Una nota della nuova segreteria
Il Convegno di Salsomaggiore è stato un convegno chiave nella storia del movimento dei Preti operai italiani; sta diventando, col passare dei mesi, un punto di riferimento sempre più importante, dal quale si deve passare per lanciare in avanti la riflessione ed il pensare di tutti noi.
È stato ed è anche un momento critico: la tentazione di accontentarsi del livello di coscienza raggiunto, la difficoltà ad esprimere le diversità con tutta la libertà possibile senza difendere noi stessi, la stanchezza di dover ripensare e confrontare di nuovo, con gli altri e con la storia degli altri, quanto abbiamo vissuto e capito fino ad ora, sono affiorate, sia negli interventi, sia nei silenzi di molti di noi, e continueranno ad affiorare.
Ma viviamo un tempo in cui le minoranze non possono permettersi di disperdere niente. Anzi! È necessario mettere più benzina nella macchina per essere “espressione di interrogativi radicali al di fuori dei quali la nostra presenza di preti operai perderebbe qualunque ragione di esistere” (dal Convegno di Firenze).
Quello di Firenze è stato definito un convegno di “età adulta, un convegno di inizio di maturità di esperienza”. Dopo la maturazione i frutti cadono e spargono i semi.
Salsomaggiore è stato il convegno delle diversità.
Noi guardiamo alle diversità come a semi che le nostre vite hanno cominciato a produrre, e che devono essere innaffiati e concimati perchè crescano e diventino nuove piante.
Non vogliamo fare né gli ortolani, né i giardinieri. La nostra mansione sarà quella di preparare un terreno adatto perché i semi non siano dispersi. La nuova segreteria intende muoversi in questa prospettiva.