rivista n° 97-98 – 2012

Caro don Renato

«Padre Karl Rahner usava volentieri l’immagine della brace che si nasconde sotto la cenere. Io vedo nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso di impotenza. Come si può liberare la brace dalla cenere in modo da far rinvigorire la fiamma dell’amore?». Sono le parole del card. Martini, rilasciate nella sua ultima intervista pubblicata sul Corriere della Sera il 3 settembre scorso.
Questo quaderno è nato dal lavoro di raccolta di testimonianze che narrano una storia d’amore, strana e unica, come ogni vera storia d’amore: sotto la cenere, come mille altre vite di cui nessuno parlerà mai, lontane dai riflettori. Ma qui gli amici si sono dati da fare per rompere il silenzio della morte e con la parola scritta e le immagini raccolte soffiano via la cenere perché la brace possa brillare nei cuori e nelle memorie e diffonda il calore anche su chi non ha conosciuto don Renato.
Anche su me che l’ho incrociato tanti anni fa nei convegni dei preti operai. Dopo aver perso i contatti, di nuovo ci siamo rivisti lo scorso anno e abbiamo a lungo parlato per telefono raccontandoci un po’ della nostra storia. Nella piccolezza e fragilità di una vita che si spande nella quotidianità, in somiglianza dei tanti che assaporano la fatica del vivere, avviene qualcosa di universale, un disvelamento che nella sua unicità attinge alla sostanza della rivelazione biblica ed evangelica. Da lui stesso, dalle parole che ci ha lasciato, vorrei cogliere qualche spunto che aiuti a intravedere il prezioso tracciato di questa vita. 

Lo scherzo dei vescovi al Concilio


Renato scriveva al vescovo Bettazzi: “Sono tra quelli che non hanno capito che scherzavate, al Concilio, quando parlavate della Chiesa dei poveri… Siamo partiti da qui, dalla necessità di uscire dalla cultura e dalle istituzioni ecclesiastiche per capire il mondo a cui ci avete mandati; per fare nostre e rivivere con fede «le angosce, i dolori, le gioie e le speranze degli uomini, soprattutto dei più poveri…»”.
Un modo per dire che lui, come tanti altri, ha preso sul serio il Concilio, quello che Papa Giovanni XXIII chiamava una nuova Pentecoste. E non solo il Concilio, ma pure la parola di Paolo VI che nel suo documento del 1971 Octogesima adveniens annunciava a tutto il mondo l’invio di preti a condividere la condizione operaia: “Non è forse per essere fedele a questa volontà (diffondere le energie del Vangelo) che la Chiesa ha inviato in missione apostolica tra i lavoratori dei preti che, condividendo integralmente la condizione operaia, ambiscono ad esservi i testimoni della sollecitudine e della ricerca della Chiesa medesima?”…

Abstract editoriale

Editoriali

Renato si racconta

Renato in fabbrica

Comunità di Banchette

Fraternità di Lessolo

E ancora ricordando…

Bergamo 2012: convegno nazionale

A 50 anni dal Concilio

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