Se non ora, quando?


 
La Festa della Repubblica ci riporta alla nascita della nostra nazione, ai valori e agli ideali fondanti la nostra convivenza civile, al senso di un percorso di democrazia e libertà della nostra vita di cittadini.
Non solo quindi ci è sembrato naturale metterci insieme ed essere presenti alla manifestazione a Milano del 2 giugno, ma lo abbiamo fatto soprattutto nella convinzione che sia quanto mai indispensabile, in questo momento di grave incertezza e di pesanti attacchi, testimoniare la nostra irriducibile fede nei valori riconquistati con la Resistenza ed espressi dalla nostra Costituzione.
In un momento storico culturalmente e socialmente così delicato come quello che sta attraversando il nostro paese (dove non solo si stanno proponendo modifiche alla Costituzione che stravolgerebbero gli assetti istituzionali e lederebbero gravemente valori fondanti la nostra convivenza civile, ma purtroppo, giorno dopo giorno, attraverso la legislazione normale, stiamo assistendo a veri e propri stravolgimenti dello spirito e delle regole democratiche) diventa dovere per la coscienza di ciascun cittadino far sentire la propria voce e costituire un argine “resistente” alla deriva populista ed antidemocratica in atto e per certi versi già imperante.
Che ne è dell’art 21 se passa la legge in discussione sulle intercettazioni e che ne è più in generale della libertà se già di fatto si è monopolizzata ed asservita gran parte dell’informazione e persino il servizio pubblico?
Che ne è dell’art 3 a fronte delle leggi sostanzialmente razziste e delle mille ordinanze locali sugli immigrati e le diverse etnie?
Che ne è del diritto all’istruzione se alla scuola pubblica si tolgono progettualità, risorse economiche e di personale a vantaggio della scuola privata che dovrebbe essere “senza oneri per Io stato”?
Che ne è del diritto al lavoro se viene sempre più ridotto di garanzie, aumentato il precariato, bloccati salari e stipendi già miseri?
Che ne è dell’equità se il divario fra chi ha (ed ha sempre più) e chi ha poco (ed ha sempre meno) aumenta , se le fasce di povertà crescono, se non si punisce l’evasione e vengono premiati con condoni i più furbi ed i più ricchi?
Che ne è dell’amministrazione della giustizia quando anziché rafforzarla sul piano della lotta alla criminalità organizzata e del suo miglioramento rispetto ai bisogni del cittadino, si confezionano leggi ad personam e si mettono paletti per coprire il proprio ed altrui malaffare?
Solo alcuni accenni, ma più che sufficienti per scendere in piazza il 2 giugno e dire con tanta forza e tanta speranza: “io non ci sto!”.
 

Comitato Organizzativo Mantovano
ACLI, ANPI, ARCI, CGIL, LIBERA, LIBERTÀ E GIUSTIZIA


 

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