“CHI LOTTA E SOFFRE SU UNA ZOLLA DI TERRA
LOTTA E SOFFRE PER TUTTA LA TERRA”
Viareggio 1998

Interventi


 

UNA VOLTA

 
Se verso il 1946 a Treviso un centinaio di bambini entrano in Seminario, cosa accade? Un intero mondo (familiare, paesano, usi, costumi, tradizioni secolari ecc.) esprime dei figli, i migliori, li affida ad una classe di formatori, di educatori. Questi bambini ritorneranno anni dopo (pochi, una decina su cento) trasfor­mati. Non sono più contadini o operai ma la classe di questi è arricchita da questi figli preti. Ha deposto speranze, soddisfa­zioni di una qualche salita. È certo una società che si fornisce di figure preziose socialmente nelle mille necessità di allora e di ora (sarà per questo che non ci sono più PO? Energie libere ora trovano una utilizzazione migliore di quando sono nati i PO? Cosa da studiare). La madre riceve comunque un figlio ‘diverso’ ma utile. La figura sociale del prete costa poco, è affidabile e ha tutte le flessibilità di impiego che nemmeno il più sfrenato liberismo sognerebbe. Questa madre però si impoverisce in questo affidare ad un’altra classe i suoi figli che le ritorneranno trasformati? sembra evidente che il prete-pro­fessionale è utile. La sua diversità è preziosa, ma le classi sociali che sono intelligenti ma non intellettuali, cosa se ne faranno di tutte le tonnellate di teologia, bibbia e morale che le portano questi figli che ritornano tra loro in uno scam­panio di campane? Sarà qui che la diversità da risorsa diventa separazione e a questa società sono stati rubati i figli? Altra cosa che meriterebbe una riflessione, avendone voglia.
 

FRATTANTO

 
Della decina di giovanotti, il più bravo (il sottoscritto) va a finir non proprio bene. Altro che professore, altro che ecc. ecc. speranza del seminario, della diocesi, del mondo. Però il lavoro non fu una scelta, come sarebbe semplice da capire per il sottoscritto e per tutti. Due motivi: inadeguatezza a fare l’educatore. Ammirazione per amici e colleghi che insegnano teologia o filosofia o catechismo. Incapacità personale a farlo. Nausea per studenti e bambini seduti sui banchi. Ciò che si vorrebbe e dovrebbe dire o è troppo fuori della portata di chi parla e chi ascolta, oppure (nausea dei catechismi) questi non sono all’altezza delle persone che ascoltano.
Il secondo motivo lo si dice anche con più ‘vergogna’. Il lavoro è stato una fuga. Un fatto simbolo: un padre, in pigiama, scarica dalla macchina il bambino davanti alla chiesa e se ne va. Pensiero: ma allora i miei coetanei mi lasciano qui con i loro bambini, le mamme, le suore? E siccome quando mi parlano, si vede da un chilometro che non ci credono, allora questa gente mi vuole ‘femminilizzato’? E sotto quei sorrisi falsi mi ritiene un bigotto e una mezzadonna? Via, via da questo ambiente di mamme, donnette, suore, canti, suoni, cerimonie. Avendo per un attimo la percezione dell’altezza del cristianesimo e dell’altezza dei destini delle persone, non ci sono luoghi di incontro migliori di questo, ma ‘questo’ addensa sul messaggio e sulle persone troppa miseria bigotta, troppa infanzia e adolescenza e vecchiaia che canta. Nessun giudizio su chi fa questo lavoro ma non ne sono all’altezza. La vita umana e la fede come due enigmi pesanti, il loro incontro decido vigliaccamente che è meglio sia affidato al caso della storia e della grazia, ma non a me come mandato. Un Elia fugge dicendo: ‘non sono migliore dei miei padri’ ma qui Elia è comico perché non ha nemmeno iniziato il lavoro…
 

ORA E NELL’ORA

 
Dopo tanti anni cosa si è chiarito? La condizione di cittadino e operaio e anche, diciamo, di uomo ha rivelato degli ambiti più chiari. Qui, stranamente, nonostante tutte le chiacchiere (molto interessate) sulla fine della politica, del lavoro ecc. questi ambiti rivelano intatto il loro interesse, le responsabilità che richiedono. Sono però ambiti limitati con compiti definibili. Per questo le religioni vanno espulse da questi ambiti. Se si parla di palloni, di cooperazione ecc. ‘nessun pallone cattolico’ come nel dopoguerra diceva il presidente dell’Azione Cattolica Rossi a quel sublime di Pio XII… Le religioni e qui il cristianesimo hanno ben altro che diventare aggettivi di qualche pezzo di mondo. Ma su questo brevemente:
– il cristianesimo come posto di lavoro (giubileo…) è utile, dà identità, lavoro, visibilità e intervento sociale ecc. ma non si può pretendere che esso resti una fede. Per ciò che è reale e visibile non ci può essere fede. C’è visione.
– se pretendete anche di essere una fede, il cristianesimo porta solo confusione nell’agire umano che richiede verifiche che una fede non può portare. La inverificabilità della fede serve solo a rifiutare verifiche. Troppo comodo.
– La confusione ha dei costi. I preti italiani, cioè il basso clero (dato che la nomenklatura alta fa una bella vita) si sono fregati da soli accettando l’8 per mille che li ha sepolti nella professione 24 ore su 24, come gli operai del nordest. E non hanno nemmeno procedure per uscirne se non perdendo la sacra aura, diventando maledetti e desaparecidos…
– Dal punto di vista interno alla Chiesa la fine millennio è una resa dei conti. Essa mostra che nella Chiesa i padri hanno tradito i figli. L’unità d’Italia era una prova dove si poteva scegliere di essere, padri e figli, credenti nei vari stati che si formavano. La prova è stata perduta. I padri hanno preferito ritirare i figli dalla vita pubblica, fino a quando ai padri fosse data una casa, nel 1929. Che poi i figli fossero lasciati soli in decisioni e vicende tragiche come la prima guerra mondiale, la nascita del fascismo, nazismo, la seconda guerra mondiale, ai padri non è interessato. I concordati salvavano i padri e la loro roba, i figli si arrangiassero. Nella campagna di Russia e nella campagna d’Italia i soldati cristiani italiani e tedeschi avevano pure i loro preti e pastori, no?
Anche nel blocco voto cristiano=voto DC, lo stesso salvarsi dai padri, lo stesso scopo di salvare le loro robe aggettivate come ‘cristiane’. Ma, e il blocco dell’alternanza politica in Italia, i costi di un potere eterno assicurato alla DC? L’attuale politica progressista tutta condizionata dal debito pubblico? Ai padri non gliene importa niente, non hanno nemmeno chiesto scusa ai credenti. Sempre puri e vergini a fare le suocere che ammoniscono, consigliano, che la sanno lunga…

– Ma la fine millennio sembra una resa dei conti per l’intero cristianesimo. Come il comunismo ha mancato le prove decisive ed è scomparso, agli occhi di chi non vive di cristianesimo, appare purtroppo chiaro ciò che non si vorrebbe vedere, e cioè che esso ha perso tutte le prove etiche di fronte alle quali la sua storia lo ha messo: le imprese americane, lo schiavismo, la rivoluzione industriale con il saccheggio delle colonie, due guerre mondiali, le dittature e oggi il modello industriale occidentale. Per aver sempre vinto, troppe tossine di violenza, di cinismo e ipocrisia devono circolare nel nostro corpo cristiano. Questa è una autoresponsabilità che non si può scaricare sui padri o sulla chiesa come istituzione. È un passato che non passa come il nazismo per la Germania. Tutti abbiamo una grande religione che ha fallito tutte le prove etiche. Talvolta non si capisce nemmeno cosa sarebbe necessario fare per allontanare da noi quello che del cristianesimo sarebbe da salvare, da lasciare alla storia. Anche le moderne teologie occidentali (né quella asiatica né quella sudamericana sono occidentali) sembrano sempre gesti di autosalvezza. Si pensa sempre di essere vinti, vittime, e si vuol essere consolati da un Dio che morrebbe con noi mentre agisce sempre l’etica dei vincitori de ‘i più belli del reame’. Siamo creatori di esiliati e cantiamo sempre canti di esiliati. È di una teologia da vincitori che abbiamo bisogno senza rubare ai vinti le loro teologie.
– Teologia dei vincitori potrebbe esser questa: non Dio è morto in Cristo e simili leggerezze, ma Dio ci ha abbandonato per i nostri peccati di etica nella storia. Questa potrebbe essere oggi la nostra fede in enigma, sapere che così oggi Dio è presente, perché ci abbandona al nostro destino storico. È presente ma ci abbandona e si rifiuta di essere continuamente convocato come consolatore che consola i vincitori. Per questo non si deve andar molto avanti nella messa. Tutta la messa in occidente deve essere penitenziale. Finirla quindi con tutto il cristianesimo canterino, dove tutti i valori temibili del vangelo diventano vissuto adolescenziale di grandi e piccoli, fusi in dolci atmosfere. Se politicamente si fa quello che si può, iniziare un digiuno da liturgie che portano sonno sui peccati storici. I primi comandamenti non vengono dati per salvare una chissà quale indicibilità di Dio o l’assenza di chissà quale Amato, ma ci dicono l’unico gesto di rispetto, cioè lasciare che il Dio che ci ha abbandonato, stia nella sua lontananza e non sia sporcato da noi o come ‘oggetto di lavoro’ o dolce consolatore.
– Questo politicamente, in una responsabilità storica. Personalmente, dato che (come mostrano gli spettacoli funerari cristiani) un cristianesimo tutta politica, ha solo fondi di magazzino ridicoli per la trascendenza unica che è la morte del ciascuno e tutto il messianismo è scomparso in un cristianesimo che vive delle pure cose che si realizzano, unico messianismo ed evento è quello della propria morte, ma quella che accade nei rari pensieri del singolo, non quel fatto dove verremo seppelliti con più o meno parole, quando saremo morti. Ma qui è tutto bianco. Le grandi stanze, le grandi architetture e Case, con tutti i loro Personaggi dei quali abbiamo spesso parlato, scompaiono. Tutti ci amano, nessuno ci lascia soli, ma si è singoli. Così forse avviene la Venuta.

Roberto Berton


 

 TEATRO CRISTIANO MARXISTA

Scena: i tre regni dell’universo: Inferno, Purgatorio, Paradiso.
Personaggi: Lucifero , Direttore dell’Inferno, Caronte del Purgatorio, San Pietro del Paradiso.

Alla sua morte, K. Marx viene mandato all’Inferno. Vi arriva tranquillo, vestito e pettinato in modo inappuntabile, con la sua valigetta ventiquattrore. Per due mesi tutto è tranquillo. Ma un giorno, nell’ufficio di Caronte…

CARONTE: ‘Pronto, chi parla?’
‘Caronte, sono io Lucifero…’.
‘Ciao, come va laggiù?’
‘Molto male…’
‘Male… Perché… Cosa succede?’
‘Sai quel Marx.. Lui è lì nei suoi tormenti ma una parolina qua, una parolina là… qualche foglietto che vola (li chiamano volantini) e qui è tutto un caos. I Grandi Diavoli Torturatori chiedono avanzamenti di carriera, i manovali addetti al catrame bollente protestano per il fumo e vogliono lavorare meno. C’è già stata qualche fermata dei tormenti (si chiama sciopero). Non è finita qui. Anche i dannati protestano. Un gruppo dice che in tutti i paesi civili ci sono più tribunali che giudicano e solo l’ultimo dà la condanna definitiva, e invece loro… Un altro dice che per i loro stessi peccati c’è gente che è andata in paradiso. Poi senti questa. Un gruppo mi porta un libro di un certo Origene (pensa, un santo che è in Paradiso) dove è scritto una cosa ridicola, che noi diavoli saremmo angeli caduti ma che saremo anche noi redenti, puoi pensarti cosa me ne frega di andare a cantare alleluia lassù, mi diverto a tormentare io…
Ma l’altra cosa è più pesante. Si dice che anche l’inferno è a tempo e finirà. Questo dovrebbe preoccupare anche i Nobili di lassù, perché senza inferno non c’è neanche paradiso, ma a me mi secca molto la chiusura di questa mia fabbrica. Non so far altro… Senti, questo Marx te lo mando su, altrimenti crolla tutta la baracca.”

PIETRO: ‘Senti che roba… Ma sì mandalo pure su. Da un mese è arrivato un gruppo speciale (li chiamano i Gesuiti). Questi non fanno tormenti rozzi come da voi. Sono più sullo psicologico. Li chiamano esercizi spirituali. Comunque in una settimana o un mese di tormenti, purificano i peccatori che prima ci volevano anni. Manda su quel Marx.. Poi ci sentiamo. Ciao.”

Arriva Marx in Purgatorio. Inappuntabile e tranquillo. Per due mesi tutto tace. Ma un giorno squilla il telefono nell’ufficio di Pietro.

PIETRO: ‘Pronto chi parla?’
‘Pronto, son Caronte…’
‘A proposito, Caronte, qui si aspettavano quelle corriere di peccatori purificati ma non sono arrivate…’
‘E neanche arriveranno presto, perché qui in purgatorio le cose non vanno’.
‘Ma cosa succede? Vuoi scherzare…’
‘E invece è così. Sai quel Marx che Lucifero mi aveva mandato su? Lui è tranquillo nei suoi tormenti, ma una parolina qua una parolina là, qualche foglietto che gira, e qui la gente non lavora. Gli angeli torturatori vogliono dei riposi (si chiamano ferie), arrivano delle anime da purificare e mi dicono che loro hanno ricevuto condanne per anni e anni di pena qui, ma per gli stessi peccati c’è gente che va subito in paradiso. Ultime anime arrivate portano notizie che laggiù ci sono condoni continui e sconti pazzeschi su tutti i comandamenti. Qui c’è qualche eretico bruciato sul rogo e dice che questi sconti dimostrano che tutta questa baracca non è seria, anche i vostri piani superiori naturalmente. L’ultima è che anche le squadre speciali dei Gesuiti perdono colpi. Marx gli dice una parolina quelli invece di insistere sulle prediche torturatrici, si grattano la testa e non parlano più…”.

PIETRO: “Basta, basta, Caronte. Mandami subito quel Marx. Qui c’è la perfezione assoluta, cosa vuoi che trovi di difettoso. Ciao. Ci sentiamo”

Dopo tre mesi, Caronte telefona in Paradiso, curioso di sapere la situazione.

‘Pronto Pietro, sono Caronte…’
‘Ciao Caronte. A proposito volevo ringraziare sia te che Lucifero per quel Marx che ci avete inviato. È una persona squisita. Una enorme cultura, su tutti i campi, una gentilezza, una chiarezza nell’argomentare… Qua ci si divertiva al massimo, però quel discutere, quel capire di più hanno portato ancora più gioia.”
‘Ho capito Pietro, ma… la Madonna…?”.
‘Ma anche lei. Proprio l’altro ieri mi confessava che come Madre di Dio era al massimo ma quel Marx, anche per certi libretti della moglie e delle figlie, le ha portato quell’idea del ‘partire da sè’, del ‘tu che mi guardi, tu che mi racconti’ ecc. e qui sono sorti molti gruppi di discussione, le Vedove, le Martiri ecc. Insomma sono tutte nella felicità perfetta.
‘Scusa Pietro, e Gesù….?’.
‘Gesù? Cosa vuoi era da prevedere. Sai quel parlare sempre bene dei poveri e male dei ricchi… Poi sai delle nuove teologie per le quali Gesù stesso ha anche lui (pensa) bisogno di tempo per sapere chi è. Adesso ha capito che è stato il Primo Socialista. Sempre lì a parlare loro due. È appena finita una settimana di studi sui ‘Marxismi cristiani’, adesso ne comincia un’altra sui ‘Cristianesimi marxisti’…
‘Ma scusa, Pietro, e Dio…?
‘Scusa Caronte, non capisco…’
‘Cioè, Dio cosa pensa di tutto questo?…’
‘Compagno Caronte! Sveglia! Qui non c’è né Dio, né servi né padroni!’

a cura di Roberto Berton


 

Share This