Sguardi dalla stiva


 

A conclusione dell’omelia per la celebrazione in suffragio delle vittime di Nassiriya, il parroco di San Ferdinando (Foggia) don Mimmo Marrone ha invitato i militari presenti a deporre le armi in un cesto posto ai piedi dell’altare, aggiungendo: «Sono consapevole di invitarvi ad un gesto provocatorio, ma ciascuno si senta libero di compierlo». Al brusio di stupore iniziale, sono seguiti due lunghi minuti di silenzio assordante che sono parsi un’eternità. Immaginabile l’imbarazzo del comandante della locale stazione dei Carabinieri, Giuseppe Francioso e degli altri otto militari, due dei quali, in grande uniforme e con sciabola, ai lati dell’altare.
Registrato il «diniego», don Mimmo riprendeva il rito con queste parole:
«Signore, il cesto è vuoto di coraggio, di profezia, di capacità, di novità, ma sono certo che tu non tarderai a farci crescere sulla strada del mondo».
Poi ha spiegato:
«Il gesto che vi ho invitato a compiere – al di fuori di ogni futile protocollo – doveva avere il sapore della profezia, per dire a noi tutti che non abbiamo bisogno di riporre la nostra fiducia nelle armi, ancor meno nel tempio di Dio, ma nella potenza di Cristo, immolato sull’altare della Croce».
All’uscita dalla Chiesa, il maresciallo Francioso e i suoi uomini sono stati circondati dal sindaco, rappresentanti delle istituzioni e fedeli i quali, nell’esprimere indignazione per l’accaduto, hanno testimoniato solidarietà all’Arma.
«Non si fa politica in Chiesa» è il commento dell’Associazione Nazionale Carabinieri circa il contenuto dell’omelia di don Mimmo: «Generose vite, scritturate come comparse di pace in un teatro di guerra, considerarvi eroi suona come una beffa in quanto vittime di mercanti di democrazia e di chi ha solo sete di egemonia, potere e petrolio. Abbiamo esteso la sanatoria al mattone, alle tasse e ora anche alla guerra».


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