Memoria di Tony Melloni (2)
Sono andato alla ricerca di tracce di Tony Melloni, padre gesuita operaio, con il quale ho avuto un periodo di incontri e ricerche comuni durante gli anni della sua permanenza a Livorno e quella esperienza legata all’incarico condiviso con Renzo Fanfani di una “segreteria” del movimento dei preti operai italiani ancora espressa dai gruppi regionali in via di progressivo e ineluttabile disfacimento. Per poi attestarsi intorno al lavoro tenace del gruppo lombardo che, a tutt’oggi, porta avanti la rivista “Pretioperai”, l’incontro a scadenza annuale a Bergamo e il convegno aperto che – nell’ambito dell’incontro -, rilancia tematiche aperte a rinnovare il solco della vita vissuta alla luce della fede tracciato dall’esperienza affatto spenta dei preti operai in Italia.
Ho cercato un contatto con Silvio Alaimo gesuita, anche lui incrociato negli anni della più ampia diffusione dell’esperienza dei preti operai. L’avevo incontrato di nuovo, dopo anni, all’ultimo incontro nazionale dei cappellani delle carceri a Roma, insieme ad altri, anche loro, contaminati dal lavoro e “finiti” in carcere. Silvio mi ha messo in contatto con Serafino Martini, gesuita, prete operaio a Livorno, negli stessi anni di Tony. Serafino ha lavorato anni in una ditta che montava e smontava le grandi gru dei cantieri edili qua e là per la Toscana. E viveva nella piccola fraternità dei gesuiti operai vicino la stazione ferroviaria a Livorno. Dopo il raggiungimento della età di pensione, si era messo a disposizione dei confratelli impediti, accolti nella casa dei gesuiti a Gallarate (dove visse gli ultimi anni il cardinale Martini). E lì ha aiutato Tony in un lungo difficile cammino, quando la memoria non sorregge più e la vita sembra solo un succedersi di bisogni primari senza una consapevolezza che possa dare loro un senso.
Serafino mi ha aiutato a ritrovare traccia di Tony nella comunità parrocchiale della Santa Famiglia nel popolare quartiere livornese di Shangay. Ed è dal loro bollettino che traggo la sua memoria e un suo report sul suo lavoro a Livorno. Così come, dal sito della Caritas livornese, un suo report sugli obiettori di coscienza di cui si occupò a lungo prima che l’abolizione del servizio di leva aprisse la strada al servizio civile.