO possono associarsi per interventi collettivi o possono produrre e presentare elaborazioni su più argomenti. È pure evidente che ciascuno, anche se non direttamente interpellato, ha piena facoltà di intervenire.
L’attesa è che ci si collochi nell’oggi, come tempo del Kairos e da qui ci si riferisca alle fondamentali e pochissime intuizioni iniziali che ci hanno condotto a scegliere questa vita per vagliarle criticamente e creativamente. Non tanto per rispondere alla domanda “che cosa è rimasto?”, quanto per dirsi se si vive o no, e come si vive, pur nelle mutate condizioni di vita, la sostanza delle intuizioni e scelte che hanno determinato quel salto nella nostra storia personale.
Quello che dobbiamo tentare è una ri-lettura a partire dall’oggi, cioè dalle sfide che l’oggi ci pone per rispondere creativamente alle responsabilità di fondo della nostra vita.
È troppo impegnativo? Crediamo che sia indispensabile attivare un vero processo comunicativo che non sia uno stanco e sclerotizzato rituale ripetitivo del passato incapace di assumere creativamente le intuizioni fondamentali alle quali abbiamo legato la nostra vita.
 

4. Contesto

 
Con questo indichiamo il posto nel quale ci incontreremo con i significati, anche simbolici, che esso racchiude. Per molti Viareggio evoca le origini, gli inizi di una storia dura, difficile, conflittuale, ma in fondo condivisa per molti aspetti e per intuizioni comuni.
Nel ’79 con la parola d’ordine “Credere e operare la giustizia” , una parola che rimane intatta nella sua forza imperativa, ci siamo trovati a Viareggio nel convegno nazionale in momenti drammatici per l’Italia e in particolare per la classe operaia con l’indebolimento del suo potenziale di lotta politica e sindacale nel quadro dello scontro armato tra i gruppi terroristici e le forze repressive dello stato.
Nell’ ’88 ci siamo di nuovo riuniti a Viareggio per salutare Sirio. La città era tappezzata di locandine con la scritta “La morte non chiude la Storia” .
E ci incontriamo di nuovo nel ’98. Questa volta proveniamo da una situazione di diaspora . Noi pensiamo che questa situazione non sia un impedimento alla messa in comune di pensieri, esperienze e propositi di quanti ancora si riconoscono nella scelta fondamentale dei PO I lavori si svolgeranno nel glorioso capannone che è la sede principale dell’attività dei PO di Viareggio e che è stato teatro dei vari passaggi produttivi a partire dalla lavorazione del ferro alla attuale… holding socio – psico – assistenzial – manuale. Nello stesso capannone consumeremo anche i pasti.
L’incontro si svolgerà dal pomeriggio di venerdì 1° maggio al pranzo della domenica 3 maggio 1998.
A tutti un caro saluto da

Beppe, Luigi, Maria Grazia, Giorgio, Gianni, Roberto


 

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