rivista n° 94 – 2011

Tsunami e Shalom?

Tutti conosciamo il significato di Tsunami, la parola che viene dall’oriente. Nomina quel fenomeno terribile a cui abbiamo assistito in mondovisione alla fine del 2005. La forza del caos che si scatena dagli abissi degli oceani, che tutto travolge. Allora anche la tecnologia più avanzata si è sentita piccola e impotente.
L’altra parola è Shalom. Essa attraversa tutta la Bibbia, ma esprime molto di più di quello che noi diciamo quando parliamo di pace. Non vuol dire soltanto assenza di belligeranza e di violenza, ma in positivo indica armonia della vita degli esseri umani nel rapporto con gli altri, con la terra, con Dio. Possiamo tradurla con la nostra espressione “qualità della vita”. Essa include vari aspetti che vanno dal nostro esistere in rapporto “simbiotico” con la natura alle nostre relazioni economiche, culturali e sociali che si sviluppano nell’ambiente umano a cui apparteniamo.
Nel primo ambito (aria, acqua, terra…, cioè l’ambiente come abitazione degli esseri umani) è ormai sotto gli occhi di tutti il processo in atto di deterioramento su scala planetaria. L’aggressione tecnologica e lo sfruttamento inarrestabile che sta dilagando, necessariamente fanno esplodere la domanda: quale sarà il futuro del nostro pianeta? Che mondo si troveranno le generazioni che verranno dopo la nostra? La dismisura, il dominio tecnologico senza alcun limite, collegato con la profittabilità da estendere a tutti i campi  e nella maniera più intensiva possibile ha già la forma di uno tsunami pervasivo

Abstract editoriale

Editoriali

Convegno di Bergamo 2011

Nella crisi… ripensare il lavoro

Frammenti di vita

Verso Bergamo 2012

Ci scrivono

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