Il Vangelo nel tempo


 

Riteniamo utile pubblicare in questa sezione il testo con il quale Alex Zanotelli presenta un libro recentemente pubblicato dall’Editrice Missionaria Italiana (EMI), il primo che apre la sezione biblica della collana “La missione”. Gli autori sono un nordamericano, Wess Howard-Brook, e un australiano, Antony Gwyther. È uno strumento che può agevolare la lettura dell’Apocalisse, il libro della rivelazione, una parola attualissima per il discernimento di quanto stiamo vivendo.
Il titolo
“L’impero svelato – Riscoprire la forza dell’Apocalisse per il nostro tempo” esprime bene l’intenzionalità che guida gli autori: far parlare il testo nel contesto storico attuale. “Come Gesù, come il profeta dell’Apocalisse, anche noi oggi siamo invitati a leggere la nostra realtà imperiale a partire dai crocifissi della storia. Anche noi oggi viviamo all’ombra del grande Impero, il più grande Impero mai esistito al mondo, l’Impero del denaro , che permette al 20% dell’umanità di ‘papparsi’ beatamente l’83% delle risorse…”

Sono stato prima invitato, poi sollecitato dal direttore dell’EMI a scrivere la presentazione di questo volume di Wess Howard-Brook, e Anthony Gwyther: L’Impero svelato . Chiedo scusa per il ritardo, ma a Korogocho non è facile trovare il tempo per scrivere. I problemi dei poveri sono talmente urgenti che non lasciano tempo per altro. D’altra parte è questo il luogo da cui scrivere un’introduzione all’Apocalisse, perché l’Apocalisse può essere capita solo come lettura dell’Impero fatta a partire dal Crocifisso e da tutti i crocifissi della storia.
Non è un libro facile. La prima volta che ne utilizzai un testo fu davanti alla base atomica americana alle porte di Vicenza. Era il 1987. Ero stato appena silurato con l’allontanamento da “Nigrizia”. Utilizzai l’Apocalisse per parlare della follia della Bomba. Mi ci sono voluti anni, duri e difficili, per avvicinarmi a questo Libro che mi ha poi segnato profondamente. Nella mia discesa agli inferi, a Korogocho, è il Libro biblico che più mi ha ispirato. Con l’aiuto di testi come Ricostruire la Speranza di Pablo Richard o Visione di un mondo giusto di Elisabeth Schussler Fiorenza ho cominciato a familiarizzare con l’Apocalisse. L’Impero Svelato ha poi fatto il resto. E la sua traduzione in italiano è per me un grande regalo.
L’Impero Svelato è però solo il primo di una decina di volumi che vorrei fossero tradotti. Finora mancava all’EMI una collana biblico-missionaria. La EMI negli ultimi anni è riuscita a lanciare sul mercato editoriale volumi di notevole spessore, come Futuro sostenibile , Guida al consumo critico , Italia capace di futuro … Sono successi editoriali che sul versante economico-sociale hanno aiutato il mondo della resistenza italiana a crescere. Mancava però una collana biblico-missionaria. Adesso la collana incomincia e, neanche a farlo apposta, con l’Apocalisse!
È importante, in questo momento di confusione generale, ritornare alla tradizione apocalittica. Da molti biblisti l’apocalittica è ancora vista come degenerazione della profezia. I profeti sarebbero gli eroi, gli apocalittici solo spiritualisti di bassa lega. Pablo Richard afferma, in un’intervista: “I grandi profeti come Amos, Osea, Isaia, agiscono in un mondo organizzato, con re, sacerdoti, dirigenti locali. Mentre l’apocalittica nasce dopo la distruzione di Gerusalemme, quando non c’è più il tempio, né ci sono i sacerdoti e alla persecuzione si è sostituito il caos. Il movimento apocalittico è comunitario, cerca di ricostruire la coscienza e la speranza attraverso la creazione di nuovi miti e simboli. Forse oggi abbiamo bisogno, più che di profeti, di gente capace di legare movimenti sociali e coscienza, animando la società civile” (SIAL, n. 6, 1997).
Il movimento apocalittico nasce proprio quando gli ebrei ritornano da Babilonia a Gerusalemme e tentano la ricostruzione della nuova comunità (536 a.C.). Due profeti, Zaccaria e Aggeo, legati all’aristocrazia sacerdotale succube dell’Impero persiano, incoraggiavano il popolo a ricostruire il tempio. È in quel contesto che nasce il primo libro apocalittico, Isaia 56-66 , in cui un visionario afferma che Dio sta chiedendo qualcosa d’altro al suo popolo: essere una società alternativa all’Impero. Testi come Deutero-Zaccaria (Zac 9-14), l’Apocalisse di Isaia (24-27), Gioele, l’Apocalisse di Ezechiele (38-39) sono testi apocalittici nati nel contesto dell’Impero macedone e dei Seleucidi per incoraggiare Israele alla resistenza. Daniele è il più importante libro scritto per sostenere i fedeli durante la grave crisi sotto il re Antioco IV, che voleva ellenizzare gli ebrei. Anche Giuditta ed Ester sono testi apocalittici di questo periodo.
Gesù sarà l’erede di questo grande filone apocalittico. Due parole chiave nella predicazione di Gesù sono “Regno di Dio” e “Figlio dell’uomo”, ambedue riprese da Daniele. Con queste parole Gesù rilancia nella Galilea schiacciata dall’imperialismo romano il movimento del Figlio dell’uomo. Nel capitolo 7, Daniele dice che il popolo di Dio, stanco di essere governato da Bestie, aspetta l’avvento di un Uomo, di un’Umanità Nuova, di comunità dal volto umano. Gesù tenterà in quella Galilea di creare comunità alternative all’Impero che resistano nel piccolo e dal basso.
Come Gesù, come il profeta dell’Apocalisse, anche noi oggi siamo invitati a leggere la nostra realtà imperiale a partire dai crocifissi della storia. Anche noi oggi viviamo all’ombra di un grande Impero, il più grande Impero mai esistito al mondo, l’Impero del denaro, che permette al 20% dell’umanità di ‘papparsi’ beatamente l’83% delle risorse. Un impero pagato salatamente dall’80% della popolazione mondiale, di cui almeno il 20% vive nella povertà assoluta, con meno di un dollaro al giorno, mentre l’altro 60% vive sulla soglia di tale miseria. Questa è la nuova Bestia! Se il profeta dell’Apocalisse ha chiamato Roma la grande Bestia, cosa direbbe del nostro sistema!
Il profeta dell’Apocalisse, nel momento d’oro dell’Impero, ha il coraggio di chiamare Roma la più grande bestia che sia mai esistita, la personificazione del demoniaco. Perché? Perché leggeva Roma dal Crocifisso, dal Gesù crocifisso dallo stesso imperialismo romano e da tutti coloro che lo stesso imperialismo andava crocifiggendo.
Anche noi dobbiamo avere oggi il coraggio di leggere così l’Impero del denaro! Come il profeta allora dichiarava Roma la Bestia – e dietro essa vedeva ergersi il drago –, anche noi oggi dobbiamo avere il coraggio di chiamare l’Impero del denaro col suo vero nome: la più grande Bestia mai esistita. E dietro la Bestia dobbiamo saper scorgere il Drago. È quanto fa questo libro nella sua ultima parte, che è forse la parte più importante, perché gli autori tentano qui di leggere l’Impero del denaro alla luce dell’Apocalisse. Il potere oggi è quello economico-finanziario; la politica è il tirapiedi dell’economia; Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e WTO esercitano sui governi ogni potere di interdizione senza avere la benché minima legittimazione democratica.
È un momento estremamente grave questo – basti pensare all’avvento di Bush negli Stati Uniti e di Berlusconi in Italia –, che rende questo libro ancora più attuale.
Ma non basta leggere l’Impero: occorre resistere all’Impero! E si resiste non da soli, ma in comunità, in gruppi che trovino la forza di leggere la Parola, di ritradurla nell’oggi. Questo sforzo comunitario è fondamentale al movimento apocalittico. È lettura della realtà, ma anche sforzo di mettersi in comunità, comunità che devono diventare alternative all’Impero. Questo è un altro aspetto che per me resta fondamentale. Se non facciamo questo sforzo, non facciamo che diventare sempre più funzionali a questa Bestia e a questo Drago.
Siamo convocati da Dio ad essere alternativi all’Impero. Ma come? “Viviamo nel mercato globale, e la resistenza non sta tanto nel costruire un nuovo sistema macro-economico, che è impossibile – dice ancora Pablo Richard –, ma nel creare spazi di vita tra gli esclusi dal sistema” (SIAL, n. 6, 1997). In termini ancora più concreti è quanto afferma uno dei teologi più penetranti d’Europa, Ulrich Duchrow:
“In Gesù il no chiaro è legato ad un sì altrettanto chiaro: il Regno di Dio comincia in mezzo a voi (Lc 17,21). Inizia nelle piccole comunità messianiche che Gesù indica come sale, luce e lievito (Mt 5,13ss e 13,33). Queste alternative nel piccolo fanno la comparsa proprio in strutture economiche così diverse da non avere poveri al loro interno (At 2,44ss e 4,32ss). Come sempre, è il grande contesto a far vedere che si può incominciare qualcosa di nuovo dal basso. Questa impostazione rinvia ad un aspetto comune a molti progetti alternativi all’attuale sistema economico: la creazione di spazi economici locali, con mercati locali, che siano orientati al bisogno, sostenibili dal versante ecologico e che promuovano il lavoro… A dire il vero, queste alternative nel piccolo, che hanno valore di segno, devono, a medio periodo, trovare un quadro politico che consapevolmente le agevoli e che contemporaneamente tenga a freno, attraverso la regolamentazione, gli effetti devastanti del mercato mondiale” ( Concilium , n. 2, 1997).
È importante ascoltare il monito dell’Apocalisse: “Uscite, popolo mio, da Babilonia”. Uscite fuori dall’Impero del denaro, tentando alternative dal basso, creando nuovi spazi comunitari, facendo vedere la bellezza del ritrovarsi uomini e donne, la bellezza del volto, l’accoglienza dell’altro, ricco percbé differente da me. Il sogno della “convivialità delle differenze” (Ivan Illich, Tonino Bello). Sarà così, dal basso, che nascerà il futuro. E il futuro deve per forza nascere; se no, sarà la fine per tutti. Ecco la grande sfida dell’Apocalisse e del movimento apocalittico. Io continuerò a resistere camminando nei sotterranei della storia, voi fatelo nel cuore dell’Impero.

Alex Zanotelli


 

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