— rivista n° 131-132 – 2022
Piero

Piero ha riempito molte pagine bianche che ci narrano il suo cammino e quello che i suoi occhi hanno visto. Ne scelgo alcune per guardare, attraverso le sue narrazioni, quanto lui ha voluto consegnare alla memoria.
* * *
Inizierò da un racconto che affonda le radici nell’infanzia. Nell’immediato dopo guerra il padre lo condusse con sé per assistere a un funerale.
Quindici bare erano allineate nella piazza del mercato. Contenevano le salme di giovani renitenti alla leva, entrati poi nelle file dei partigiani.
Le truppe nazifasciste in diverse fasi ne fucilarono 147 e altri morirono nei combattimenti. Fu l’eccidio de La Benedicta1, un cascinale annesso
a un monastero medioevale sull’Appennino ligure-piemontese. 400 furono deportati in Germania dove la metà persero la vita nei campi di
concentramento.
Piero abitava in una cascina isolata tra le colline, lontano dal paese, ma le notizie della guerra arrivavano e anche in quell’isolamento appariva la
presenza nazifascista.
“E ricordo bene, pur essendo un bambino, come la milizia fascista faceva sentire tutta la sua pressione sulle famiglie dei renitenti alla leva. La guardia comunale veniva da noi ogni due o tre giorni a cercare mio zio Talino. E un giorno arrivarono in gruppo i militi armati di tutto punto, sottoposero mio nonno ad un pesante interrogatorio, salirono sul fienile e lo passarono col tridente, pensando che mio zio fosse nascosto sotto il fieno…”.
Al centro del suo paese una lapide ammonisce: Non dimenticate i Martiri della Benedicta. “Ormai non si ricordano più come ‘i ribelli’, e neanche
come ‘i partigiani’, ma al mio paese vengono chiamati ‘Martiri’ perché sono Morti nel tramonto della tirannia e Risorti nell’alba della libertà”.
Certo Piero non li ha dimenticati. Anche la sua iscrizione all’ANPI avvenuta nel lontano 1974 lo testimonia. E aggiungo: vi sono esperienze vissute nell’infanzia che lasciano un’impronta che dura tutta una vita, una memoria che rimane nel profondo e che si fa sentire nelle scelte che danno una direzione all’intera esistenza…
Abstract editoriale
Editoriali
- Lo sguardo di Piero (Roberto Fiorini)
- Il testamento di Piero
- Il mio caro Piero (Luciana Prati)
Parole di Piero
- LAVORO
- DUE LETTERE AI VESCOVI DI TORTONA
- ORIZZONTI
Testimonianze
nei giorni del commiato
- Introduzione
- Sì, è stato un uomo (Angelo)
- Il lato semplice della realtà (Gabriella)
- Preghiere
- Ciò che va via a volte rimane (lettera di un nipote)
- La giustizia prima della carità (Antonio Corbeletti)
- Piero caro (Luigi Sonnenfeld)
Narrazioni della parabola di Piero
- Ricordando Piero, compagno di vita, prete, operaio, uomo (Marcella Barbieri)
- Amico e compagno di viaggio (Gianni Bazzini)
- Sempre in prima fila (Osvaldo Galli)
- Competenza operaia e pocatezza (Gianni Pesci)
- Non sapevo che era un prete (Giorgio Bombelli)
- Sapeva ascoltare, aspettare, dare speranza (Gianni Schiesaro)
- La bellezza che salva (Salvatore Iacono)
- Chiesa dal basso (Antonio Olivieri)
- Perchè nessuno sia straniero (Luciana Origgi)
- Il suo ricordo non ci abbandonerà mai (Adama Thiane)
- Piero era un mondo di serenità e pace (Vittorio Bellavite)
- Don Piero dipinto di nero (Byby Olimpo)
- Un semplice tra i semplici e i bambini lo chiamavano nonno (Lidia Montagna)
- A difesa degli ultimi (Giorgio Silvani)
- Io vi precedo, voi continuate il cammino (Angelo Gerli)
- Piero (Giuseppe Callegari)
- L’umano che Dio ha messo nel cuore di ogni essere umano (Luigi Consonni)
- La parabola di Piero (Roberto Fiorini)
Recensione
- Con tutto l’amore di cui siamo capaci. Il nostro modo di essere preti. (introduzione di Roberto Fiorini)