— rivista n° 65 – 2005
Tsunami

Tsunami è entrato prepotentemente nel linguaggio corrente e nel nostro immaginario. Nel 1976 in Cina un terremoto fece 600.000 morti. Nel 1970 in Bangladesh un ciclone uccise 500.000 persone. Quello che è avvenuto nel mattino di S. Stefano, dunque, non è stata la più grave calamità naturale a memoria d’uomo, almeno sotto l’aspetto della numerosità delle vittime. Però è diventato il più grande evento mediatico nel suo genere. Certamente la presenza di migliaia di turisti occidentali in vacanza per le feste natalizie, con il loro diretto coinvolgimento nella catastrofe, è stato elemento determinante perché il fuoco dell’attenzione conquistasse una tale insistenza. Comunque, e questo è il punto di novità, lo tsunami è diventato un fatto globale.
Immagini terribili hanno inondato in tempo reale il mondo, il quale è apparso in tutta la sua finitezza e precarietà. Abituati alle visioni di distruzione prodotte dalla violenza politica e militare, la catastrofe “naturale” ha colto di sorpresa. Il conteggio della sua forza dirompente, capace di spostare l’asse terrestre, è stato fatto utilizzando come misura l’ordigno che più caratterizza la potenza distruttiva della nostra epoca. Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, paragona il terremoto avvenuto all’energia meccanica contenuta in uno o due milioni di bombe di Hiroshima. La violenza equivalente alla loro esplosione in simultanea si è scatenata negli abissi provocando distruzioni a migliaia di kilometri di distanza. Le immagini, viste dall’alto, che mettono a confronto la bellezza di paradisi terrestri, prima dell’evento, con quello che rimane dopo che si sono abbattute montagne di acqua impazzita, possiedono una eloquenza spaventosa. Sono state colpite regioni a noi lontane, ma di fatto quell’evento tragico rappresenta un segnale per il mondo intero. Qualcuno ha parlato di “rivelazione”. Questa volta “la globalizzazione ci dà una nuova consapevolezza del fatto che il mondo è limitato, è finito” (Paul Virilio). Diventa sempre più chiara la follia che domina criteri ed obiettivi con i quali si occupa e si domina la terra…
Abstract editoriale
Editoriale
- Tsunami (ROBERTO FIORINI)
Frammenti di vita
- La fatica di nascere (LUIGI SONNENFELD)
- A che punto siamo della notte? (BENITO INTROVIGNE)
- Preteoperaio, “mola mia” (MARIO SIGNORELLI)
- In fabbrica oggi (MARIO PASQUALE)
- Questa non è vita (ISA BENATTI)
- Esterina (GIUSEPPE CALLEGARI)
- 24 dicembre (GIUSEPPE CALLEGARI)
Il Vangelo nel tempo
- La sapienza di non credere (ANGELO REGINATO)
- Shalom (1): il contenuto dell’attesa messianica (GIORDANO REMONDI)
- Lettera dal Brasile al vescovo di Verona (VINCENZO ZAMBELLO)