rivista n° 67 – 2005

Dov’è la Chiesa dei poveri?

Sono 40 anni che si è concluso il Concilio Vaticano II. Si fanno commemorazioni. Le riviste teologiche tracciano dei bilanci. L’ultimo numero di Concilium ha per titolo: “Vaticano II: un futuro dimenticato?”. Naturalmente vi sono posizioni e celebrazioni che reclamizzano l’adempimento fedele degli orientamenti conciliari.
Noi abbiamo pensato di riferirci al Concilio per sottolineare un unico punto che, almeno in Italia e nel magistero romano, ci sembra assente. La lingua batte dove il dente duole. E proprio quel punto è stato per noi uno dei motivi decisivi per la scelta di vita come pretioperai.
Parliamo della “chiesa dei poveri”.
Conviene dare la parola a testimoni qualificati di quella stagione conciliare:
La Chiesa si presenta quale è, e vuole essere, come la Chiesa di tutti e particolarmente la chiesa dei poveri. Donde viene questa frase, cento volte citata? L’11 settembre 1962, un mese prima dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, fu diffusa per il mondo dalla Radio vaticana e dalle emittenti di diverse nazioni.
Alcuni poterono vedere alla televisione Giovanni XXIII mentre pronunciava quelle parole profetiche. Il suo volto era segnato dalla malattia, ma come sempre, sorridente e radioso. Egli si rivolgeva al mondo intero come avrebbe fatto, sei mesi più tardi, con la Pacem in terris. Accanto a papa Giovanni, la televisione mostrava, simbolo eloquente, un enorme mappamondo.Quel messaggio all’umanità resterà come uno dei migliori Atti della Santa Sede (Paul Gauthier, La Chiesa dei poveri e il Concilio, Firenze 1966. Questo libro ricco di documenti interessantissimi è stato commissionato a Paul Gautier da 15 padri conciliari ampiamente rappresentativi dell’episcopato mondiale. Le citazioni sono tratte da questo libro)…

Abstract editoriale

Share This