— rivista n° 54-55 – 2002
Come vegliare in questo tempo?

Sono le ultime ore del 2001. È tempo di veglioni nei quali si sta svegli per divertirsi e dimenticare.
Di un altro tipo di veglia la fede biblica custodisce la memoria. Un invito pressante, ricorrente nella Bibbia e in particolare nei Vangeli, è, infatti, quello di essere vigilanti. Vigilanza carica di attesa e di speranza. Uno degli aspetti che la qualifica è il saper discernere il tempo, quello della quotidianità e quello che si esprime in eventi che connotano un’epoca. Un rimprovero severo, messo sulle labbra di Gesù, così risuona: “perché sapete conoscere il tempo meteorologico, se sarà sereno o verrà la pioggia, e non sapete discernere da voi stessi ciò che è giusto?”.
L’elemento determinante è “ciò che è giusto” nei tempi e nella storia: nel sacrario della coscienza e, contestualmente, nella esteriorità e materialità che connota la concretezza della vita umana. Nella Bibbia la stella polare che tutto deve guidare – il discernimento come giudizio critico, le parole da dire e le azioni da compiere – si concretizza in “ciò che è giusto”. Di fronte a questo non è possibile chiamarsi fuori dichiarando la propria incompetenza o estraneità. Dio stesso veglia perché la bussola di “ciò che è giusto” non vada perduta e chiama a non essere preda del sonno e a vietarsi la fuga nella illusione.
Vegliare vuol dire stare svegli, esercitare una vigilanza che è un continuo riprendere coscienza di quanto mi accade e di quanto succede nel mondo. Vegliare è esercitare uno sguardo di amore alla vita, al nostro mondo ed ai suoi abitanti, soprattutto quando il potere della morte sembra tutto travolgere.
Un esempio di vigilanza amorosa la troviamo nel messaggio che la presidente dell’associazione delle donne afgane ad Amburgo ha inviato a Bush:
“Noi donne diamo la vita, per noi è la cosa più importante. La vita di ogni essere umano. Portiamo il lutto per i morti del Suo popolo, signor Presidente. Il lutto per il nostro popolo non trova tregua.
Signor Presidente, lasci sopravvivere i nostri bambini, le nostre sorelle e i nostri vecchi. La vita è la sola cosa che possiedono. Non permetta che si bombardi la popolazione civile. Le bombe sono cieche. Cieche come i terroristi”…
Editoriale
- Come vegliare in questo tempo di guerra? (ROBERTO FIORINI)
Vegliare in tempo di guerra
- Bombe cieche
- Tra emozioni e pensieri (LUIGI FORIGO)
- Anche l’Italia è in guerra, ma… la pace è l’unica vittoria (MATILDE COMPOSTA)
- Veglia come silenzio (M. GRAZIA GALIMBERTI)
- Le nostre complicità con l’ingiustizia (CARLO MARIA MARTINI)
- Dopo la tragedia di Genova (ENRICO PEYRETTI)
- Guerra e dintorni (S. ARTIOLI E R. FIORINI)
- Nelle grinfie del fondamentalismo capitalista (S. ARTIOLI E R. FIORINI)
Il Vangelo nel tempo
- La fede essenziale – pensieri e letture (BRUNO AMBROSINI)
- I nuovi schiavi del mondo (DESMOND TUTU)
Voci dalle tribù
- Sulle montagne di Celestino (PASQUALE IANNAMORELLI)
Frammenti di vita
- Bolivia e dintorni (LUIGI SONNENFELD)
Ricordiamo Emilio Coslovi
- Emilio Coslovi: breve cronaca di una “partenza” (ALBERTO DE NADAI)
- In fabbrica, anche lui operaio (MARIO VATTA)
- In memoria di Emilio (FRANCO MARANGON)
- In morte di don Emilio Coslovi (EUGENIO RAVIGNANI)
- Al fratello Eugenio vescovo
Ci scrivono
- Dov’è il terrorismo, la civiltà… e la Chiesa? (ROBERTO SCIOLLA)
- Cercando il canto dell’anima (MARIA DELFINA ROSSANO)
- Recensioni