Da parecchie settimane, un gran numero di giovani, universitari e liceali, manifestano con determinazione contro il CPE, un contratto che potrebbe fare di loro, per il futuro, gli schiavi dei tempi moderni. Esigono una vera formazione e un lavoro stabile. A loro si sono uniti numerosi salariati.
Con le nostre organizzazioni sindacali, politiche, siamo solidali con questa lotta. Con loro, anche noi rifiutiamo questa vita al ribasso, questa precarietà, imposta oggi ai giovani e domani ad ogni donna, ad ogni uomo che cerchi un lavoro.
I lavoratori dipendenti saranno condannati, in futuro, a lavorare rimanendo sottomessi al buon volere del padrone e ad una sempre crescente precarietà, senza una vera protezione del codice del lavoro? In che modo ci si può far credere che questo tipo di contratto è buono per loro e che ne faciliterà l’assunzione?
In questa prospettiva, quale speranza può nutrire un giovane d’oggi? Che cosa può progettare? Come può credere nell’avvenire?
In nome della nostra visione dell’uomo, della sua dignità, partecipiamo a questa lotta per un futuro migliore. Di fronte a un governo che si dice aperto al dialogo, ma in realtà sordo alle richieste del popolo, ci rallegriamo per l’unità sindacale, così come per la fraternità vissuta tra giovani e adulti nel pieno della lotta.
“La vita in abbondanza” che ci viene promessa, ci invita a non demordere e a marciare ancora verso una terra di giustizia per tutti.
Segretariato nazionale dei Preti Operai Francesi
Montreuil, 25 marzo 2006