Da Pomigliano d’Arco al Meeting di Rimini


 

Alla fine di marzo del 1984, in un ennesimo incontro in regione il commissario straordinario conferma che ormai la decisione di chiudere la Sidas è stata presa e si attendono a giorni gli adempimenti formali da parte del governo.
Quando la notizia giunge in assemblea l’effetto è indescrivibile. Sul momento decidiamo di stendere una lettera da inviare a Brugger. È un testo breve ma riassume lo stato d’animo di tutti ed è in fondo la miglior testimonianza con cui si possono leggere i cinque anni di lotta per salvare la Redaelli.

Cesare Sommariva

 
Milano, 3 aprile 1984
Al professore Gualtiero Brugger
Via Larga 31, Milano
Un profondo senso di rifiuto e di angoscia ci ha preso quando, nell’assemblea di venerdì 30 aprile 1984 abbiamo ascoltato quanto Lei ha detto in regione il giorno precedente.
Per Lei « lettere di licenziamento » sono tre parole che sono «una conseguenza inevitabile».
Per ciascuno di noi quelle parole sono un attacco e un insulto alla nostra dignità, alla vita nostra e delle nostre famiglie. Da cinque anni noi viviamo la sofferenza dell’incertezza. Lei queste cose può certamente conoscerle, ma non può « saperle ». Per Lei noi possiamo apparire come « conseguenze » in mezzo o in fondo a un bilancio le cui cifre si possono non difficilmente manovrare.
Ma questa « morale » noi la rifiutiamo. Per noi la vita umana, la dignità dell’uomo, il diritto di tutti a vivere in modo uguale, viene prima delle cifre e dei bilanci. Sappiamo che attualmente questa morale è perdente. Ma allora ci sembra che sia perdente anche la vita.
A chi e a cosa serve la Sua professione?
Le abbiamo scritto queste cose perché sappia che la nostra condizione di classe ci porta ad avere una morale in contraddizione con la Sua.
Appunto per questo noi Le auguriamo di non dover mai provare nella Sua vita l’offesa, la sofferenza, l’incertezza che noi stiamo provando.

Gli operai della Redaelli di Rogoredo

 
(All’unanimità in assemblea abbiamo approvato il fatto di scriverLe così. Alleghiamo il foglio con le firme di chi ancora è presente).


 

Share This