rivista n° 91 – 2011

In cammino…
verso il futuro

La commemorazione dei 150 anni dell’unità d’Italia è un’ottima occasione per riflettere sulla Costituzione italiana. In essa si esprime uno dei punti più alti e nobili della nostra difficile storia. Nello stesso tempo, non passa giorno che la Carta costituzionale non venga sottoposta  a insulti verbali nonché a fatti, cioè ad atti giuridici, che tendono a demolirla svuotandola dall’interno. Per questo riteniamo doveroso e profondamente giusto dedicarle una riflessione, mettendo in risalto alcuni armonici che servono a dilatare lo sguardo, superando il pantano di una quotidianità sempre più triviale: una trivialità ossessiva nella quale si cerca di trascinare tutto ciò che non fa comodo al “padrone” e ai sodali e subalterni legati al suo carro.
Prendo lo spunto da uno scritto di Dossetti: “La Costituzione italiana […] porta l’impronta di uno spirito universale e in certo modo trans temporale”. Su quel testo confluì il consenso di quasi il 90% dei componenti l’Assemblea costituente, tra i quali “c’era molta più distanza di quanta oggi ne corra fra Bersani e Berlusconi” (Ainis). Come mai si è pervenuti a una così massiccia convergenza su un testo che esprime un respiro universale e dunque capace di sfidare il tempo?
Dietro e dentro tutti, ci stavano sei anni di guerra mondiale nella quale si sono consumati orrori mai visti prima. In aggiunta, l’Italia emergeva dal gorgo della guerra civile, con le miserie morali e materiali che ne sono derivate e le ferite che hanno continuato a sanguinare. Nonostante tutte le contrapposizioni presenti, l’unità prevalse sulla divisione

Abstract editoriale

Editoriale

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Sguardi e voci dalla stiva

Il Vangelo nel tempo

Verso Bergamo 2011

Lettere

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