— rivista n° 81 – 2009
Babele economica

Lo ziqqurat era la mitica grande costruzione a gradoni della città in ebraico chiamata Babel. “Facciamo una torre alta fino al cielo” si narra nel libro della Genesi. Era il progetto grandioso di un’umanità che “parlava la stessa lingua e usava le stesse parole”. La torre di Babele rappresenta il titanico tentativo di unificare sotto un medesimo verbo, attivando la forza e le tecniche disponibili, per produrre una costruzione che si avvicinasse il più possibile all’infinito, rappresentato dal cielo.
Ogni impero nelle cangianti variazioni che si sono succedute nel tempo, dagli antichi Assiri e Babilonesi ad Alessandro Magno a Roma caput mundi, ai domini coloniali sino all’assolutizzazione dell’economia nell’era della globalizzazione, porta al suo interno un tale tipo di DNA che impone la pulsione irrefrenabile verso la crescita.
Babel è un simbolo che può essere utile a interpretare quanto sta succedendo.
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Immagino da lontano la grande torre. La chiamavano “casa della fondazione del cielo e della terra”. Sembra che essa rappresentasse la “montagna cosmica”, simbolo della terra stessa.
La linea (skyline) appiattita all’orizzonte, con rampe e gradoni che rallentano la continuità dell’ascensione, mi richiama vagamente quei tracciati che riassumono i movimenti delle piazze affari: da Tokio a Pechino, a Londra, a Wall Street… sempre in successione a rincorrere il sole. Le borse non hanno mai soste. Il silenzio della domenica non deve trarre in inganno. Nell’ombra continua a pulsare il cuore del mercato globale. Milioni di messaggi vengono comunicati contemporaneamente in tutte le parti del globo. Si compra e si vende dove conviene, cioè dove rende di più. Il mercato planetario è sotto l’imperio di un unico verbo: tutta la vita economica si basa sul principio della massimizzazione del profitto.
Nei periodi di vacche grasse si arrampicano senza sosta, i tracciati dei 4 diagrammi, insaziabili, sempre più su. Obbedienti al dogma della crescita inglobando tutto ciò che fa crescere. Non importa a quali costi, purché sia assicurata la crescita. Anche i fatturati della produzione di armi, per loro natura destinate alla distruzione di beni e di vite umane, anche loro garantiscono la crescita…
Abstract editoriale
Editoriale
- Babele economica (ROBERTO FIORINI)
In vista di Bergamo 2009
- La prima crisi del terzo millennio (DANIELE CHECCHI)
- “Apostati” in punta di piedi? (FELICE SCALIA)
- Considerazioni minime su cristianesimo e crisi economica (ANGELO REGINATO)
- La mano invisibile (FREI BETTO)
- Crisi e classe (GRAZIANO GIUSTI)
- Idolatria della sicurezza (1) (PIERO MONTECUCCO)
- Idolatria della sicurezza (2) (LUIGI FORIGO)
- Chi è il Signore della mia vita? (LUIGI SONNENFELD)
Sguardi dalla stiva
- Succedeva 80 anni fa…
- La fame nel mondo: cibo solo per i ricchi
- La fame nel mondo, ignorata dai dirigenti nordamericani (PETER PHILLIPS)
- La crisi finanziaria: domande e risposte da Banca Etica
- La crisi esplode nella Milano, “motore dello sviluppo capitalistico” (ZANOTTO E AMORUSO)
- Appunti sulla situazione del Veneto (LUIGI FORIGO)
- Democrazia in Italia: un dramma e una farsa” (PIER PAOLO GALLI)
Il Vangelo nel tempo
- La crisi: il silenzio della Chiesa
- Un milione di motivi per dare una mano a chi perde il lavoro (DIONIGI TETTAMANZI)
- Appello per opporsi alla strage del Mediterraneo
- Appello per una Chiesa più compassionevole
- Il Vangelo che abbiamo ricevuto
- Io sono don Sandro Artioli (SANDRO ARTIOLI)
- Sul testamento biologico (ROBERTO FIORINI)
Ci scrivono
- I Turchi danno stabilità al quartiere (FRITZ STAHL)
- Attualità di don Milani (PIPPO LA BARBA)
- Due brevi lettere su Don Cesare Sommariva