rivista n° 68 – 2006

Và, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri…

Dov’è la chiesa dei poveri?
Don Bruno, il prete che si è preso cura di me quando ero ragazzo, dopo aver ricevuto l’ultimo numero della nostra rivista, mi ha scritto e telefonato più volte per riprendere il discorso della chiesa dei poveri. Coltiva una fitta rete di comunicazione informatica con amici sparsi nel mondo. Mi invia sempre la corrispondenza che riceve da un missionario in Bangladesh. Per don Bruno non ci sono dubbi: certamente la Chiesa dei poveri è da quelle parti, nel terzo mondo, ed è presente in tantissime situazioni che rimangono nell’ombra…
Anche lui molti anni fa, prima che nel Concilio Vaticano II° venisse alla luce il tema della povertà della chiesa, ha potuto viverla direttamente con gli emigranti italiani che andavano in cerca di fortuna:

Come potrei dimenticare l’angoscia che ho provato quando il 26 luglio 1958 attraversai per la prima volta la frontiera di Ponte Chiasso. Il treno era strapieno di emigranti che bestemmiavano l’Italia perché li vendeva per un pugno di carbone… Dopo la guerra in Europa gli emigranti italiani furono più 5 milioni.
Io stavo rannicchiato sul sedile di un lunghissimo treno che li scaricava ad ogni stazione in Svizzera – Germania – Francia – Belgio – Olanda – Inghilterra…erano destinati a lavori massacranti: miniere , fornaci di mattoni, fonderie…abbandonati a se stessi, sistemati in alloggi precari, nelle baracche dei campi di concentramento, senza conoscenza della lingua e senza alcuna protezione…
Ero confuso e umiliato. Per nascondere le lacrime guardavo fuori dal finestrino. Il sole stava tramontando e lentamente scomparivano le mie montagne. Stavo per fare un salto nel vuoto

Abstract editoriale

Editoriale

Frammenti di vita

Sguardi dalla stiva

Vangelo nel tempo

Amarcord: storie di vita vissuta

Ci scrivono

Ricordiamo

Share This